Contrattazione – Le Nostre Proposte

Qui di seguito le nostre proposte per la contrattazione che porteremo in R.S.U. e al tavolo di trattativa con l’amministrazione.

In allegatoil comunicato pdf da stampare, appendere, diffondere…


 Le ultime finanziarie (ora leggi di stabilità) hanno fortemente penalizzato il pubblico impiego sia per quanto riguarda i diritti, sia, cosa ancora più grave, per quanto riguarda i salarî. I margini di manovra nei quali ci ritroviamo ad operare sono sempre più ristretti, crediamo quindi che sia prioritario avanzare un’offensiva che, sfruttando le risorse a disposizione, possa permettere al personale di recuperare il proprio potere d’acquisto sia tramite forme di reddito diretto che indiretto.

Qui di seguito le nostre proposte

MANTENIMENTO E AUMENTO FONDO COMUNE D’ATENEO PER IL BIENNIO 2013/14

Dato il blocco del tabellare e delle progressioni economiche orizzontali per gli anni 2013 e 2014, dobbiamo avere garanzie almeno per il mantenimento del valore attuale del Fondo Comune d’Ateneo (F.C.A.) e il suo eventuale incremento tramite:
• entrate dai fitti attivi e di conseguenza una revisione del regolamento per aumentare le tariffe dei fitti degli spazi dell’ateneo (capitolo 7.1 del bilancio, vedi ns. comunicato del 28 giugno 2012);
• inclusione di nuove voci dal conto terzi (oltre ai capitoli di bilancio 5.5, 5.6 e 5.7), come per esempio la ricerca finanziata (capitoli del bilancio: 15.2, 15.3, 15.4);
• inclusione degli introiti dalle iscrizioni tirocinio formativo attivo (circa 3.000.000 di euro, vedi ns. comunicato del 26 giugno 2012).

DISTRIBUZIONE UNA TANTUM DEL FONDO COMUNE D’ATENEO

Crediamo che, all’interno di un incremento del F.C.A., si possa pensare ad una distribuzione dell’una tantum che riequilibri la distribuzione tra categorie.

INCREMENTO DEL FONDO TRASPORTI

Un buon risultato della scorsa R.S.U. era stata l’istituzione del Fondo Trasporti (vedi ns. comunicati del 22 dicembre 2010 e 10 marzo 2011) che consente consistenti sconti anche a chi utilizza treni e corriere. Come ben sanno molti colleghi l’aumento dei costi dei trasporti non conosce tregua, chiediamo dunque un relativo aumento del fondo in modo da supplire a tali aumenti.

RIMBORSO TICKET DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Gli aumenti dei ticket sanitari sono stati uno degli ultimi atti del governo Berlusconi, poi confermato da Monti, che hanno creato un forte esborso per le fasce più deboli della popolazione; chiediamo quindi l’istituzione di un fondo che rimborsi in toto o in parte, a seconda della dichiarazione I.S.E.E., i ticket per prestazioni sanitarie effettuate col servizio sanitario nazionale.

CONVENZIONE SPESE ODONTOIATRICHE E OCULISTICHE CON S.S.N. E PRIVATI

Le spese odontoiatriche e oculistiche spesso sono dei veri e propri salassi per le casse dei lavoratori e poiché la stragrande maggioranza dei colleghi si rivolge a studi privati, chiediamo l’istituzione di una serie di convenzioni con strutture pubbliche e private che consentano sostanziali sconti sulle cure odontoiatriche e oculistiche. Oppure, in alternativa, l’incremento del fondo sussidi e la sua estensione anche a tali interventi presso privati. Il tutto sulla base della dichiarazione I.S.E.E.

CONVENZIONI PER IL BENESSERE FISICO

Riteniamo che la salute dei lavoratori sia un valore assoluto, ma spesso l’attività fisica ci è preclusa dai costi troppo elevati delle strutture ove questa si pratica, chiediamo pertanto l’istituzione di convenzioni con palestre, piscine e corsi sul modello di numerosi enti (es. Agenzia delle dogane).

CONTRIBUTI UNIVERSITARI LAVORATORI DELL’ATENEO

Crediamo che l’ateneo debba offrire la possibilità ai propri dipendenti e famigliari di poter usufruire a prezzi agevolati dell’attività didattica da esso svolta. Torniamo quindi a chiedere (vedi ns. comunicato del 27 ottobre 2011) che i dipendenti dell’università o i loro figli siano esonerati dal pagamento della seconda rata o, comunque, venga creato un sistema di sgravi legati alla situazione economica del richiedente. Il tutto sulla base della dichiarazione I.S.E.E.

CRITERI PIU’ EQUI PER LE RETTE DEGLI ASILI NIDO

Riteniamo l’attuale divisione delle tariffe, basata unicamente alle categorie di appartenenza, assolutamente superata; chiediamo pertanto che le tariffe siano valutate in base alla dichiarazione I.S.E.E.

UTILIZZO DEI PUNTI ORGANICO 2012

Nel 2013 dovremmo avere circa 7,7 punti organico da dividere con i professori associati. Con queste risorse si faranno assunzioni a tempo indeterminato, passaggi di categoria, aumenti di orario dei part-time, ecc. Poiché i docenti di seconda fascia hanno a disposizione anche un fondo nazionale extra, chiediamo che tali punti vengano utilizzati unicamente per il personale tecnico amministrativo.

PIU’ RISORSE DALLA LOTTA AGLI SPRECHI

Pensiamo che i fondi per mobilità, ticket sanitari, convenzioni, sussidi, corsi universitari e asili possano essere reperiti da una seria politica di lotta agli sprechi (vedi ns. comunicati del 14 e 18 giugno 2012).

25 novembre: una questione che riguarda gli uomini

Molti di voi si chiederanno: che cosa succede il 25 novembre?

Il 25 novembre, ormai da qualche anno, è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Non è l’ennesimo anniversario di rito: da gennaio più di 100 donne sono state uccise per mano di uomini loro vicini (compagno o più spesso ex-compagno). Si tratta di violenza sessista. Possiamo chiamarla femminicidio, una questione che riguarda gli uomini – senza distinzione di ceto o nazionalità.

La violenza sessista sembra diventata un allarmante fenomeno sociale. Noi crediamo sia perché le donne hanno conquistato consapevolezza e libertà svincolandosi dai ruoli tradizionali.

Gli uomini cos’hanno da dire? Come possono affrontare il problema della violenza sessista? Quanto la libertà conquistata dalle donne è causa di violenza? Noi pensiamo che senza una rivoluzione culturale che sconfigga il patriarcato e il maschilismo, ancora radicati negli uomini, non sarà possibile un nuovo patto di convivenza tra i sessi.

Il 25 novembre non è l’ennesimo anniversario di rito: in gioco c’è una possibile nuova civiltà per il presente e il futuro delle relazioni tra uomini e donne.

Noi, uomini e donne della FLC-CGIL ci impegniamo, personalmente e in tutte le sedi, in questa direzione

I tempi stan per cambiare…

Essere soli o male accompagnati?
Stare nelle piazze o al tavolo di confindustria?
That is the question…

There’s a battle outside
And it is ragin’.
It’ll soon shake your windows
And rattle your walls
For the times they are achangin’.
(Bob Dylan, 1964)

14 novembre 2012, milioni di lavoratori e studenti affollano le piazze del Vecchio Continente per il primo Sciopero Generale Europeo: dalle Colonne d’Ercole al Peloponneso i popoli del Mediterraneo hanno urlato e manifestato la propria rabbia e disgusto verso un sistema ormai logoro e marcio. E così, se Ulisse avesse ripercorso il proprio lungo viaggio in questo storico giorno, avrebbe trovato in ogni porto le scarlatte bandiere dei lavoratori.

Le ragioni della lotta le abbiamo scritte, spiegate, illustrate nei giorni precedenti, ma nulla aiuta a comprenderle meglio che guardare gli occhi impauriti e decisi dei giovani spagnoli, degli operai italiani, dei vecchi partigiani greci, delle milioni di persone scese in piazza contro quest’Europa che si è trasformata da utopia dei popoli ad incubo sociale ad uso e consumo delle multinazionali e delle banche.

Noi mercoledì c’eravamo, eravamo nelle vie e nelle piazze, consci dell’immane lotta che ci attende e degli ostacoli da superare, ma rincuorati dall’idea di affrontare tutto questo per un’idea superiore, per un bene comune: dignità e diritti; sono state queste le nostre parole d’ordine.

Eppure c’è stato chi ha parlato di protesta solitaria, di scelta isolazionista e autolesionista… E questo qualcuno ha un nome: CISL e UIL.

Forse erano troppo distratti a firmare qualche accordo separato sulla produttività con Confindustria, oppure a mettere qualche pezza sulla pietosa figura fatta nella vertenza Fabbrica Italia; e non si sono accorti che i tempi stanno cambiando, che le piazze ribollono di una rabbia nuova in cui disperazione e voglia di cambiamento si mescolano in un sentimento nuovo.

E a ben vedere, se unità vuol dire sedersi ad anacronistici ed impomatati tavoli per firmare accordi redatti da governo e Confindustria, scegliamo l’isolazionismo delle piazze affollate da lavoratori e studenti.

Qui il comunicato in pdf da stampare, appendere, diffondere…

14/11 Sciopero Generale Europeo

In allegato il comunicato in pdf da stampare, appendere, diffondere…

Aumenta la crisi, aumentano le disuguaglianze: noi siamo sempre più poveri, ma qualcuno in questi anni si è arricchito… Alcuni intressanti dati su cui riflettere nel volantino in allegato.

14 NOVEMBRE 2012
SCIOPERO PER TUTTA LA GIORNATA
PRESIDIO ORE 8 VIA FESTA DEL PERDONO
CORTEO ORE 9 DA MM1 PALESTRO
CONTRO LE POLITICHE DEI GOVERNI ITALIANO ED EUROPEI
PER FARE PAGARE LA CRISI A CHI CONTINUA AD ARRICCHIRSI

Sciopero Generale: Il 14/11 tutti in piazza contro le politiche di lacrime e sangue solo per i lavoratori!

In allegato la locandina da stampare, appendere, diffondere…


Riduzione degli stipendi, aumento dell’IVA, tagli indiscriminati, aumento dell’età pensionabile, incremento del debito pubblico…

MERCOLEDI’ 14 NOVEMBRE
SCIOPERO GENERALE EUROPEO
RITROVO ORE 8:00 IN VIA FESTA DEL PERDONO 7
PER RAGGIUNGERE IL CORTEO DA CORSO DI PORTA VENEZIA (MM1 PALESTRO)

Vatti a fidare dei tecnici…

Sono arrivati in pompa magna con il sostegno in pratica di tutti i mass media, degli “opinion maker” e, non ultimo, di gran parte delle forze politiche parlamentari.

Ce li hanno presentati come salvatori della patria, che avrebbero rimesso a posto i conti “con equità” e ci avrebbero salvato da un destino come quello della Grecia.Hanno iniziato quasi subito a lavorare di lena e tra le prime cose che ci hanno detto hanno “estratto dal cilindro” un idea nuovissima e originale; ” il paese ha vissuto al di sopra delle sue possibilità”.

E quindi via di tagli agli stipendi, aumento di tasse, tagli ai finanziamenti della sanità e dei servizi, aumento dell’età pensionabile ecc.

Quindi in sostanza bastonate per lavoratrici e lavoratori e carote a chi è il responsabile di questa situazione… Qualcuno ci potrebbe dire: ancora a parlare di bastone e carota ma come siete vetusti!

Forse non sa che è un ministro (Profumo) di questo governo che l’ha dichiarato!

Certo, ci dice il solito pierino, ma almeno hanno ottenuto dei buoni risultati!

E andiamo a vederli questi “buoni risultati”.

Il debito pubblico italiano nel secondo trimestre del 2012 è aumentato del 4,4% rispetto a un anno prima: dal 120,7% al 126,1% del P.I.L. E nel 2013 è previsto sia del 127,4%.   Certo un ottimo risultato!

Con tutte le riforme strutturali che hanno messo in piedi in quest’anno anche in termini assoluti il debito è cresciuto pesantemente: da 1.910 a 1.982 miliardi di euro.

Naturalmente gli stessi che decantavano l’arrivo dei tecnici perché avrebbero “rimesso a posto i conti” ora sostengono senza alcuna vergogna che gli effetti positivi si vedranno nei prossimi anni.

Noi sappiamo solo che le stesse “bastonate” sono state da qualche tempo inflitte ad altri paesi e quale è stato il risultato?

Debito pubblico della Grecia salito dal 137% al 150%, quello del Portogallo al 177% e quello dell’Irlanda salito dell’11,5%.

Alla larga dagli effetti positivi se sono questi!

E comunque non ci preoccupiamo; in primavera potrebbe essere necessaria un ulteriore “manovra correttiva”. A BEH, ALLORA…

MEGLIO NON FIDARSI PIU’ E MANDARLI CASA.
MOBILITIAMOCI CONTRO QUESTO GOVERNO DI CLASSE.

M E R C O L E D I 1 4 N O V E M B R E 2 0 1 2
S C I O P E R O G E N E R A L E E U R O P E O

2,5% e TFR: Una rapina andata bene

Alcuni giorni fa, nel comunicato “Una rapina andata male”, chiedevamo la sospensione della trattenuta del 2,5% sull’80% della retribuzione e la restituzione degli arretrati in virtù della sentenza n. 223/2012 della Corte Costituzionale.

Purtroppo non avevamo fatto i conti con questo governo, al cui confronto la Banda Bonnot era un circolo di boy scout, e così i nostri solerti tecnici, terrorizzati all’idea che i lavoratori potessero percepire qualche euro in più in busta paga, hanno lavorato febbrilmente ad un decreto legge, il 185/2012, che ripristinasse la situazione a prima del 2011; in parole povere hanno riesumato il T.F.S. (trattamento di fine servizio) e la relativa trattenuta a carico del dipendente.

Morale della favola: la trattenuta sui nostri magri stipendi continuerà a essere effettuata e non ci restituiranno nemmeno i soldi rubati!

Non stupisce nemmeno tanta fretta da parte di chi ha strascicato per mesi una pessima legge sulla corruzione, di chi ci fa pagare multe milionarie da parte dell’UE perché non trova il tempo di legiferare sulle discariche e via elencando: quando si tratta di colpire i lavoratori, l’unità nazionale delle forze politiche è subito trovata.

Si tratta dell’ennesimo furto legalizzato di svariate centinaia di euro annue* operato dal governo dei banchieri e della finanza internazionale.

Un motivo in più per lottare e aderire allo

SCIOPERO GENERALE EUROPEO

MERCOLEDI 14 NOVEMBRE 2012

* Per farsi un’idea degli importi verificare sul cedolino le voci mensili: OPERA DI PREVIDENZA o T.F.R. A TASSAZIONE CORRENTE

In allegato il comunicato in pdf da stampare, appendere, diffondere.

Elezione Rettore: Buon lavoro

Auguriamo al nuovo eletto alla carica di Rettore un buon lavoro.

Noi che, come organizzazione sindacale, non abbiamo dato alcuna indicazione di voto, ritenendo che non fosse nostro compito farlo, ma essendoci impegnati a cercare di fornire alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Ateneo strumenti critici e momenti di confronto per valutare le proposte dei candidati, ribadiamo al neo-eletto le richieste che abbiamo fatto in tutte le occasioni pubbliche di confronto a tutte/i le/i candidate/candidati alla carica:

  • Discontinuità con il mandato precedente;
  • Difesa dell’università pubblica;
  • Maggiore attenzione in generale alle problematiche del personale tecnico-amministrativo e al confronto con RSU e le organizzazioni sindacali;
  • Integrazione del Fondo Comune d’Ateneo;
  • Disponibilità alla modifica dell’attuale Statuto per aumentare la partecipazione in Ateneo

Legge di stabilità II: I conti in tasca

Il governo Monti con una mano ci mette in tasca poche decine di euro con l’abbassamento dell’IRPEF, e con l’altra ce ne toglie centinaia con l’aumento dell’IVA, il taglio delle detrazioni, la riduzione dei servizi… Ma a cosa serve questo furto? E a vantaggio di chi?
Nel comunicato le risposte…

Continuiamo l’esame delle misure contenute nel disegno di legge detto “Legge di Stabilità”, che tra le altre misure anti lavoratori e antipopolari, prevede anche una serie di misure che riguardano il fisco.
Qualcuno sostiene che “finalmente si comincia rimettere qualche soldo in tasca ai lavoratori”. Ma è vero oppure è un’altra delle panzane che ci rifilano questo governo e i suoi sostenitori?
Bene, facciamoci i conti in tasca.
E’ vero che viene previsto, dal 2013 il taglio delle aliquote IRPEF (quella del 23% passa al 22% e quella del 27% passa al 26%) che si traduce per ogni lavoro dipendente in un’entrata mensile che varia da un minimo di 11,50 euro a un massimo di 21,50 euro.
Ma quello che questo governo sembra dare con una mano dall’altra lo sottrae dalle nostre tasche ormai vuote!
Infatti, ha confermato l’aumento dell’IVA dal 10% all’11% quella agevolata e dal 21% al 22% quella normale. Con conseguente prevedibilissimo aumento di tutti i prezzi; dire che le misure della legge di stabilità dovevano servire a evitare l’aumento dell’IVA! Appunto….
Poi questa novella “Banda Bassotti” ne ha pensata un’altra: la riduzione delle spese detraibili e deducibili che si possono indicare nella dichiarazione dei redditi e, colpo di genio, con effetto dai redditi 2012!
Nel dettaglio la franchigia per le spese mediche deducibili viene elevato dalle attuali 129,11 euro a 250 euro.
È abbassato il tetto massimo d’interessi passivi dei mutui della casa detraibili da 4.000 euro a 3.000 euro: quindi sarà possibile detrarre solo 570 euro invece delle precedenti 760!
E nel tetto dei 3.000 euro va ora conteggiata anche l’eventuale assicurazione sulla vita (altri circa 100 euro in meno recuperabili).
Quindi quali “soldi ci rientrano in tasca”? Panzane poiché l’aumento dell’IVA e la diminuzione delle deduzioni e delle detrazioni sono, in effetti, un aumento della tassazione.
E tutto questo in presenza, per esempio, di un forte aumento previsto per le spese di acquisto dei nuovi aerei militari F35 da 12 miliardi a 15 miliardi e 200 milioni di euro: molto di più di quello previsto dalla Legge di Stabilità per un aumento di fatto della tassazione e per i tagli alla sanità, all’istruzione, agli Enti locali.
Anche su questo lavoratrici e lavoratori pagano ma la responsabilità di chi è?
La responsabilità di questa situazione non è genericamente del mercato, della crisi come “lor signori” continuano a sostenere ben spalleggiati da quasi tutti i media ma del governo Monti, della cricca dei professori amici dei banchieri e degli scudati e di chi sostiene questo Governo dentro e fuori dal parlamento.
E di chi in questi anni non si è mai mobilitato contro queste misure in questi anni.
E’ quindi sempre più necessaria una mobilitazione generale, naturalmente prima che il disegno di legge sia discusso e prevedibilmente votato in Parlamento per contrastare efficacemente queste misure.

MANDIAMO A CASA AL PIU’ PRESTO IL GOVERNO MONTI!
RICONQUISTIAMO CON LA MOBILITAZIONE IL CONTRATTO!
PAGHINO BANCHIERI, FINANZIERI E GRANDI CAPITALI!

Qui il comunicato in versione pdf da stampare, appendere, diffondere.

Legge di stabilità: Quanto perdiamo per il blocco dei contratti

Il disegno di legge detto “Legge di stabilità”, quello che il Ministro Grilli diceva non essere una stangata, prevede tra le altre misure anti lavoratori e antipopolari, anche la proroga del blocco contrattuale per il pubblico impiego per tutto il 2014 e la sospensione dell’I.d.V.C. (indennità di vacanza contrattuale) dal 2013.

Giusto per farci qualche conto in tasca vediamo insieme quanto una collega o un collega per esempio di categoria C1 (nel nostro Ateneo la categoria C
rappresenta più del 52% delle e degli impiegati) ha perso e perderà da novembre 2009 per effetto del blocco e della sospensione.

Poiché non si è rinnovato il contratto nel 2010 e supponendo per ogni anno un aumento mensile di circa 31 euro pari all’ultimo misero rinnovo contrattuale (che la F.L.C. C.G.I.L. ha contestato e non firmato a differenza di C.I.S.L., U.I.L. e C.S.A.) ha perso (in presenza dell’I.d.V.C.) circa 1.970 euro per il triennio economico 2010/2012.

Nel 2013 non percepirà più l’I.d.V.C. e la perdita ulteriore sarà di circa 150 euro annui. Oltre naturalmente a quella che viene dai mancati rinnovi contrattuali pari a circa 3.634 euro per gli anni 2013/14.

Supponendo che dal 2015 tutto si sblocchi e ci sia il rinnovo contrattuale, la/il collega avrà perso ben 5.603 euro in appena 5 anni!

E tutto questo senza aver minimamente considerato gli effetti sul montante contributivo delle pensioni e sul T.F.R. Tale dato ovviamente è peggiore per i colleghi di categoria D ed EP.

Il lavoratore paga ma la responsabilità di chi è?

La responsabilità di questa situazione non è genericamente del mercato, della crisi come “lor signori” continuano a sostenere ben spalleggiati da quasi tutti i media, ma del governo Monti, della cricca dei professori amici dei banchieri e degli scudati e di chi sostiene questo Governo dentro e fuori dal parlamento.
E di chi in questi anni non si è mai mobilitato contro queste misure.

E’ quindi sempre più necessaria una mobilitazione generale, naturalmente prima che il disegno di legge sia discusso e prevedibilmente votato in Parlamento, per contrastare efficacemente queste misure.

Noi a livello di Ateneo continueremo a gran voce a chiedere che sia aumentato il Fondo Comune di Ateneo; sulle modalità di distribuzione del F.C.A. (per esempio una distribuzione più equa tra le categorie) saremmo ben felici di elaborare una nuova proposta insieme alle altre sigle sindacali di Ateneo, se solo queste le formulassero in RSU o al tavolo di trattativa e non solo nei comunicati…

MANDIAMO A CASA AL PIU’ PRESTO IL GOVERNO MONTI!
RICONQUISTIAMO CON LA MOBILITAZIONE IL CONTRATTO!
PAGHINO BANCHIERI, FINANZIERI E GRANDI CAPITALI!

Qui il comunicato in versione pdf e una tabella con quanto perde ogni categoria in questi anni a causa del blocco dei contratti.
Da stampare, appendere, diffondere.

Una rapina andata male….

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che prevede a carico dei lavoratori la ritenuta del 2,50% sull’80% della retribuzione ai fini del calcolo della buonuscita, dando così ragione alle organizzazioni sindacali che avevano intrapreso iniziative legali a tutela dei lavoratori.

La CGIL di ateneo il 21/3/2012 aveva inviato a tutti i lavoratori un facsimile di lettera ai fini di interrompere i termini della prescrizione. Per chi vuole approfondire i comunicati sono sul nostro sito a questi indirizzi:

http://www.cgil.unimi.it/index.php/comunicati/2012/175-lettera-di-diffida-per-trattenuta-2-5

http://www.cgil.unimi.it/index.php/comunicati/2012/179-trattenuta-tfr-questa-non-ce-l-aspettavamo

(da quest’ultimo risulta anche chi all’epoca era contrario…)

Ora riteniamo che tutte le amministrazioni debbano provvedere:

– a bloccare la trattenuta illegittima

– a restituire gli arretrati dovuti

Molto probabilmente la nostra amministrazione bloccherà la trattenuta a partire dallo stipendio di novembre, mentre nulla è ancora stato deciso riguardo agli arretrati.
Se volete approfondire la questione potete leggere il comunicato sul nostro sito nazionale:
http://www.flcgil.it/attualita/previdenza/e-incostituzionale-la-trattenuta-del-2-50-ai-fini-previdenziali.flc

QUI trovate invece una lettera di diffida da inviare all’amministrazione per richiedere quanto sopra.

In questi anni il lavoro dipendente ha subito dai vari governi tante rapine e da tante altre ha dovuto difendersi.

Questa è una rapina ai nostri danni che non gli è andata bene!

Docenti e buoni pasto: senza vergogna…

Siamo rimasti costernati e commossi leggendo la supplica che parte del corpo docente sta inviando ai candidati rettore, ben sapendo che professori associati e ordinari in mancanza di buoni pasto saranno costretti a mettersi in coda alle mense della carità francescana.

Così, se Riccardo III invocava “il mio regno per un cavallo!”, i nostri docenti lanciano lo straziante grido “il mio voto per un pasto!”.

E se i ricercatori hanno delle reali motivazioni economiche per le loro richieste, ci chiediamo cosa spinga chi veleggia oltre i 4.000 € al mese a subordinare il proprio voto ad una richiesta tanto spiccia.

Ma noi tecnici amministrativi, che siamo più modesti, ci accontenteremmo semplicemente di recuperare gli oltre 6.000 € che perderemo in potere d’acquisto tra il 2010 e il 2014.

Di seguito il testo della lettera inviata dai docenti


Milano, 5 ottobre 2012

Lettera ai candidati per l’elezione del Rettore dell’Università degli Studi di Milano

Cari colleghi,
a partire dal 1° ottobre 2012, come sapete, l’Ateneo non riconosce più i buoni pasto al personale non contrattualizzato.
Questa decisione è stata presentata al personale docente come la mera applicazione delle disposizioni riguardanti la riduzione delle spese delle Pubbliche Amministrazioni.
E’ nostra opinione, confortata anche dal parere di giuristi cui ci siamo rivolti, che l’abolizione dei buoni pasto non fosse in realtà un obbligo di legge, bensì si sia trattato di decisione discrezionale da parte dell’Amministrazione dell’Ateneo.
La disposizione in oggetto (“A decorrere dalla medesima data è fatto obbligo alle università statali di riconoscere il buono pasto esclusivamente al personale contrattualizzato”, art. 5, comma 7, del DL n.95 del 6/7/2012 convertito dalla Legge n. 135/2012) non è infatti formulata nei termini di un divieto per le università statali a riconoscere buoni pasto al personale non contrattualizzato, ma solo di obbligo nei confronti del personale contrattualizzato.
Chiediamo pertanto che ciascuno di voi, in qualità di candidato alla carica di Rettore dell’Ateneo, prenda un esplicito impegno per il ripristino dei buoni mensa alle medesime condizioni precedenti la loro abolizione. Riteniamo questa una precondizione per poter prendere in considerazione di votarvi.

Distinti saluti

sMONTIamoli: che la crisi la paghino i banchieri!

Ci sarebbe stato da correre tutti a prendere uova e ortaggi al mercato: stamattina girava voce che Monti passasse in via Festa del Perdono per un’iniziativa sull’Expo di cui nessuno sapeva nulla.

Il governo dei “tecnici”, in perfetta continuità coi precedenti governi, sta proseguendo la rapina contro il pubblico impiego, a tutto beneficio di banche, grandi aziende e beneficiari vari delle “grandi opere ad alta velocità”. Nella notte è stato varato il testo della legge di stabilità 2013 che verrà messo in votazione in parlamento.

Il nostro CCNL, rimane bloccato almeno fino a fine 2014. L’indennità di vacanza contrattuale, quella manciata di euro in busta paga che dovrebbe compensarci dalla mancanza del contratto, sarà cancellata per gli anni 2013 e 2014. Perciò stipendio bloccato e tagliato.

Stretta sui permessi previsti dalla legge 104. La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l’assistenza ai figli o al coniuge. Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili..

Più in generale vengono colpiti tutti i lavoratori. I servizi continueranno a essere tagliati: 1 miliardo in meno alla sanità pubblica. Le imposte indirette continuano a crescere: l’IVA passa al 22% (dall’1 luglio 2013), rendendo ancor più cara la nostra spesa.

Bisognerebbe andare a gridarlo in faccia al ceruleo prof. Monti e al suo codazzo di avanzi di fondazioni finanziarie, di CdA di banche e di altri privilegiati.

Naturalmente l’ateneo pullula di polizia in borghese: la stessa che ha pestato gli studenti che volevano andare a manifestare sotto il palazzo della regione. D’altronde il consulente di Monti per la sicurezza è lo stesso De Gennaro che ha pianificato l’assalto alla scuola Diaz nel 2001,”per riscattare l’onore delle forze dell’ordine”.

Serve uno sciopero generale europeo: le politiche contro i lavoratori vengono ormai decise da ministri, banchieri e industriali.
A novembre Spagna e Portogallo faranno l’ennesimo sciopero, questa volta insieme. Le lotte isolate servono a poco.

Elezione rettore: Una testa, un voto!

Come abbiamo sostenuto in un precedente comunicato riteniamo che un’organizzazione sindacale non debba prendere parte per l’uno o l’altro candidato nell’elezione del Rettore, il quale, se eletto, rappresenterà la nostra controparte.

Riteniamo sia invece nostro compito ribadire un principio che riteniamo fondamentale: troviamo umiliante dover votare con un voto che vale il 15% di quello di un docente. Ci siamo battuti (e nell’incontro del 25 settembre siamo anche intervenuti in merito) e ci batteremo sempre a favore del principio “UNA TESTA, UN VOTO”. Tutti i candidati nell’incontro hanno parlato di pari dignità: ci aspettiamo che appena eletti mettano mano a questa vergogna.

Invitiamo i lavoratori che si recheranno a votare (ricordiamo che tutti possono votare) a non farlo in un’ottica localistica, uniformandosi per forza a quel che fa la propria struttura, sperando nei benefici del “rettore amico”.

Noi lavoratori non facciamo parte di alcuna cordata e non ci leghiamo a nessun carro e abbiamo tutto da guadagnare ragionando con la nostra testa e scegliendo quel che ci sembra il meglio sulla base dei programmi, del dibattito del 25 settembre e sulle eventuali altre occasioni che avremo di ascoltare o leggere quello che le candidate e i candidati sosterranno.

Ex Presidenze: Una scatola nera

L’1 ottobre, decadono definitivamente le Vecchie Facoltà e scompaiono le presidenze.

Finalmente nell’incontro del 27 settembre l’Amministrazione ha dato una risposta, seppure iniziale ed incompleta, alle nostre richieste in merito al destino professionale del personale delle ex presidenze di Facoltà con il progetto di costituzione di un Centro servizi di supporto alla didattica.

Progetto che naturalmente dovrà passare al vaglio degli organismi di governo.

Apprezziamo che finalmente ci sia un’ipotesi su cui lavorare, ma ovviamente questo è solo un piccolo inizio; ci troviamo davanti a una “scatola nera” di cui non conosciamo il contenuto.

Noi chiediamo:

  • gestione della transizione, affinché non ricadano impropriamente sui lavoratori delle ex presidenze i problemi di vuoto decisionale e di mediazione
  • mantenimento delle competenze e delle professionalità del personale
  • reale rispetto degli accordi in essere sulla mobilità, in particolare in questa delicata fase di riorganizzazione.
  • tempi brevi per la costituzione del CASD e coinvolgimento, finora mancato, delle lavoratrici e dei lavoratori delle ex-presidenze e delle loro rappresentanze, sindacali e istituzionali nella pianificazione della nuova struttura e nell’elaborazione della Carta dei Servizi, ove verranno definiti quali servizi lasciare ai centri locali e quali dare all’amministrazione e quali ai dipartimenti.

Anche perché “il diavolo è nei dettagli”

Incontro 25/9: Ma allora contiamo qualcosa!

Come molte e molti di voi siamo stati attivamente presenti all’assemblea dibattito del 25 settembre con le candidate e i candidati all’elezione di Rettore UNIMI. La prima cosa, evidentissima ai presenti è che tanto interesse e disponibilità verso le richieste dei lavoratori, in ateneo, non si erano mai visti. Miracolo della campagna elettorale-rettorale.

Ci permettiamo alcune considerazioni in merito.

Crediamo che un’organizzazione sindacale non debba prendere parte per l’uno o l’altro candidato, il quale, se eletto, rappresenterà la nostra controparte.

Nostro compito è ribadire alcuni principi, che riteniamo fondamentali.

Chiediamo discontinuità col lungo mandato di Decleva, di cui abbiamo chiesto più volte le dimissioni. Senza voler demonizzare nessuno, crediamo che la sua gestione in CRUI abbia spalancato le porte alla pessima riforma Gelmini e non abbia scongiurato i pesanti tagli, mentre negli ultimi anni, sul versante interno, abbiamo sofferto una sostanziale paralisi.

Tutti i candidati si sono pronunciati contro la l. 240/2010 e i tagli all’università. Ci chiediamo: dov’erano mentre noi, sacrificando il nostro magro salario, scioperavamo per scongiurarli?

Sulle questioni poste dalla RSU c’è stata una diffusa disponibilità. Stupore, addirittura, per il fatto che non esista un calendario d’incontri, che alcune questioni si trascinino da anni. Benissimo: da novembre, anche qui, attendiamo discontinuità.
Registriamo, da parte di alcuni candidati, una certa disinformazione sulle questioni che ci riguardano, per esempio sembrano ignorare che le progressioni verticali sono state cancellate e quelle orizzontali bloccate per legge fino a fine 2014.
Anche sul fondo comune d’ateneo non sembrano esserci idee chiarissime. Concordiamo con la proposta di alimentarlo tagliando i molti sprechi, ma le cose che si possono fare subito non sono state citate: convogliare nel fondo anche una parte delle trattenute sulla ricerca finanziata, in particolare da bandi europei, e aggiornare finalmente il tariffario per l’affitto delle aule.

Quasi tutti i candidati hanno anche sostenuto la difesa dell’università pubblica. Se il nuovo rettore dovesse pertanto, smentendosi, percorrere la via della fondazione, troverà sulla sua strada le nostre barricate.

Quindi sicuramente un’iniziativa ben organizzata dalla RSU e ben riuscita. Che è stata anche molto vista attraverso lo streaming ed è possibile vedere o rivedere in videoregistrazione.

Qualcuno potrà chiedere: e ora?

Ci sentiamo solo di invitare le colleghe e i colleghi che si recheranno a votare di farlo sulla base di quello che le candidate e i candidati hanno detto e scritto e, se volete, prendendo in considerazione i principi e le argomentazioni illustrate sopra.

FIAT: Aveva ragione la FIOM

Non c’è molto da discutere: nella disputa dello scorso anno la FIAT, il governo e i sindacati filopadronali FIM-CISL, UILM e FISMIC avevano torto e la FIOM CGIL aveva ragione.
Il progetto “Fabbrica Italia” presentato da Marchionne non serviva a portare nuovi investimenti, non serviva a rilanciare l’auto italiana e a salvare posti di lavoro, ma solo a privare gli operai di diritti e salario.

Il referendum a cui furono costretti gli operai del gruppo FIAT è stato un disgustoso ricatto, che prevedeva più turni, più sabati lavorativi, più flessibilità, meno pause, meno diritto di sciopero, in cambio del “rilancio” della produzione (Marchionne parlava di raddoppio). Ora, come ammette lo stesso Marchionne (e come avevamo ampiamente previsto), quel progetto è fallito. I lavoratori hanno dovuto sacrificarsi, la FIAT no.
Il nuovo governo dice di non poter fare nulla: le scelte dei padroni (loro dicono “d’impresa”) sono intoccabili.
I sindacati flilopadronali tacciono: la loro figuraccia è veramente ignobile.

Noi, che abbiamo sempre sostenuto la FIOM, ne traiamo una lezione che vale per tutti: mai illudersi, mai cedere ai ricatti.
Chi dice “oggi salviamo il lavoro, poi un domani penseremo ai diritti” è il peggiore nemico dei lavoratori.

Presto e bene non stanno insieme

In fretta e furia gli organismi uscenti, in particolare il vecchio Senato, hanno approvato una quantità considerevole di regolamenti.
Alcuni sicuramente necessari per affrontare questa fase di transizione e riorganizzazione.
Altri che si configurano come una vera espropriazione dei compiti dei nuovi organi di governo.

E questa corsa al regolamento non da certo dei frutti di valore eccelso, anzi.

Prendiamo il caso del “Regolamento sui doveri accademici dei professori e dei ricercatori dell’università degli studi di Milano”

Tra diverse questioni affrontate troviamo i doveri didattici dei professori e dei ricercatori.
Vengono ribaditi gli obblighi di legge di minimo 350 ore di compiti didattici e servizi agli studenti (250 se il docente a tempo definito) e le 120 ore (90 se a tempo determinato) di lezioni frontali.
Numeri notevoli se comparate al nostro orario di lavoro annuale (1872 ore – 36 ore settimanali per 52 settimane – certo, comprensive delle ferie).
Viene anche ribadito l’obbligo di svolger personalmente le attività didattiche frontali o equivalenti a loro attribuite.
Benissimo direte! Salvo che nel paragrafo successivo ecco una via d’uscita a questo obbligo: vengono ritenute valide ragioni di deroga a tali obblighi quelle di salute (assolutamente corretto), quelle provenienti da un legittimo impedimento(meno chiaro ma condivisibile) e quelle per ragion d’ufficio!( e qui casca l’asino direbbe sempre la saggezza popolare).

Come i professori dovranno dimostrare l’avvenuto svolgimento dei loro compiti didattici e di servizio agli studenti? Tramite AUTOCERTIFICAZIONE, su registri online che solo entro 30 giorni dalla fine dell’anno accademico saranno inviati al Rettore per le operazioni di monitoraggio e verifica.
Lo vedete voi il prossimo Rettore che, a ottobre dell’anno successivo “verifica e monitora” per esempio le attività didattiche di un corso che si è tenuto da settembre a dicembre dell’anno precedente?

E se, dopo questa verifica cervellotica, si stabilisce che il docente non ha svolto i propri impegni cosa succede?
Nulla se i mancati assolvimenti dei compiti didattici non sono inferiori ai due terzi degli impegni.
Se sono inferiori ai due terzi questo è elemento di valutazione per l’attribuzione degli scatti retributivi triennali.
Sarebbe come se noi tecnici amministrativi non fossimo sanzionati se assenti ingiustificati per un terzo del nostro orario di lavoro.

A noi oltretutto questo sembra una presa in giro degli studenti che nel Regolamento non hanno alcun strumento di verifica diretta !

Quindi anche in questo caso rivolgiamoci alla saggezza popolare.

Presto e bene, raro avviene.

Noi, tramite i nostri rappresentanti in SA, abbiamo chiesto di ridiscuterequesto regolamento perché è inaccettabile che un regolamento di questa portata sia stato fatto approvare in fretta e furia a organi prossimi alla decadenza.

Tagli lineari con la scure – A pagare sono sempre gli stessi

La “revisione di spesa” del governo Monti non è altro che una nuova pesantissima manovra finanziaria, tutta a base di tagli (cioè i ricchi NON pagano).

Abbiamo sempre denunciato, anche nelle scorse settimane e negli scorsi giorni, gli sprechi (anche in ateneo), ma quel che vuol fare il governo è usare la retorica della “lotta agli sprechi” per tagliare del 10% le dotazioni organiche, cosa che preluderà a veri e propri licenziamenti.

A questi avvoltoi non interessa mettere sul lastrico intere famiglie e sono tutti felici di poter dire che finalmente “sono finiti i privilegi del pubblico impiego”.

Oltre a un nuovo blocco delle assunzioni e al taglio dei ticket a 7 euro, pioveranno su di noi lavoratori anche ulteriori tagli ai servizi. In particolare quelli, pesantissimi alla sanità.

Infine c’è il via libera a forti aumenti delle tasse universitarie: il diritto allo studio è ormai il lusso dello studio.

PER SAPERNE DI PIU’, E PER RAGIONARE INSIEME SU COME MOBILITARSI

ASSEMBLEA LUNEDI’ 23 LUGLIO ORE 14
AULA 6 – VIA CONSERVATORIO 7
FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE
CON LA PRESENZA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA FLC
MIMMO PANTALEO

PER L’UNITA’ DEI LAVORATORI, DEL SETTORE PUBBLICO E DEL SETTORE PRIVATO!

Le ore verranno coperte col monte ore annuo per assemblea sindacale retribuita.

Sprechi: Risparmio energetico e Progetto Ecosostenibile

A seguito dei nostri precedenti comunicati sugli sprechi ci sono giunte alcune segnalazioni e proposte, la maggior parte riguardanti il taglio di spese inutili come l’esternalizzazione dei servizi di manutenzione (idraulica, elettrica e carpenteria) e l’utilizzo degli impianti di condizionamento.

In un periodo in cui l’unico modo per fare cassa sembra quello di colpire i dipendenti pubblici e i servizi essenziali, e in cui i soldi che possono esser distribuiti ai lavoratori delle università sono quelli derivanti da risparmi ed entrate proprie, crediamo che la lotta allo spreco energetico sia sempre più importante.

Poiché la difesa dell’ambiente e la qualità della vita sono per noi due punti imprescindibili, già 4 anni (giugno 2008) fa avevamo preparato e presentato all’amministrazione un Progetto Ecosostenibile che avrebbe consentito una riduzione dei costi e un abbattimento delle emissioni. Allora non trovammo un terreno favorevole, ma ora, coi numerosi tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario susseguitisi, crediamo quanto mai urgente applicare ogni misura che produca risparmi e lasciando intatti i nostri stipendi (se non aumentandoli).
Riproponiamo quindi il nostro Progetto Ecosostenibile, lasciandolo aperto ad osservazioni e proposte da parte dei colleghi che vorranno scriverci.

Vedi o scarica qui il Progetto Ecosostenibile

Revisione di spesa o macelleria sociale?

Multinazionali e banche ordinano e l’illegittimo governo Monti esegue.

Non c’è più freno all’indecenza, non ci sono più filtri che salvino le apparenze: si risparmiano i privilegi dei politici, le pensioni d’oro, le spese folli in grandi (quanto inutili) opere per tagliare indiscriminatamente sulle teste dei lavoratori pubblici, dei bisogni essenziali. Il tutto per quella che loro chiamano “crescita”: cioè l’imperativo di elargire denari a fondo perduto a banche e imprese.

Il messaggio è chiaro: nessun lavoratore si senta al sicuro!

Quello che leggiamo in questi giorni è un bollettino di guerra:

  • 300.000 pubblici dipendenti licenziati (ma la stampa di regime per indorare la pillola parla di mobilità obbligatoria)
  • Blocco degli stipendi per altri 2 anni
  • Aumento dell’IVA dell’1,5% in 2 anni (ma i tagli non servivano proprio ad evitarlo?)
  • Diminuzione dei ticket pasto, chiusura obbligatoria ad agosto e fine anno
  • Tagli di 200 milioni alle università pubbliche per darli a quelle private (dalle quali proviene una discreta parte del governo)
  • Tagli alla sanità pubblica per arricchire ulteriormente quella privata

E questo è solo l’antipasto…

Non ci può essere alcuna mediazione con questo governo e coi partiti che lo sostengono; è ora che i lavoratori si muovano ed esprimano tutta la loro forza conflittuale nelle forme e nei tempi richiesti dalla presente situazione.

Nei prossimi giorni analizzeremo nel dettaglio i provvedimenti del governo e indiremo le prime iniziative di informazione e lotta.

CONTRO IL GOVERNO DI BANCHE E MULTINAZIONALI

PER L’UNITA’ DEI LAVORATORI – ESTENDERE LA LOTTA!