sMONTIamoli: che la crisi la paghino i banchieri!

Ci sarebbe stato da correre tutti a prendere uova e ortaggi al mercato: stamattina girava voce che Monti passasse in via Festa del Perdono per un’iniziativa sull’Expo di cui nessuno sapeva nulla.

Il governo dei “tecnici”, in perfetta continuità coi precedenti governi, sta proseguendo la rapina contro il pubblico impiego, a tutto beneficio di banche, grandi aziende e beneficiari vari delle “grandi opere ad alta velocità”. Nella notte è stato varato il testo della legge di stabilità 2013 che verrà messo in votazione in parlamento.

Il nostro CCNL, rimane bloccato almeno fino a fine 2014. L’indennità di vacanza contrattuale, quella manciata di euro in busta paga che dovrebbe compensarci dalla mancanza del contratto, sarà cancellata per gli anni 2013 e 2014. Perciò stipendio bloccato e tagliato.

Stretta sui permessi previsti dalla legge 104. La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l’assistenza ai figli o al coniuge. Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili..

Più in generale vengono colpiti tutti i lavoratori. I servizi continueranno a essere tagliati: 1 miliardo in meno alla sanità pubblica. Le imposte indirette continuano a crescere: l’IVA passa al 22% (dall’1 luglio 2013), rendendo ancor più cara la nostra spesa.

Bisognerebbe andare a gridarlo in faccia al ceruleo prof. Monti e al suo codazzo di avanzi di fondazioni finanziarie, di CdA di banche e di altri privilegiati.

Naturalmente l’ateneo pullula di polizia in borghese: la stessa che ha pestato gli studenti che volevano andare a manifestare sotto il palazzo della regione. D’altronde il consulente di Monti per la sicurezza è lo stesso De Gennaro che ha pianificato l’assalto alla scuola Diaz nel 2001,”per riscattare l’onore delle forze dell’ordine”.

Serve uno sciopero generale europeo: le politiche contro i lavoratori vengono ormai decise da ministri, banchieri e industriali.
A novembre Spagna e Portogallo faranno l’ennesimo sciopero, questa volta insieme. Le lotte isolate servono a poco.