Docenti e buoni pasto: senza vergogna…

Siamo rimasti costernati e commossi leggendo la supplica che parte del corpo docente sta inviando ai candidati rettore, ben sapendo che professori associati e ordinari in mancanza di buoni pasto saranno costretti a mettersi in coda alle mense della carità francescana.

Così, se Riccardo III invocava “il mio regno per un cavallo!”, i nostri docenti lanciano lo straziante grido “il mio voto per un pasto!”.

E se i ricercatori hanno delle reali motivazioni economiche per le loro richieste, ci chiediamo cosa spinga chi veleggia oltre i 4.000 € al mese a subordinare il proprio voto ad una richiesta tanto spiccia.

Ma noi tecnici amministrativi, che siamo più modesti, ci accontenteremmo semplicemente di recuperare gli oltre 6.000 € che perderemo in potere d’acquisto tra il 2010 e il 2014.

Di seguito il testo della lettera inviata dai docenti


Milano, 5 ottobre 2012

Lettera ai candidati per l’elezione del Rettore dell’Università degli Studi di Milano

Cari colleghi,
a partire dal 1° ottobre 2012, come sapete, l’Ateneo non riconosce più i buoni pasto al personale non contrattualizzato.
Questa decisione è stata presentata al personale docente come la mera applicazione delle disposizioni riguardanti la riduzione delle spese delle Pubbliche Amministrazioni.
E’ nostra opinione, confortata anche dal parere di giuristi cui ci siamo rivolti, che l’abolizione dei buoni pasto non fosse in realtà un obbligo di legge, bensì si sia trattato di decisione discrezionale da parte dell’Amministrazione dell’Ateneo.
La disposizione in oggetto (“A decorrere dalla medesima data è fatto obbligo alle università statali di riconoscere il buono pasto esclusivamente al personale contrattualizzato”, art. 5, comma 7, del DL n.95 del 6/7/2012 convertito dalla Legge n. 135/2012) non è infatti formulata nei termini di un divieto per le università statali a riconoscere buoni pasto al personale non contrattualizzato, ma solo di obbligo nei confronti del personale contrattualizzato.
Chiediamo pertanto che ciascuno di voi, in qualità di candidato alla carica di Rettore dell’Ateneo, prenda un esplicito impegno per il ripristino dei buoni mensa alle medesime condizioni precedenti la loro abolizione. Riteniamo questa una precondizione per poter prendere in considerazione di votarvi.

Distinti saluti