FIAT: Aveva ragione la FIOM

Non c’è molto da discutere: nella disputa dello scorso anno la FIAT, il governo e i sindacati filopadronali FIM-CISL, UILM e FISMIC avevano torto e la FIOM CGIL aveva ragione.
Il progetto “Fabbrica Italia” presentato da Marchionne non serviva a portare nuovi investimenti, non serviva a rilanciare l’auto italiana e a salvare posti di lavoro, ma solo a privare gli operai di diritti e salario.

Il referendum a cui furono costretti gli operai del gruppo FIAT è stato un disgustoso ricatto, che prevedeva più turni, più sabati lavorativi, più flessibilità, meno pause, meno diritto di sciopero, in cambio del “rilancio” della produzione (Marchionne parlava di raddoppio). Ora, come ammette lo stesso Marchionne (e come avevamo ampiamente previsto), quel progetto è fallito. I lavoratori hanno dovuto sacrificarsi, la FIAT no.
Il nuovo governo dice di non poter fare nulla: le scelte dei padroni (loro dicono “d’impresa”) sono intoccabili.
I sindacati flilopadronali tacciono: la loro figuraccia è veramente ignobile.

Noi, che abbiamo sempre sostenuto la FIOM, ne traiamo una lezione che vale per tutti: mai illudersi, mai cedere ai ricatti.
Chi dice “oggi salviamo il lavoro, poi un domani penseremo ai diritti” è il peggiore nemico dei lavoratori.