Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
Il Senato ha approvato il bilancio di previsione per l’anno 2023. La discussione è stata più partecipata di altre volte, infatti la seduta è durata più di cinque ore. Il motivo è semplice: la previsione per il 2023 è che le spese saranno superiori ai ricavi e pertanto potremmo andare in perdita con un deficit di oltre 20 milioni di euro. Questo deficit sarà coperto con gli utili dell’anno 2021, cioè con risorse precedentemente risparmiate che sono già nella nostra disponibilità.
L’ANNO CHE VERRA’: BILANCIO 2023. SERVIRA’ RESPONSABILITA’
Il nostro Ateneo è amministrato con prudenza: si pensi ad esempio che non abbiamo alcun debito. Da oltre dieci anni, siamo sempre riusciti ogni anno a registrare qualche utile, cioè a operare risparmi che poi sono stati nuovamente investiti: anche se è vero che, come abbiamo sempre detto in Senato, negli ultimi anni questi utili si sono progressivamente ridotti. Inoltre, grazie alla qualità della nostra ricerca che quest’anno è stata la migliore d’Italia, UniMi ha già ricevuto (e riceverà anche nel 2023) dei finanziamenti premiali aggiuntivi dal Ministero che permetteranno di incrementare le nostre entrate. Però l’anno 2022 è stato un anno molto difficile soprattutto a causa dell’incremento dei costi energetici (cresciuti di circa il 77%): costi che è plausibile rimarranno alti anche nel 2023. Per sua natura un bilancio di previsione non è “certo” dato che le previsioni sono per forza aleatorie, ma per il 2022 avevamo previsto di chiudere il bilancio in un sostanziale pareggio ed è verosimile che andrà proprio così: perciò è possibile che nel 2023 effettivamente si realizzi questa previsione di deficit. Il Rettore, anziché operare dei tagli a priori, date anche le nostre preoccupazioni, ha deciso di fare una “semestrale di cassa” cioè una verifica delle spese nel corso del 2023, dopo sei mesi: in base all’andamento di entrate e spese effettive, se necessario, si deciderà quali “spese preventivate” bloccare o rimandare al fine di garantire la sostenibilità economica generale.
Abbiamo fatto alcune proposte, messe per iscritto nella “nota a verbale” che potete trovare in allegato, sottolineando quali siano le criticità e chiedendo che se ne tenga conto nel corso del 2023. Nei nostri interventi abbiamo chiesto a tutti un atteggiamento responsabile. Il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario (T.A.B.) è sempre stato consapevole e pronto a fare la sua parte, ma a noi sembra che non sempre le altre componenti, cioè docenti e studenti, abbiano dimostrato uguale consapevolezza. Per quanto riguarda la spesa per il personale docente, ad esempio, è previsto che crescerà di ben 12 milioni di euro: la causa di ciò, risiede nei passati piani straordinari di reclutamento di ricercatori a tempo determinato che nel frattempo sono diventati professori associati a tempo indeterminato. Tutto questo ha portato al risultato che oggi i docenti e ricercatori siano più di 2.400, cioè oltre 500 in più del personale T.A.B.: uno squilibrio che si proverà a ridurre nei prossimi anni con le assunzioni recentemente deliberate dal Consiglio di Amministrazione. Per quanto riguarda gli studenti, abbiamo sottolineato ad esempio l’incremento di ben 2,3 milioni di euro per i canoni per le nuove residenze, che oltretutto incidono pericolosamente sul cosiddetto “indice di sostenibilità”, ovvero una norma di legge che obbliga gli atenei a contenere le spese per i fitti passivi. Così come andrebbero contenuti i costi di alcuni servizi agli studenti, che andrebbero riorganizzati e razionalizzati dato che i relativi costi sono in crescita costante negli ultimi anni. Chi volesse saperne di più sul bilancio, troverà in allegato il consueto approfondimento. Il rettore ha fatto sue le nostre proposte e preoccupazioni; pertanto, abbiamo voluto dare fiducia a tale impegno e votato a favore.
È in questo contesto che martedì 20 dicembre il Senato si riunirà in seduta straordinaria per esaminare la sostenibilità del progetto “MIND-Città Studi”. La sostenibilità economico-finanziaria del campus MIND è già stata certificata, ma si sta valutando con la società costruttrice Lendlease l’edificazione di 5.000 metri quadrati aggiuntivi e i relativi costi. Al contrario, il mantenimento e la sostenibilità di quante più sedi possibili di nostra proprietà a Città Studi non è certificata (qui potete trovare un nostro vecchio approfondimento). Vi terremo aggiornati.
MEDIAZIONE LINGUISTICA E CULTURALE RIPARTIRA’ NEL 2023/24
Il Senato ha approvato in via definitiva gli otto nuovi corsi di studio per l’anno accademico 2023/24 che erano già stati presentati durante la seduta di ottobre. A questi se ne sono aggiunti altri due interateneo: un corso di laurea professionalizzante in Tecnologie e Gestione dell’Impresa Casearia, di cui è sede amministrativa l’Università degli Studi di Parma e un corso di laurea triennale in Interpretariato e traduzione in Lingua dei Segni Italiana e Lingua dei Segni Italiana tattile, di cui è sede amministrativa l’Università degli studi di Milano-Bicocca. Inoltre, verrà riattivato il corso di laurea in Mediazione Linguistica e Culturale. Forse ricorderete che il Senato a febbraio aveva approvato a maggioranza (con 5 voti contrari e 4 astenuti) di sospendere le immatricolazioni al corso per l’anno accademico corrente. Noi avevamo votato contro. La scelta della sospensione giungeva a seguito di un importante incremento delle immatricolazioni che avevano reso insostenibile l’erogazione della didattica. Il corso era stato precedentemente oggetto di un ricorso giudiziario al TAR da parte di un’associazione studentesca che ne aveva contestato l’accesso programmato, cioè il cosiddetto “numero chiuso” e il tribunale gli aveva dato ragione. Ora il corso di Mediazione, del tutto rinnovato, verrà attivato per l’anno accademico 2023/24 ma, nuovamente, a “numero chiuso”. Abbiamo votato a favore della riattivazione del corso, esprimendo però la nostra contrarietà sulla proposta del “numero chiuso”, sia per motivi politici, sia per motivi tecnici: solitamente la difficoltà ad erogare i laboratori è ragione sufficiente (per legge) per giustificare un numero programmato, ma il nuovo manifesto studi prevedrà solo 3 crediti di laboratorio. Speriamo di non rivedere un film già visto: né i ricorsi, né le sospensioni delle immatricolazioni sono la soluzione.
ATTENZIONE AI NULLA OSTA PER I DOCENTI
Abbiamo votato contro la concessione di alcuni nulla osta, cioè autorizzazioni a docenti per l’insegnamento tra le 20 e le 60 ore l’anno in altri atenei. Il tema è delicato perché possono generarsi dei conflitti di interesse in particolare con altri atenei lombardi, tanto che UniMi si è dotata di specifiche linee guida che chiedono ai dipartimenti di vigilare su questo. Quattro di questi nulla osta riguardavano due atenei milanesi privati: oltretutto due riguardavano lo stesso corso (che è un elemento critico secondo le linee guida). Ne abbiamo approfittato per chiedere che annualmente in Senato siano portati dei dati aggregati sui nulla osta per verificarne il numero e, soprattutto, gli atenei di destinazione, dato che l’impressione è che siano quasi sempre gli stessi atenei privati milanesi. Il Rettore ha approvato questa richiesta.
Vi ringraziamo per l’attenzione e auguriamo buone feste.