Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
Il venir meno di alcune aule per lavori in corso presso la sede dove era collocata Veterinaria in via Celoria, ha aggravato la situazione di carenza di spazi per la didattica: con gli spazi a disposizione è impossibile predisporre il calendario delle lezioni per il prossimo anno accademico. Pertanto si costituirà a breve una commissione che dovrà valutare quali soluzioni straordinarie adottare.
LE AULE NON BASTANO PIU’ PER LE LEZIONI
La didattica a distanza non potrà essere una soluzione efficace dato che, per legge, l’attività a distanza non può superare il 10% della didattica complessiva. Più probabile che si decida di svolgere delle lezioni il sabato mattina oppure cercare spazi esterni in affitto. Non abbiamo preclusioni, ma a nostro parere un’ulteriore spesa di fitti per gli spazi esterni sarebbe da evitare, considerato quanto già spendiamo e gli incrementi di costi previsti per la sede di via S. Antonio. La carenza di spazi di oggi ci fa capire: 1) che sarà strategico in futuro mantenere funzionali quanti più spazi possibili a Città Studi, la cui rifunzionalizzazione deve essere una priorità per l’ateneo; 2) che è stato miope in passato scegliere di edificare Campus MIND a Rho ex-EXPO con una metratura del 40% inferiore rispetto agli spazi attuali presenti a Città Studi; 3) che andrebbe ridotto il numero degli insegnamenti.
L’OCCUPAZIONE CONTRO LA GUERRA IN PALESTINA
Venerdì 10 maggio oltre un centinaio di studenti ha piantato una cinquantina di tende nel cortile d’onore (il Filarete) nella sede centrale di via Festa del Perdono. Come saprete, si tratta di occupazioni in corso in tante città del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, che hanno lo scopo di solidarizzare con la popolazione palestinese e chiedere la chiusura dei rapporti accademici con le università israeliane al fine di fare pressione politica perché Israele cessi il massacro in corso in Palestina dove i morti sono oltre 35.000, di cui un terzo bambini, e dove scuole, università e ospedali sono stati sistematicamente distrutti; considerato anche che Israele è alla Corte Penale Internazionale dell’Aia con l’accusa di genocidio e disattende la risoluzione del 25 marzo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un “cessate il fuoco immediato”.
All’inizio della seduta del Senato, dei delegati degli studenti occupanti hanno letto un loro documento. Tre rappresentanti degli studenti in Senato a loro volta hanno poi presentato un ulteriore documento condiviso anche dagli studenti delle tende. Il documento chiede: 1) di valutare entro pochi giorni la chiusura dell’unico accordo interuniversitario in essere tra UniMi e un’università israeliana, la Reichman University (si tratta di una mobilità per gli studenti in ambito giuridico); 2) di valutare la chiusura di accordi con università in Stati che, secondo il diritto internazionale e le risoluzioni dell’ONU, impongono regimi di occupazione militare o di apartheid; 3) di valutare la chiusura di accordi con enti, organizzazioni o aziende dell’industria bellica, militare e di difesa; 4) che siano possibili audizioni di gruppi studenteschi in Senato; 5) che siano pubblicati, in modo integrale, tutti gli accordi che l’università intrattiene con le istituzioni esterne; 6) che l’ateneo si esprima contro le azioni del governo dello Stato di Israele nei confronti della popolazione civile palestinese ai sensi della risoluzione ONU sopra citata; 7) che il Rettore porti in CRUI (la conferenza dei rettori italiani) una posizione simile a quella indicata al punto precedente. Da parte nostra, noi abbiamo condiviso le richieste contenute in questo documento.
Il Rettore ha provato quindi a proporre una mediazione efficace in modo che il Senato potesse condividere all’unanimità un documento unico da pubblicare sul sito dell’ateneo. La mediazione è stata la seguente: 1) entro fine mese sarà convocata una commissione per valutare la chiusura degli accordi con università in Stati in cui siano in corso occupazioni militari o ci siano palesi violazioni dei diritti civili; 2) sarà valutata anche la chiusura di eventuali accordi con l’industria bellica (mentre vengono mantenuti quelli dell’industria della difesa e militare); 3) il Senato esaminerà la possibilità di audizioni per gli studenti; 4) si valuterà la possibilità di pubblicare integralmente gli accordi con enti esterni sulla base delle normative vigenti. Per quanto riguarda la richiesta che l’ateneo si esprima contro le azioni del governo dello Stato di Israele nei confronti della popolazione civile palestinese, noi abbiamo votato a favore, ma la maggior parte dei senatori si è espressa contrariamente: pertanto si è deciso di inserire una richiesta più sfumata che chiede la fine del conflitto e la liberazione degli ostaggi israeliani. Infine il Rettore si è impegnato per una raccolta di aiuti umanitari da inviare in Palestina e nel promuovere in futuro accordi di mobilità con le università palestinesi.
Pur apprezzando il tentativo di mediazione del Rettore, conserviamo alcune perplessità come avevamo già detto nel Senato del mese scorso e che riportiamo di seguito. 1) Sarebbe opportuno un provvedimento specifico di chiusura del rapporto con l’università israeliana Reichman: nonostante a livello di principio pensiamo che sia sbagliato chiudere i rapporti accademici dato che le “università costruiscono ponti”, considerata la straordinarietà della situazione, bisogna dare un segnale politico inequivocabile al Governo israeliano per far sì che termini il massacro in corso in Palestina e si ponga fine per sempre alle politiche coloniali e di apartheid in corso da anni: il nostro pensiero va al boicottaggio che gran parte dei Paesi del mondo adottarono nei confronti del Sudafrica fino al termine dell’apartheid all’inizio degli anni novanta. 2) Creare una commissione che valuti i rapporti con Stati che violano i diritti civili è un terreno troppo scivoloso che rende impossibile trovare un’univocità di criteri: la stessa Italia nelle sue carceri viola più di un diritto. 3) Vorremmo che l’ateneo si esprimesse chiaramente contro le azioni del governo dello Stato di Israele nei confronti della popolazione civile palestinese. Per finire, un senatore ha espresso un ringraziamento al Rettore che, a differenza di quanto sta accadendo in tanti altri Paesi del mondo, non ha chiesto l’intervento della polizia contro l’occupazione. Noi ci associamo a questo ringraziamento e ci auguriamo che, a seguito dell’incontro avvenuto lunedì 13 tra il ministro dell’interno, la ministra dell’università e la CRUI, in Italia non si assista a una repressione violenta delle proteste.
A FINE SETTEMBRE SI VOTERA’ PER ELEGGERE I RAPPRESENTANTI IN SENATO
Nei prossimi mesi il Senato Accademico verrà in gran parte rinnovato. Si sono da poco concluse le elezioni studentesche per eleggere i rappresentanti in Consiglio di Amministrazione, in Senato e nei Consigli di Dipartimento che entreranno in carica in autunno: potete leggere qui l’esito delle votazioni. Il 24 e 25 settembre si voterà per eleggere i cinque rappresentanti del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario in Senato. Tra settembre e ottobre verranno eletti anche i rappresentanti dei docenti in Senato, tra cui sei nuovi Direttori di Dipartimento. Infine, in giugno il Senato eleggerà il consigliere di amministrazione vacante della compagine docente.
Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.