DIFENDIAMO IL DIRITTO AL PASTO

Al tavolo di trattativa del 29 aprile abbiamo difeso, per l’ennesima volta e con decisione, il diritto al buono pasto nelle giornate di lavoro agile, respingendo al contempo la proposta dell’Amministrazione che proponeva la timbratura da remoto, in quanto in palese contrasto col CCNL e con lo Statuto dei Lavoratori.
La mediazione trovata prevede la corresponsione del buono pasto in presenza di fasce di reperibilità di almeno 6 ore, come previsto dal CCNL 2006/09.

Altra richiesta rinnovata è il buono pasto in telelavoro: è dal 18 gennaio, data della firma del CCNL 2019/21, che aspettiamo tale adeguamento promesso più volte al tavolo. Abbiamo quindi trovato paradossale che, a fronte di una richiesta di miglioramento delle condizioni di lavoro, i vertici della Direzione TELA abbiano chiesto un parere all’ARAN volto a togliere anche quel misero rimborso spese finora riconosciuto ai lavoratori in telelavoro; si tratta di un atteggiamento punitivo e vessatorio che non può e non deve trovare accoglienza nel nostro Ateneo. 

A tale proposito, chiariamo nei termini più categorici e perentori che non siamo disposti ad accettare alcun mercanteggiamento tra diritto al buono pasto in lavoro agile e il medesimo diritto in telelavoro.

Nell’esprimere la necessità di ripristinare le corrette relazioni sindacali tra l’Amministrazione e le rappresentanze del personale, abbiamo posto l’accento sulla paralisi della contrattazione durante la campagna elettorale degli ultimi mesi, chiedendo di ripartire subito con le due priorità per il personale TAB: PEO e PEV.