Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
La nuova rettrice del nostro ateneo sarà la prof.ssa Marina Brambilla. Il suo mandato decorrerà dal 1 ottobre 2024 fino al 30 settembre 2030. Ci complimentiamo per il risultato elettorale che ha conseguito augurandole un buon lavoro: il prossimo passo sarà la scelta di una nuova Direzione Generale, in scadenza al 30 settembre di quest’anno.
E DOPO 100 ANNI, UNA RETTRICE: SPERIAMO SEGUA LE ORME DI UN RETTORE CHE HA RICONOSCIUTO DIGNITA’ POLITICA AL PERSONALE
E’ stata una campagna elettorale fitta di appuntamenti in cui la prof.ssa Brambilla ha evitato di scendere in polemica diretta con gli altri candidati. La condotta sobria e misurata, unitamente alla competenza dimostrata e ai contenuti del suo programma, sono stati forse i fattori del suo successo elettorale.
Il prof. Elio Franzini rimarrà regolarmente in carica fino al 30 settembre, perciò non è ancora tempo di bilanci sul suo rettorato. Quello che però senza dubbio ci dice questa campagna elettorale è che il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario (T.A.B.) ha acquisito in questi anni una dignità politica senza precedenti. Nelle passate elezioni rettorali era mai successo che i candidati fossero così interessati alle esigenze del personale T.A.B. e dedicassero così tanti momenti per incontrarci nelle direzioni, nei dipartimenti, nei centri? E’ una dignità politica che non ci ha regalato nessuno: il personale T.A.B. se l’è guadagnata sei anni fa risultando decisivo nell’elezione del prof. Franzini. Va però dato atto al Rettore di essere stato di parola, mettendo all’ordine del giorno del Senato Accademico la revisione dello Statuto che nel 2019 ha permesso, con una lotta portata avanti unitamente dai rappresentanti del personale in Senato, di innalzare il nostro voto ponderato da 0,15 all’attuale 0,25: questo è stato il riconoscimento formale del nostro ruolo politico. Oltre a ciò, possiamo testimoniare che il prof. Franzini ha sempre trattato senza pregiudizi classisti il personale T.A.B.: ci auguriamo che questo sia di insegnamento per un cambio di mentalità tra tutti i docenti.
Come avevamo già scritto a gennaio, noi abbiamo sempre sostenuto che la democrazia in università vuol dire che il voto di ognuno deve avere lo stesso peso. Sappiamo che il percorso dei diritti è sempre lungo e fatto di lotte. Nel frattempo, bisogna conquistarsi il proprio peso politico e continuare la lotta per i nostri diritti. Per farlo, da sempre, la forza dei lavoratori è stata l’unione. Perciò rinnoviamo a tutte e tutti l’invito a rimanere uniti. Non vorremmo che una delle conseguenze di queste elezioni così vivaci, sia un malcontento creato involontariamente per fini elettorali: in troppi interventi e programmi abbiamo visto soffiare sulle divisioni tra chi lavora in amministrazione centrale e chi nei dipartimenti, tra giovani e anziani, tra tecnici e amministrativi.
GUERRA IN PALESTINA: TRA DIBATTITI, COMMISSIONI E ACCORDI
Il 15 aprile un collettivo studentesco ha esposto in rettorato uno striscione con scritto “stop genocidio” in merito al massacro in corso di circa 34.000 palestinesi, dei quali oltre un terzo bambini, a opera dell’esercito israeliano. Una delegazione è stata ricevuta dal Rettore che ha dato disponibilità a partecipare a un dibattito pubblico sul tema e che veda rappresentate “più opinioni”.
Durante il Senato del 16 aprile i tre senatori rappresentanti degli studenti dei collettivi di sinistra hanno chiesto nuovamente se fosse possibile aprire un tavolo di valutazione dell’unico accordo interuniversitario in essere tra UniMi e un’università israeliana, la Reichman University (si tratta di una mobilità per gli studenti in ambito giuridico), alla luce dell’attuale situazione internazionale in cui Israele è alla Corte Penale Internazionale dell’Aia con l’accusa di genocidio e disattende la risoluzione del 25 marzo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un “cessate il fuoco immediato”. Come forse ricorderete, l’anno scorso tra novembre e dicembre, insieme ai tre senatori sopra citati, avevamo chiesto al Senato (senza ottenerla) una presa di posizione più netta sul conflitto in Palestina presentando un testo che, oltre a un cessate il fuoco immediato (unico punto approvato dal Senato), chiedesse la liberazione degli ostaggi israeliani e palestinesi, condannasse il sistema di apartheid israeliano e l’occupazione militare dei territori palestinesi. La mozione chiedeva inoltre la chiusura del rapporto con la Reichman University. Ora, su quest’ultimo punto, nel Senato del 16 aprile il Rettore ha accordato la costituzione di una commissione del Senato (presieduta dalla prof.ssa Baldi, prorettore all’internazionalizzazione, e dalla prof.ssa D’Amico, prorettore alla legalità) che valuti tutti gli accordi internazionali in essere: 1) ponendo attenzione al “dual use”, cioè alla possibilità di duplice utilizzo sia civile sia militare; 2) andando a giudicare non quello che una determinata università fa in assoluto, ma solo all’interno del determinato accordo che quell’università ha con UniMi; 3) considerando anche se il Paese ospitante quell’università sia in conflitto o violi i diritti civili e umani.
Come detto in Senato, noi siamo più che favorevoli a dei dibattiti pubblici sulla guerra in Palestina: è fondamentale che se ne parli in università. Per quanto riguarda l’accordo con l’ateneo israeliano, non abbiamo nascosto che ci faccia male l’idea di chiudere il rapporto, perché pensiamo che la cultura e la scienza debbano creare ponti tra i popoli. Sarebbe stato importante avere anche un accordo di mobilità studentesca con atenei palestinesi. Il problema è che nel marzo del 2022 il Ministero dell’università ha chiesto agli atenei italiani di sospendere tutti i rapporti con gli atenei russi e gli atenei si sono adeguati. E’ stata una scelta puramente politica che ha creato un precedente, scelta contro cui si è espressa anche la FLC CGIL nazionale. Fino a oggi non c’è stata un’analoga richiesta per i rapporti con Israele e questo dualismo è inaccettabile. Il punto è che stiamo assistendo a una situazione straordinaria: 34.000 morti e l’accusa di genocidio. La sospensione del rapporto accademico con Israele sarebbe un segnale politico straordinario e necessario, con il fine di fare pressione perché il Governo israeliano cessi il massacro: ogni ateneo può fare la sua parte. Premesso ciò, abbiamo espresso perplessità sulla proposta di commissione, proposta dal Rettore e accettata dagli studenti, per valutare tutti gli accordi internazionali in essere. Trovare dei criteri di valutazione diventa un terreno troppo scivoloso e ci fa perdere di vista la straordinarietà della situazione.
LAVORI IN CORSO: CAMPUS MIND E VIA MERCALLI
Il Rettore ha informato il Senato che è stato nominato il direttore dei lavori del campus MIND e che il cantiere ora verrà avviato. Infine ha riferito di attendere la lettera dall’Opera Diocesana, proprietaria dell’immobile di via S. Antonio in cui si trovano alcuni nostri uffici amministrativi, per la concessione di una proroga della nostra presenza almeno fino al 30 settembre 2025, data presunta di conclusione dei lavori edilizi in via Mercalli dove verranno trasferiti quegli uffici. La perizia di variante necessaria per riprendere a pieno regime i lavori in via Mercalli, verrà valutata dal C.d.A. di questo mese: seguiranno aggiornamenti dal consigliere Cerini.
Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.