Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
Il Senato, convocato in seduta straordinaria, ha esaminato le delibere relative all’approvazione del progetto definitivo per il campus MIND nell’area Rho-EXPO. Per il Senato si è trattata di una semplice “comunicazione”. Le delibere sono state sottoposte al voto solo in Consiglio di Amministrazione, come già spiegato dal consigliere Cerini nella sua comunicazione del 23 dicembre.Il Rettore ha comunicato che tra gennaio e febbraio Senato e C.d.A. dovranno votare “la sostenibilità economica e finanziaria per inserire Città Studi nel progetto edilizio complessivo dell’Ateneo”. Salvo imprevisti, entro la fine di febbraio, se sarà approvato il nuovo piano economico e finanziario, verrà sottoscritto il contratto di concessione con Lendlease, la multinazionale operante nel settore delle infrastrutture che si è aggiudicata (come unica concorrente) il progetto per il campus MIND.
MAI DIRE MIND
Lendlease ha chiesto 39 milioni aggiuntivi per i costi relativi alla costruzione di ulteriori 5.000 metri quadrati netti (resisi necessari per la poca fruibilità degli spazi inizialmente progettati) e 94 milioni aggiuntivi per i costi relativi alle lavorazioni determinati dall’incremento del prezzo delle materie prime e dell’energia. Forte del parere dell’Avvocatura dello Stato, UniMi è disposta a pagare “solo” 20 milioni complessivi aggiuntivi. Questa disputa economica andrà risolta definitivamente in febbraio prima della firma del contratto di concessione che sancirà il nostro “punto di non ritorno”.
Nei nostri interventi, abbiamo posto due ordini di problemi:
- la sostenibilità economica dei progetti edilizi sia nel breve che nel lungo periodo,
- il mantenimento di quante più strutture possibili a Città Studi.
DIFFICILE GARANTIRE LA SOSTENIBILITA’ ECONOMICA
Far quadrare i conti in futuro non sarà semplice. Anche senza considerare l’incremento di costi, da quando sarà attivo il campus (dal 2025 o forse dal 2026, i tempi sono ancora incerti), dovremo pagare a Lendlease un canone annuale medio di almeno 22 milioni di euro per affitto e costi dei servizi: tutto questo ogni anno, per ventisette anni. UniMi ha in previsione di dismettere alcune strutture che porteranno introiti e risparmi di costi di gestione, ma se non ci riuscirà nei tempi stabiliti, sarà impossibile far fronte a quei 22 milioni di euro annui senza dover contenere alcune spese del nostro bilancio. Senza dimenticare che già per il 2023 è previsto un risultato di bilancio in negativo.
CITTA’ STUDI E’ NECESSARIA
Il campus MIND prevede spazi che equivalgono al 40% degli attuali spazi di Città Studi. Abbiamo detto che se UniMi vorrà crescere in futuro, potrà farlo solo se manterrà quante più strutture possibili su Città Studi. Questa volontà è stata espressa anche dal Rettore. Dopo che sarà votata la sostenibilità di Città Studi, verranno anche definitivamente individuati i dipartimenti interessati dal trasferimento a MIND che al momento sembrano essere undici. Allo stesso modo saranno definiti quali dipartimenti, attualmente dislocati in altre aree, verranno trasferiti a Città Studi nelle strutture che si libereranno. Cliccando qui, potete leggere quanto ipotizzato nel 2021.
ATTENZIONE AL MODELLO ORGANIZZATIVO
Il campus MIND potrebbe prevedere un “direttore di polo” cioè una “figura dirigenziale con alto livello di responsabilità al quale saranno affidati compiti di coordinamento, sovrintendenza e controllo dell’efficace ed efficiente funzionamento di tutti i servizi amministrativi e tecnici attivati presso il polo Mind”. Nel nostro intervento abbiamo espresso perplessità a riguardo: si rischia di creare a MIND una sorta di figura di “Direttore Generale ombra”. D’altronde il nostro Ateneo ha sempre avuto storicamente due aree di insediamento, Centro e Città Studi, senza per questo aver avuto la necessità di creare a Città Studi la figura di un “direttore di polo”.
Inoltre “gli uffici amministrativi e direzionali del campus universitario saranno situati nell’edificio di rappresentanza e prevedranno la presenza di circa 500 unità tra personale tecnico, amministrativo e bibliotecario.” Abbiamo chiesto se si pensa di spostare quote degli uffici amministrativi presso MIND, con il rischio di creare disfunzioni organizzative e ampliare il problema degli spazi. Temiamo che si creino i presupposti per un’amministrazione parallela in vista di possibili gemmazioni. In sostanza, abbiamo detto che non vorremmo creare oggi i presupposti che in futuro potrebbero portare alla nascita di un vero e proprio nuovo ateneo a MIND.
Infine, abbiamo chiesto che il modello organizzativo sia oggetto di interlocuzioni sindacali. Il Rettore ha acconsentito alla nostra richiesta.
Vi ringraziamo per l’attenzione e auguriamo a tutti un buon 2023.