RINNOVO CONTRATTO NAZIONALE COS’È L’ATTO DI INDIRIZZO

La contrattazione per il rinnovo del CCNL procede molto lentamente, determinando ritardi anche nelle contrattazioni locali che sono strettamente legate al CCNL dal punto di vista economico e normativo (es. indennità e progressioni).

Recentemente è stato pubblicato l’atto d’indirizzo, che è nei fatti la piattaforma della controparte. Rispetto al documento emanato in precedenza dal MUR, si registra un evidente arretramento, almeno su due aspetti: quello economico (siamo ben lontani dalla diminuzione della differenza salariale con gli altri settori, e dall’ipotesi circolata di un aumento medio di 107 euro) e quello normativo. La riduzione di risorse, per quanto non venga esplicitato, rientra in una più complessiva azione di tagli. In un rimpallo continuo tra tragedia e farsa, il presidente del consiglio Draghi è riuscito a trasformare le parole di un suo nefasto predecessore (“Volete burro o cannoni?”) in un’alternativa più moderna, ma non meno ipocrita (“Bisogna scegliere fra la pace e l’aria condizionata”). La “pace” per il governo significa orwellianamente il riarmo, e i soldi per finanziarlo si devono trovare risparmiando sui contratti del pubblico impiego, sulla sanità, sui trasferimenti agli enti locali e in generale sulle spese sociali.

Dal punto di vista normativo preoccupa, ma non stupisce dato che il ministro è Brunetta, il richiamo ossessivo al “merito” e alla “valutazione”, a cui si è aggiunta la “formazione”. La controparte vuole scongiurare la “corresponsione generalizzata dei trattamenti accessori definiti in sede integrativa” e, ovviamente, delle progressioni economiche. Sappiamo bene quanta arbitrarietà si celi dietro il merito e la valutazione (e i famosi e fumosi “criteri oggettivi” per determinarli, che nessuno riesce mai a trovare). L’incremento a volte intollerabile dei carichi di lavoro, che si è riversato in particolare su alcune strutture, porta comprensibilmente alcuni lavoratori interessati a individuare nella “valutazione” uno strumento per riconoscere il loro impegno. Evidentemente la controparte gioca su queste contraddizioni per creare divisioni fra i lavoratori e fare passare il proprio concetto di “merito”, e cioè tanto lavoro in più e tanta fedeltà aziendale. Pure la formazione, in sé positiva, può rappresentare uno strumento di discriminazione e di esclusione. Come sindacato faremo tutto il possibile per evitare discriminazioni ed esclusione di categorie di lavoratori, che rischierebbero di ritrovarsi marginalizzati e con un salario accessorio decurtato. Continueremo anche il nostro impegno -anche localmente- per la difesa del potere di acquisto dei nostri salari, ormai pesantemente falcidiati dall’inflazione.

Infine ribadiamo la nostra avversione alla guerra, che è sempre ben motivata dalle parole di Bertolt Brecht:

La guerra che verrà

La guerra che verrà non è la prima.Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.

Bertolt Brecht

In allegato la locandina in formato PDF