Il disastro di un sistema che i politici del Pirellone hanno sempre giudicato eccellente è sotto gli occhi di tutti. Ciò che diventa sempre più chiaro è che lo sfascio del pubblico è funzionale a ingrassare interessi privati, che già erano stati favoriti dal sistema criminale messo in piedi da Formigoni e soci, oggi, per questo, condannati. Gli esempi più recenti riguardano il vaccino anti influenzale e le cure domiciliari.
Com’è stato anche documentato da varie puntate della trasmissione Report, la Regione Lombardia non è riuscita a comprare abbastanza dosi di vaccino anti influenzale, ed è anche riuscita a pagare a prezzi da capogiro le poche dosi acquistate. Ora, con molti ritardi, iniziano le vaccinazioni delle categorie a rischio, ma da diversi giorni alcuni noti gruppi privati “offrono” il servizio a pagamento. Molti poveri disgraziati che, avendone diritto gratuitamente, non riescono ad accedervi nelle strutture pubbliche, si dovranno rivolgere a loro.
Anche l’assistenza domiciliare dei malati di covid-19, fondamentale per evitare di intasare gli ospedali con pazienti che presentano una sintomatologia lieve, in Lombardia finisce nelle mani dei privati. La sanità lombarda è riuscita ad attivare, al 21/10, solo 46 USCA (Unità Speciali di Continuità Ambientale) su 200 previste, e pertanto si sono inseriti i privati, offrendo un pacchetto di visite ed esami domiciliari a pagamento (€ 450 per la visita a domicilio).
Di fatto è sempre la stessa storia dei tamponi, che durante la “prima ondata” erano insufficienti anche per i sintomatici, e successivamente sarebbero stati fondamentali per il tracciamento e per gestire le quarantene, ma risultano ancora difficilmente accessibili. In questa situazione gli ospedali privati hanno fatto lauti affari offrendo tamponi ed esami sierologici a caro prezzo, e li fanno ancora, per esempio con strutture montate in prossimità degli aeroporti. Uno scenario presente solo in Lombardia.
La sanità lombarda, quella basata sulla “collaborazione tra pubblico e privato”, mostra quindi la sua faccia più feroce: il pubblico serve a far fare profitti stellari al privato, il pubblico ha privilegiato i grandi ospedali, sfasciando la prevenzione e i piccoli presidi, mentre i continui tagli governativi sfasciavano la medicina di base (se qualcuno fosse interessato ai numeri del processo di privatizzazione può leggere questo articolo: https://serenoregis.org/2019/09/12/la-nebbia-sulla-sanita-privata-in-lombardia-maria-elisa-sartor/)
Una completa inversione di questo sistema deve diventare una priorità politica e sindacale: le tasse di noi lavoratori non devono servire a foraggiare sistemi clientelari e scambi di favori fra politica e gruppi della sanità privata. La facciata luccicante che ci hanno presentato negli anni, con la possibilità di farsi rimborsare dal servizio sanitario nazionale prestazioni in cliniche esclusive, ha mostrato il suo vero volto alla prova del covid-19.
Condividiamo le parole di Gino Strada: il profitto nella sanità va abolito, la medicina deve essere pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti. E lo stato deve smetterla di risparmiare sulla nostra pelle e deve finanziare numeri di borse di specialità molto superiori agli attuali. Sarebbe utile che queste prese di posizione accomunassero non solo le organizzazioni sindacali, ma anche il personale sanitario, gli studenti e le autorità accademiche.
In allegato la locandina in formato PDF.