Che cosa ci aspettiamo dalla riorganizzazione
Della necessità di riorganizzare l’ateneo si parla almeno da 5 anni. Ora sembra che nei prossimi 6/9 mesi l’amministrazione dovrebbe procedere a riorganizzare le divisioni.
Della necessità di riorganizzare l’ateneo si parla almeno da 5 anni. Ora sembra che nei prossimi 6/9 mesi l’amministrazione dovrebbe procedere a riorganizzare le divisioni.
Con le violente cariche sugli operai di Terni il governo e la maggioranza che lo sostiene (PD in primis) segnano un ulteriore passo verso la deriva autoritaria che da sempre più parti viene denunciata.
Oltre a cancellare l’art.18 il governo Renzi vuole far piazza pulita anche degli articoli 4 e 13 dello Statuto dei lavoratori.
SORVEGLIARE, DEMANSIONARE E PUNIRE
L’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che l’imprenditore non può utilizzare sistemi che consentano il controllo a distanza dell’attività lavorativa dei dipendenti. A meno che tale controllo avvenga per esigenze organizzative e produttive oppure per garantire la sicurezza del lavoro: in questi casi è comunque necessario l’accordo delle RSU/RSA o dell’Ispettorato del lavoro.
Al ritorno dalle ferie estive, il personale che frequenta la mensa di via Festa del Perdono ha trovato un paio di brutte sorprese: razioni ridotte all’osso e taglio del personale con conseguenti ripercussioni sul servizio.
Anche se l’Amministrazione non l’ammetterà mai apertamente, la sperimentazione dell’apertura serale e durante i fine settimana di due biblioteche dell’Ateneo, la Biblioteca di Giurisprudenza Lettere e Filosofia (B.G.L.F.) e quella di Medicina Veterinaria (M.V.) è stata in generale fallimentare.
Durante l’incontro dello scorso 7 ottobre scorso uno dei punti in ordine del giorno ha riguardato il trasporto dei dipendenti e degli studenti con disabilità.
Regolamento dei sistemi di controllo e gestione degli accessi alle sedi dell’Università degli Studi di Milano/Regolamento in materia di videosorveglianza.
Come avete potuto leggere dall’ordine del giorno che è stato inviato, gli argomenti in discussione nell’incontro tecnico di martedì 7 Ottobre tra Amministrazione, RSU d’Ateneo e OO. SS., sono stati diversi e importanti.
Ci soffermeremo per ora solo sulla riorganizzazione dell’amministrazione centrale.
D. Chi vuole cancellare l’art.18 giura di volere mantenere il divieto di licenziamento per motivi di discriminazione. Non è un punto importante?
R. …e vorremmo vedere che affermassero il contrario!
Se la questione non fosse così importante per milioni di lavoratrici e lavoratori ci verrebbe da parafrasare Fantozzi dicendo loro: “Come siete buoni Voi!”.
Nei nostri comunicati abbiamo spesso spiegato come le politiche lacrime e sangue che stanno distruggendo il nostro futuro e quello dei nostri figli vengano decise e imposte da strutture sovranazionali. E’ quindi con profonda convinzione che aderiamo alla manifestazione della FIOM che contesterà il vertice sul lavoro dei capi di stato e dei ministri della UE che si svolgerà domani a Milano.
Mercoledì 8 ottobre è indetta un’assemblea sindacale retribuita dalle 9:00 alle 14:00
L’8 ottobre i capi di stato europei si danno appuntamento a Milano per parlare di occupazione e lavoro, cioè di come applicare meglio le loro politiche neoliberiste fatte di lacrime e sangue. Gli studenti si mobilitano, la FIOM sciopera, noi potevamo stare a guardare? Ovviamente no!
In allegato la locandina da stampare e appendere
D. A chi si applica l’art.18?
R. Si applica solo alle aziende con almeno 15 dipendenti.
In allegato la locandina da stampare e appendere.
Di fronte ad una crisi sempre più mordente e ad una disoccupazione galoppante, i figli degeneri (e degenerati) della Scuola di Chicago, fedeli al loro fanatismo neoliberista, non trovano nulla di meglio che attaccare nuovamente i diritti dei lavoratori (articolo 18, divieto di demansionamento e di controllo a distanza); come se questi siano la causa di una situazione che è frutto, invece, delle stesse politiche e ideologie perseguite dagli ultimi governi ed espresse con maggiore fedeltà e sadismo dai membri dell’attuale maggioranza (PD in primis).
Il presidente del consiglio, parlando alla festa del suo partito, ha affermato che nella pubblica amministrazione c’è grasso che cola ed è necessario tagliare. Qualche giorno prima il ministro Madia aveva esplicitato la volontà di non rinnovare il contratto ai pubblici dipendenti anche per il 2015, spiegando che c’erano già gli 80 euro.
Secondo la ministra Boschi chi rinviene nella sua proposta di riforma costituzionale una svolta autoritaria soffre di allucinazioni, e, pertanto, non vale la pena rispondergli.
Le sedute del Senato accademico sul Regolamento per il reclutamento dei docenti ci hanno dato diversi motivi di dissenso, che hanno portato al nostro voto negativo.
Diverse segnalazioni di colleghi, soprattutto da Città studi, ci indicano che sempre più responsabili stanno adottando “decaloghi” apportanti una stretta su timbrature, permessi e ferie.
La FLC-CGIL, insieme all’Associazione “NonUnoDiMeno”, hanno presentato un ricorso al TAR contro l’ennesimo attacco al diritto allo studio perpetrato dalla Regione Lombardia.
Non sappiamo quanto durerà l’ottimismo che, sulla scorta degli 80 euro mensili (per chi li ha avuti), sembra aver contagiato molti italiani.
La realtà che ci circonda non ci induce certo a prevedere un futuro roseo per il mondo del lavoro, e quindi noi confermiamo uno dei nostri impegni elettorali: la costituzione di una cassa di resistenza per prossimi scioperi.
Martedì 3 giugno 2014 si è svolto un incontro politico di trattativa tra l’Amministrazione, la RSU d’Ateneo e le Organizzazioni sindacali con il seguente ordine del giorno:
La nostra Amministrazione, giustificandola come “atto dovuto”, ha inviato il 30 maggio al personale tecnico amministrativo, la “Circolare sulle nuove disposizioni sulle assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”.
Il nostro governo di Robin Hood al contrario (cioè che tolgono ai poveri per dare ai ricchi) le pensa tutte pur di vessarci: l’ultima scoperta è inventarsi una nuova tassa sulla casa, la Ta.S.I., fissarne la scadenza, ma non dire come e quanto pagare… così, tanto per rendere ancora più impossibile la vita ai cittadini.