Il favoloso mondo del dott. Domenico Surace

I fatti rispondono alle accuse rivolteci in questi giorni dal funzionario CISAL

Le elezioni del senato accademico sono passate, ma pare che non sia passata la febbre da votazioni del dott. Domenico Surace che, complice il caldo e la paura di non essere rieletto (diciamo pure la paura di perdere i 7.600 € annui di indennità), prosegue con la sua strampalata campagna di accuse nei confronti della CGIL d’ateneo e dei suoi più attivi militanti.

Ora non è nel nostro stile polemizzare con altre sigle o singoli, ma di fronte alla quantità e all’assurdità delle accuse rivolteci in questi giorni, riteniamo sia utile a tutti ristabilire la realtà e mostrare di quale pasta sia fatto il suddetto.

Il “Nostro” non sa, o finge di non sapere, che il bando del T.F.A. era pubblico ed era pure stato pubblicato. Noi abbiamo, sulla base di dati accessibili e utilizzabili da chi è in grado di leggere, formulato una proposta che dovrebbe servire a rimpinguare i nostri magrissimi stipendi. [Vedere il nostro comunicato del 26/06/2012]

Inoltre troviamo che la scelta di Surace di inventare argomenti di evidente falsità per sostenere che saremmo collusi con l’amministrazione offenda anzitutto l’intelligenza dei lavoratori. Da settimane attacchiamo, come tutti sanno, l’amministrazione con una campagna martellante sugli sprechi e con una puntuale denuncia dell’autoritarismo della gestione Decleva, spalleggiato da alcuni dirigenti. [Solo per giugno vedere i nostri comunicati del 01/06/2012 “vigilanza prove di ammissione: una circolare sorprendente”, 13/06/2012 “il golpe strisciante”, 14/06/2012 “sprechi: tende d’oro”, 18/06/2012 “sprechi: impalcature fantasma”, 28/06/2012 “aule in saldo” ]

Il distratto paladino della fantomatica “maggioranza silenziosa” (forse con questo termine indica gli ordinari e gli associati di medicina dei cui interessi si fa portavoce) si dimentica anche che per primi avevamo denunciato l’acquisto dell’archivio storico de La Notte circa un anno e mezzo fa. [Vedere il nostro comunicato del 01/12/2010 “la notte in statale” ]

Infine l’informatica: non solo ne avevamo già denunciato gli sprechi ben 5 anni fa (quando ancora il dott. D.S. serviva al seguito del dirigente della divisione bilancio e programmazione), ma addirittura avevamo anche elaborato una serie di proposte (parola questa sconosciuta a chi fa la propria attività sindacale solo distruggendo il lavoro degli altri). [Nostro comunicato del 23/08/2007 “software libero e open source”]

Con questo speriamo di aver fatto un po’ di luce nella nebbia delle farneticazioni di certi soggetti; purtroppo avremmo preferito impiegare il tempo in questioni ben più utili, ma poiché per noi fare attività sindacale è una passione che non ci porta alcun guadagno, non possiamo nemmeno tollerare che per essa alcuni di noi vengano messi alla berlina con accuse false e strumentali; esprimiamo quindi tutta la nostra stima e solidarietà ad Alberto Airoldi che nei tanti anni di attività sindacale, all’opposto del dott. Domenico Surace, non ha mai mancato una mobilitazione, un corteo, una trattativa; sempre in prima linea a difesa dei lavoratori fino al punto di devolvere l’indennità di senatore ad un fondo di solidarietà per gli scioperi. [Vedere le nostre gallerie fotografiche]

Aule in saldo

Una buona e una cattiva notizia? La buona è che affittare un’aula in Statale costa molto meno che altrove. La cattiva è che i soldi dell’affitto delle aule e degli spazi espositivi vanno anche al Fondo comune d’ateneo (quello che viene distribuito in ragione delle presenze).

Quando nel 2010 si decise di ripristinare il Fondo comune d’ateneo si convenne che le tariffe vigenti avrebbero dovuto essere rivedute. Purtroppo questo non è mai avvenuto.

L’inerzia danneggia non solo il bilancio d’ateneo, ma anche i lavoratori.

L’attuale regolamento degli spazi ha diverse lacune, per esempio non prevede nemmeno un costo maggiore per le aule informatiche: Regolamento per la concessione di spazi per congressi e altre manifestazioni culturali

Proponiamo, a titolo di esempio, un confronto con Bicocca e Politecnico, che pure non sono nel centro di Milano

L’area che dovrebbe occuparsene (anche se dell’affitto di aule si occupano, non è ben chiaro con quale criterio, diverse strutture) è quella degli Affari Istituzionali, la stessa che si sta occupando di riscrivere regolamenti.

Sarebbe però ora che, nell’interesse del bilancio d’ateneo e dei lavoratori, si trovasse il tempo per aggiornare il tariffario e poi rispettarlo, visto che talvolta le aule vengono concesse addirittura con tariffe inferiori rispetto a quelle già ridicole del tariffario vigente.

La macchina del fango

Chi non la pensa come te ti fa paura? gettagli del fango addosso!

Sempre più spesso, a tutti i livelli politici e lavorativi, chi non è in grado di agire in modo proficuo e costruttivo si limita a gettare fango su chi teme maggiormente. Soprattutto se teme per il proprio “seggiolino”!

Chi critica i colleghi della CGIL che, una volta eletti, devolveranno l’indennità a favore di una cassa di solidarietà a favore dei lavoratori, sostenendo che è poca cosa (circa 7.600 € annui a noi in verità paiono molti!) , l’indennità se la tiene ben stretta!

I denigratori che proclamano al vento grandi cose provino a stendere un programma e cerchino addirittura di mantenerlo, dimostrino di avere fatto qualcosa di utile per i lavoratori in questi ultimi anni anziché urlare e vantarsi a vuoto!

In verità noi vediamo un ateneo dove la Cgil in modo trasparente illustra obiettivi e programmi, risultati ottenuti ed occasioni mancate.

Sfidiamoci su questo campo… il resto e’ fango che rimane in mano a chi lo lancia.

FLC Cgil Milano

Sprechi: Impalcature fantasma

Come promesso rieccoci a parlare di sprechi.

Impalcature fantasma: potrebbe essere il titolo di un film horror di dubbia qualità ambientato nel mondo dell’edilizia, e invece è lo spettacolo che quotidianamente, da parecchi mesi a questa parte, si presenta a chi frequenta il cortile pesci di via Festa del Perdono: centinaia di metri quadri di impalcature a coprire tutte e quattro le pareti dell’edificio e nemmeno l’ombra di un operaio al lavoro.

Ora la domanda sorge spontanea a noi, come alle decine di colleghi coi quali ci siamo confrontati: MA QUANTO CI COSTA TUTTO QUESTO?

Chiunque abbia dovuto svolgere dei lavori e affittare delle impalcature (privatamente o in condominio) sa che queste hanno un costo non indifferente proporzionale al numero di giorni; va da sé che è tutto interesse dell’affittuario fare in modo che i lavori comincino e finiscano il prima possibile; eppure tale regola non vale nel nostro ateneo, per cui rivolgiamo ai nostri dirigenti alcune domande:

  • per quale ragione dopo diversi mesi dal montaggio delle impalcature i lavori non sono ancora iniziati?
  • quanto ci costano a settimana le impalcature?
  • quanto costa la manutenzione che (speriamo) verrà fatta puntualmente?

Se possiamo esprimere alcune proposte diciamo che coi soldi risparmiati ci piacerebbe veder rifiorire gli immobili di Città Studi (via Celoria, via Mangiagalli, via Botticelli, via Saldini, ecc.), autentici gioielli architettonici abbandonati ad un triste destino di decadimento e abbandono.

Nella prossima puntata affronteremo le segnalazioni e alcune proposte che ci sono giunte dai colleghi. Rimane l’invito a tutti ad inviarne altre.

P.S. dopo la nostra denuncia di giovedì scorso, questa mattina sono stati eseguiti dei lavori su un cornicione pericolante in via Sant’Antonio. Lo consideriamo un primo risultato positivo raggiunto, soprattutto per le teste dei colleghi che lì lavorano; ora attendiamo fiduciosi che venga messo in sicurezza anche quello del cortile piccolo.

La rabbia non basta

Tre recenti episodi di cui sono vittime i lavoratori ci mostrano il grado di inciviltà di una società che sta virando rapidamente verso la barbarie.

Come riportato da diversi giornali, dopo la seconda forte scossa di terremoto in Emilia alcuni imprenditori hanno chiesto ai loro operai di andare a lavorare firmando una liberatoria. Questo perché con la prima scossa la maggior parte delle vittime erano operai sepolti sotto i capannoni. Il padrone che dovrebbe esser responsabile in prima persona della sicurezza decide, nel mezzo di una disgrazia, di non perdere giorni di lavoro e di scaricare sui lavoratori qualsiasi rischio.

A Basiano, vicino a Milano, 90 lavoratori di una cooperativa che lavora per “Il Gigante” sono stati licenziati. Per far entrare i lavoratori di un’altra cooperativa, che offrono i loro servizi a un prezzo inferiore, i carabinieri sono intervenuti e hanno sfondato il picchetto dei licenziati. Risultato: cariche, lacrimogeni, manganelli, 30 feriti. I crumiri, che a loro volta sono, come è sempre stato, in gran parte altri operai più ricattabili, sono così potuti entrare.

Terzo episodio: il ministro Fornero è stato colto in flagranza di menzogna sugli “esodati”, sbugiardato dall’INPS. La reazione è stata quella di chiedere provvedimenti contro chi ha fatto uscire le notizie riservate dall’INPS.
La vicenda degli esodati è un concentrato di infamia. Lavoratori garantiti da accordi sottoscritti da un governo e non riconosciuti da quello successivo, condannati a casa senza più lavoro, né pensione. Magari costretti a pagare i contributi mancanti usando il TFR. Si tratta pare di oltre 390.000 persone.

Provare rabbia e disgusto è il primo passo per resistere a questa barbarie. Poi, però, deve venire l’organizzazione e il progetto collettivo. E’ questa convinzione che ci guida nel nostro impegno sindacale.

Sprechi: Tende d’oro

Soffitti che cadono a veterinaria, cornicioni pericolanti in via Sant’Antonio, palazzi che si sgretolano a città studi… E l’elenco potrebbe allungarsi a dismisura…

Eppure, con un patrimonio edilizio che è un attentato alla salute dei lavoratori, il nostro C.d.A., dietro proposta della Divisione Progettazione e gestione del patrimonio immobiliare, non ha trovato nulla di meglio che spendere 700.000 euro per: “Fornitura e posa in opera di arredi e tendaggi e miglioramenti tecnologici presso l’Aula Magna e la Sala di Rappresentanza”; avete capito bene: 1.355.389.000 delle vecchie lire per ammobiliare due locali che non ne avevano assolutamente bisogno!

Ma il bello deve ancora venire: di questi 700.000 euro ben 216.000 saranno destinati ai tendaggi! Ovvio, chi di noi non ha in casa tende da 418 milioni di lire?

Ora non entriamo nel merito dei costi (che a prima vista appaiono comunque spropositati), ma la domanda che poniamo è: ERA PROPRIO NECESSARIO?

In un periodo in cui si parla di tagli, sacrifici e austerity (sempre sulle spalle dei lavoratori si intende), quei 700.000 euro non potevano essere utilizzati per ben più utili propositi?

E se la risposta è troppo complessa proviamo a suggerire noi qualche modo:

  • messa in sicurezza delle strutture pericolanti;
  • incremento del fondo trasporti;
  • ticket a tutto il personale;
  • incremento del fondo sussidi;
  • chi più ne ha più ne metta, con 700.000 euro di cose se ne fanno parecchie…

Nella prossima puntata affronteremo la questione delle impalcature montate e inutilizzate da circa un anno giacenti nel cortile pesci di via Festa del Perdono; intanto invitiamo i colleghi a segnalarci anomalie e sprechi.

Il golpe strisciante

Come una pessima legge è stata applicata al peggio in Statale

Fase 1: durante i lavori della Commissione Statuto Decleva si è più volte impuntato per applicare in senso ancor più restrittivo la L. 240 e chiudere ogni spazio di democrazia.

Per esempio ha negato la possibilità di eleggere il CDA, ha cercato in ogni modo di dare al rettore il controllo sul CDA, si è opposto a quasi tutte le richieste dei lavoratori. Il 22/5/2012 il TAR ha dato ragione agli atenei che hanno previsto l’eleggibilità del CDA.

Fase 2: elezione dei consigli di dipartimento. La diligentissima Dottoressa De Gaetano, recentemente nominata direttore amministrativo vicario, ha scritto una circolare che, senza alcun fondamento nello statuto, estrometteva dall’elettorato alcune categorie di lavoratori. Alle proteste e alle richieste di chi si è visto privato dei diritti politici è stato risposto con la minaccia di annullare le elezioni (anche se sappiamo che alcuni dipartimenti sono andati avanti per la loro strada).

Fase 3: regolamenti. L’approvazione dei regolamenti è una delle poche prerogative riservate al nuovo Senato accademico che, a differenza del CDA, è un organo elettivo (anche se alcune componenti sono fortemente sotto-rappresentate). Probabilmente per Decleva – De Gaetano è parsa troppa democrazia. Quindi in queste ultime sedute dei vecchi organi di governo si è scatenata una corsa all’approvazione di regolamenti, tutti confezionati in gran segreto, senza consultare nemmeno gli altri dirigenti. Secondo i due autori è meglio fare le cose male, ma in fretta.

D’altronde in molti, dopo averlo letto, hanno concluso che il nuovo statuto non è solo poco democratico, ma anche molto farraginoso.

Noi non abbiamo mai pensato che fosse una scelta intelligente sacrificare la democrazia in nome di un governo manageriale e ne abbiamo denunciato più volte i rischi.

Oggi ne abbiamo una chiara dimostrazione: decisioni prese sulla testa di tutti che stanno seminando il malcontento a tutti i livelli, dai tecnici – amministrativi, ai dirigenti e ai docenti.

Questa è la gestione Decleva – De Gaetano, che deve finire il più presto possibile per non creare altri danni.

 

Che cosa succede in mensa?

Le mense di via Festa del Perdono e di Segrate non chiudono, e questa è una buona notizia. Non si tratta di un fatto scontato: il rischio, vista l’indisponibilità dell’attuale gestore Sodexo, il ritardo nella gara e la necessità di svolgere dei lavori di manutenzione in sede era di una lunga interruzione del servizio (e quindi anche dello stipendio di chi ci lavora).

L’appalto attuale è gestito dal CIDIS, che vorrebbe però delegare l’università. Entrambi i soggetti si lamentano degli alti costi di gestione della mensa della sede, vecchia e bisognosa di numerosi lavori e sostengono che converrebbe chiuderla e convenzionarsi con quelle circostanti.

La mobilitazione dei lavoratori della mensa, di quelli dell’università e degli studenti ha messo in chiaro fin da subito che la mensa è indispensabile e deve essere di buona qualità. Se la mensa chiudesse gli esercizi esterni sarebbero insufficienti e i loro prezzi lieviterebbero. La mensa deve fornire pranzi cucinati in sede e ci deve essere un impegno volto al miglioramento della qualità.

La situazione attuale è la seguente: a breve entrerà il nuovo gestore (Oliosi) con un contratto di 1 anno rinnovabile 6 mesi, alcuni prezzi sono già aumentati, da metà luglio a fine agosto verrà chiusa per lavori.

Noi chiediamo che università e CIDIS investano nuove risorse per effettuare tutti i lavori necessari e garantire in futuro il servizio senza aumenti a carico degli utenti.

In un contesto di stipendi bloccati fino a fine 2014, inflazione crescente e aumento delle tasse universitarie, un’eventuale dismissione del servizio o continui aumenti di prezzo saranno anche in futuro respinti dalla lotta comune di lavoratori e studenti.

Concorsi: una risposta positiva

Da anni insistiamo in tutte le sedi possibili sui problemi del sotto inquadramento e del precariato. Varie leggi intervenute in questo periodo hanno ridotto moltissimo la possibilità di fare concorsi e cancellato le progressioni verticali come previste dal CCNL.

E’ con soddisfazione che abbiamo accolto la decisione di bandire finalmente un certo numero di concorsi (riservati e non) per categoria C che risolveranno, speriamo definitivamente, il problema di sotto inquadramento di colleghi di categoria B, col titolo di studio previsto dalla legge, che svolgono lavori amministrativi e bibliotecari di livello sicuramente superiore.

Si è da tempo convenuto con l’amministrazione che non esistono profili amministrativi e bibliotecari di categoria B e quindi le nuove assunzioni finanziate dal bilancio d’ateneo sono in categoria C. A questo dovrebbero uniformarsi anche le strutture decentrate.

Contestualmente sono stati approvati anche alcuni concorsi che potranno dare un posto stabile ad alcuni lavoratori a tempo determinato.

La legge qui non prevede altri strumenti che il concorso pubblico, e noi rammentiamo anche l’altro impegno dell’amministrazione: non assumere precari a carico del bilancio di ateneo. Gli attuali precari sono a carico di alcune strutture e dovrebbero rappresentare, dopo la grande tornata di stabilizzazioni previste dalla legge Nicolais nel 2008 e 2009, solo una piccola percentuale dell’organico.

Questa buona notizia ci incoraggia a proseguire nella nostra lotta contro il sotto inquadramento e il precariato.

Vigilanza prove di ammissione: una circolare sorprendente!

Come voi tutte/i abbiamo letto con sorpresa e preoccupazione la circolare di oggi dell’amministrazione sul reclutamento di personale di vigilanza per le prove di ammissione dei mesi di luglio e settembre 2012.

Rompendo con una prassi ormai consolidata l’amministrazione adombra un reclutamento coattivo, da parte del Direttore generale, di personale tecnico-amministrativo per garantire l’effettuazione delle prove.

Essendo contrari a questa procedura, che interrompe una consuetudine consolidata di ricorso alla disponibilità volontaria e che, se applicata alla lettera, può solo creare problemi e paradossi, chiediamo all’amministrazione:

  • che i responsabili della struttura si attivino immediatamente per chiedere al personale le preferenze ed inviino perciò non le indisponibilità ma le disponibilità su base volontaria;
  • di chiarire che e’ compito del responsabile di struttura l’eventuale invio del piano ferie stabilito in precedenza;
  • di chiarire che per l’orario oltre le 7.15 ore lavorative, verrà corrisposto lo straordinario;
  • che solo in casi estremi (cioè concretamente il rischio di non poter effettuare la prova) procedere eventualmente con l’ordine di servizio.

Come FLC CGIL d’Ateneo restiamo disponibili per chiarimenti e per raccogliere segnalazioni di eventuali comportamenti non accettabili nel merito.

La democrazia non abita qui

Dato il lungo e tortuoso processo che ha portato alla deliberazione dei nuovi dipartimenti, qualsiasi amministrazione un po’ lungimirante avrebbe cercato di favorire un clima positivo, di coinvolgimento e partecipazione.

La nostra amministrazione, invece, ha ben pensato di lasciare le istruzioni sul voto per la rappresentanza dei tecnici-amministrativi nelle mani di una dirigente priva della minima sensibilità democratica.

Ne è risultata l’estromissione dall’elettorato attivo dei colleghi a tempo determinato e degli EP. Alle proteste dei diretti interessati e di diverse sigle sindacali la dirigente in questione ha saputo solo rispondere con una mail seccata che richiamava la “sua” circolare, quasi fosse una fonte del diritto.

Secondo questa dirigente (cioè non secondo lo statuto e il regolamento elettorale, che non entrano nel merito), i tempi determinati non voterebbero “perché non han votato per le RSU”, e gli EP perché stanno di diritto in consiglio. Inoltre gli EP a tempo determinato non potrebbero stare di diritto in consiglio proprio perché a tempo determinato (!).

Insomma: un ragionamento che “per analogia” utilizza la negazione di diritti per una consultazione come pretesto per negarli sempre. Ma allora, di converso, gli EP e i collaboratori linguistici che hanno votato per le RSU dovrebbero votare per i dipartimenti, cosa che non è stata.
Inoltre chi ha mai detto che il non godere dell’elettorato passivo implichi pure il non godere di quello attivo?

Troviamo vergognoso che nel 2012 in un ateneo pubblico si possa pensare di cancellare i diritti politici di gruppi di lavoratori affidandosi a una circolare.

Bene hanno fatto quelle assemblee di dipartimento che hanno verbalizzato pareri critici verso questa gestione e quei lavoratori estromessi che hanno insistito per far valere i propri diritti.

I regolamenti di dipartimento dovranno prevedere la restituzione dei diritti politici a tempi determinati ed EP, nonchè allargare il più possibile la rappresentanza dei tecnici-amministrativi nei consigli di dipartimento e nella giunta.

Scegliamo la nostra rappresentanza: no alle esclusioni!

In occasione delle elezioni per i nuovi consigli di dipartimento facciamo presente che, in assenza di un regolamento elettorale, le regole devono essere stabilite dai diretti interessati, e cioè dal personale tecnico-amministrativo assegnato riunito in assemblea.

Il personale tecnico di categoria EP fa parte di diritto del consiglio, ma non vi è ragione alcuna per escluderlo dal diritto di voto: la mancanza dell’elettorato passivo non implica necessariamente l’estromissione da quello attivo (che peraltro non è esplicitata da alcuna fonte normativa). Vi invitiamo pertanto a partecipare al voto.

Il personale a tempo determinato, che concorre al calcolo per stabilire la numerosità della rappresentanza, ha lo stesso diritto a partecipare al voto che hanno tutti gli altri lavoratori.

Da nessuna parte è scritto che votano solo i tempi indeterminati, e il fatto che il personale a tempo determinato sia escluso dall’elettorato per l’elezione del Senato Accademico e del rettore non è un valido motivo per estrometterlo da tutte le altre consultazioni. Anche in questo caso invitiamo i tempi determinati a far valere i propri diritti, rendendoci disponibili per fornire supporto e chiarimenti.

Elezioni rappresentanze Consigli di Dipartimento

Dal 2 all’8 maggio si svolgeranno le elezioni del personale tecnico amministrativo nei consigli di dipartimento.
Riteniamo sia un’importante occasione per i colleghi per affermare il proprio ruolo e il proprio peso nei luoghi di lavoro.

Ricordiamo che i rappresentanti voteranno per il nuovo direttore; invitiamo pertanto i lavoratori a candidarsi numerosi e a partecipare attivamente alla vita dei vari dipartimenti.

Per consentire il formarsi delle liste di candidati, anche considerato che molti lavoratori a tutt’oggi non sanno a quale dipartimento sono assegnati, chiediamo che le votazioni vengano indette dai segretari nei giorni 7 o 8 maggio.
In risposta alla comunicazioni inviata ieri dal direttore amministrativo vicario ai segretari e ai direttori di dipartimento esprimiamo tutta la nostra ferma opposizione per quello che appare un colpo di mano dell’ultima ora e ribadiamo con forza che:
– non accetteremo alcuna sorta di discriminazione tra personale di ruolo e non, difendendo con ogni mezzo il diritto al voto dei tempi determinati
– TUTTO il personale t.a. del dipartimento vota e concorre al calcolo delle quote di rappresentanza (quindi anche gli EP e i responsabili amministrativi vanno conteggiati ai fini del 20%)
Qualora queste basilari regole di democrazia non venissero rispettate, agiremo di conseguenza.

Elezioni Consigli di Dipartimento: come e quanti?

Dal 2 all’8 maggio si eleggeranno i rappresentanti tecnici-amministrativi nei consigli di dipartimento: aprite l’allegato per sapere quanti saranno per ogni dipartimento e con quali modalità.

Tra il 2 e l’8 maggio si svolgeranno le elezioni dei Rappresentanti dei lavoratori tecnici amministrativi nei Consigli di Dipartimento.
Il personaletecnico amministrativo può eleggere in Consiglio di Dipartimento un numero di rappresentanti che si ottiene dalla media tra una quota non inferiore al 20% del personale tecnico amministrativo assegnato al Dipartimento stesso e una quota non inferiore al 10% dei professori e ricercatori in servizio.
Possono votare tutte/i le/i lavoratrici afferenti al dipartimento (quindi anche i tempi determinati e i part-time) e anche il personale di diritto* in consiglio di dipartimento.
Possono candidarsi come rappresentanti tutte/i le/i lavoratrici afferenti al dipartimento ad esclusione di chi è già di diritto* in C.d.D.

*La rappresentanza eletta dei tecnici amministrativi non comprende il personale tecnico amministrativo presente di diritto in Consiglio (ad es. il responsabile amministrativo e gli EP), che quindi si aggiunge.

Esempio 1: se il Dipartimento X ha 55 docenti in servizio e 15 tecnici amministrativi, il numero dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in Consiglio di Dipartimento sarà dato dalla media tra 10% del personale docente (5,5) e 20% del personale tecnico amministrativo (3), cioè 4,25 in questo caso l’arrotondamento sarà per difetto, quindi 4.
Esempio 2: se il Dipartimento Y ha 45 docenti in servizio e 5 tecnici amministrativi, il numero dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in Consiglio di Dipartimento sarà dato dalla media tra 10% del personale docente (4,5) e 20% del personale tecnico amministrativo (1), cioè 2,75 in questo caso l’arrotondamento sarà per eccesso, quindi 3.
Naturalmente questo è un numero minimo (non inferiore a…) e quindi il regolamento del Dipartimento potrà eventualmente aumentare questa rappresentanza.

CALENDARIO
· 1a settimana di maggio ELEZIONE dei Rappresentanti del P.T.A. nei Consigli di Dipartimento
· 2a settimana di maggio ELEZIONE dei Direttori di Dipartimento
· Entro 30 gg dal Decreto Rettorale di nomina del rispettivo Direttore, ELEZIONE della GIUNTA di Dipartimento Provvisoria
· Entro 120 dall’elezione della Giunta Provvisoria, la stessa deve provvedere alla stesura del Regolamento del Dipartimento da sottoporre all’approvazione del C.d.D.

In allegato volantino e tabella riassuntiva della rappresentanza minima di ogni dipartimento.
In caso di incongruenze segnalatecelo immediatamente alla mail: cgil@unimi.it

18/4 Cronaca di una giornata di lotta

Qui per vedere le foto del presidio e del corteo

Ci si ritrova alle 8 davanti all’ingresso di via Festa del Perdono con gli studenti e i lavoratori della mensa in lotta per un presidio ed un corteo interno per ribadire il nostro no ad ogni progetto di chiusura della mensa ed esternalizzazione del servizio cucina.

La preoccupazione tra i colleghi della mensa è tanta, ma è tanta anche la voglia di lottare e la determinazione nel difendere con ogni mezzo il proprio posto di lavoro.

Lasciati gli studenti ci si dirige quindi in corteo verso Piazza Fontana, Piazza Duomo, Corso Vittorio Emanuele, Piazza San Babila fino alla prefettura dove ci si unisce al presidio della Funzione Pubblica.

Dopo un’ora si riparte alla volta di Piazza Scala dove convergono i numerosi cortei di tutte le categorie del lavoro in sciopero.

Ma per i lavoratori della mensa e dell’Università non è ancora finita, si riparte per la sede di via Festa del Perdono per un altro corteo interno al quale si uniscono numerosi studenti.

Le nostre parole d’ordine sono chiare:

A difesa del lavoro e dell’articolo 18 contro la logica del profitto ad ogni costo sulla pelle dei lavoratori

La lotta dei lavoratori della mensa proseguirà fino ad avere delle risposte che salvaguardino i posti di lavoro e la qualità del servizio. Vi terremo aggiornati.

18/4 Sciopero – Presidio e corteo a difesa dell’articolo 18 e dei diritti dei lavoratori

Come dei novelli Pinocchio i nostri tecnici al governo fanno l’esatto opposto di quanto dicono (vedere volantino)

MERCOLEDì 18 APRILE 2012
SCIOPERO GENERALE TERRITORIALE
RITROVO VIA FESTA DEL PERDONO 7 DALLE ORE 8:00
PER UN PRESIDIO DI SOLIDARIETA’
COI LAVORATORI DELLA MENSA E DELLE PULIZIE
E A DIFESA DELL’ARTICOLO 18
A SEGUIRE CORTEO DA LARGO CAIROLI

18/4 Sciopero – Licenziamenti: Pubblico e Privato, la stessa barca

LICENZIAMENTI: PUBBLICO E PRIVATO
LA STESSA BARCA

Un ritornello che sentiamo dai media è che i dipendenti pubblici non possono essere licenziati.
Questo è un classico metodo utilizzato dal potere per rompere l’unità dei lavoratori additando il lavoratore pubblico (nonché, indirettamente, qualunque servizio pubblico) come causa di ogni male italiano.

Già oggi con le normative vigenti, siamo ampliamente licenziabili senza modifiche all’art.18.

LICENZIAMENTO INDIVIDUALE
Possiamo essere licenziati per giusti causa/motivo come ad esempio: comportamenti aggressivi; ingiustificato rifiuto al trasferimento; arresto perché colto in fragranza di corruzione, peculato (cioè rubare), concussione (cioè farsi corrompere).
Dal 1993, lo Statuto dei Lavoratori si applica anche agli statali. Perciò qualunque modifica in peggio alle tutele previste dall’art.18 verrà estesa anche noi.

LICENZIAMENTI COLLETTIVI
Prima, per gli esuberi sopra le 10 unità, l’Amministrazione doveva contrattare con i sindacati se e come ricollocare il personale in esubero internamente o in altro ente pubblico provinciale. Se non era possibile la ricollocazione, il personale veniva messo “in disponibilità” per 2 anni con stipendio all’80% per una possibile ricollocazione e, scaduti i 2 anni, veniva licenziato.
Dal 2012 grazie a Monti, i sindacati non possono contrattare nulla sugli esuberi. L’amm.ne agisce quindi unilateralmente. Inoltre il trasferimento può avvenire in ambito regionale (e non più solo provinciale).

Abbiamo visto licenziare 25.000 dipendenti pubblici in Irlanda e 180.000 in Grecia. Questo non deve succedere, in particolare in Italia dove sarebbe del tutto ingiustificato dato che, a causa del sostanziale blocco delle assunzioni, tra il 2008 e il 2013 la riduzione è di ben 300.000 lavoratori pubblici! Solo una risposta unitaria di tutti i lavoratori può fermarli. La nostra arma è lo sciopero generale.

MERCOLEDì 18 APRILE
SCIOPERO GENERALE TERRITORIALE
PER L’INTERA GIORNATA

Scarica il volantino in pdf

Volantino dei lavoratori della mensa di via Festa del Perdono

Solidali coi lavoratori della mensa di via Festa del Perdono, inoltriamo il loro comunicato


1° GIUGNO LA MENSA CHIUDE?

Perché questo rischio (di nuovo, a distanza di pochi mesi)?

Il 31 maggio scade l’affidamento temporaneo alla Sodexo e il C.I.Di.S. non ha ancora provveduto ad avviare una nuova gara d’appalto. Inoltre un nuovo affidamento temporaneo (quello in scadenza è annuale) è reso difficile dalla necessità di lavori straordinari.

Ricordiamo che la mensa:

  • è un servizio essenziale garantito dal diritto allo studio;
  • fornisce a studenti e lavoratori pasti a prezzi calmierati;
  • offre i suoi servizi quotidianamente ad oltre 1.500 persone.

Riteniamo quindi non praticabile una chiusura, anche temporanea, della mensa; chiusura che priverebbe, da un lato, i lavoratori dello stipendio e, dall’altra parte, lascerebbe centinaia di studenti e dipendenti dell’università senza un servizio tanto fondamentale.

Invitiamo quindi l’amministrazione dell’università e il C.I.Di.S. a trovare in tempi brevi una risoluzione di tale situazione.

Lavoratori della mensa di via Festa del Perdono

Guida al regolamento sulle chiusure delle strutture

A proposito dell’invio della circolare sui “Turni di ferie per l’anno 2012” predisposta dall’Amministrazione, vi ricordiamo quali sono le procedure per la richiesta di chiusura delle strutture; parliamo delle chiusure oltre a quelle generali d’Ateneo.

La normativa sulla chiusura delle strutture è normata da un accordo, stipulato tra Amministrazione, RSU e Organizzazioni Sindacali, del dicembre 2010.
L’accordo è stato stabilito per diminuire il più possibile la quantità di ferie obbligate alle colleghe e ai colleghi; ferie obbligate che tra chiusure d’Ateneo e chiusure di struttura per diverse colleghe e diversi colleghi rappresentavano ormai la quasi totalità delle ferie contrattuali.

L’accordo tiene conto della presenza ridotta di utenti in alcuni periodi dell’anno e che le richieste di ferie possono rendere difficile l’erogazione di servizi forniti ordinariamente, e prevede che:

– il Responsabile della struttura potrà proporre eventuali periodi di chiusura;
– questi periodi chiusura non potranno superare le due settimane, salvo accordi specifici;
– le proposte di chiusura della struttura dovranno essere comunicati a tutti i dipendenti t-a della stessa;
– nella segnalazione il Responsabile dovrà chiedere individualmente l’accordo del dipendente al periodo di chiusura proposto;
– il dipendente dovrà inviare risposta, meglio se scritta;
– nel caso non ci fosse l’accordo alla chiusura di tutti i dipendenti, il Responsabile lo segnalerà all’Amministrazione insieme alla richiesta di chiusura;
– l’amministrazione valuterà la richiesta di chiusura;
– in base al numero e all’area professionale dei dipendenti che non vogliono effettuare il periodo di chiusura proposto, l’Amministrazione valuterà la possibilità di destinare questi dipendenti a prestare servizio presso altra struttura;
– nel caso sia possibile fare prestare servizio a questi dipendenti in altra struttura l’Amministrazione approverà’ la chiusura;
– In caso contrario negherà l’autorizzazione alla chiusura.

Siamo disponibili, come FLC-CGIL d’Ateneo e come RSU, a eventuali richieste di maggiori informazioni e a ricevere le eventuali segnalazioni di non rispetto dell’accordo.

Guida alla rappresentanza del personale t.a. nei dipartimenti

In allegato la guida alla rappresentanza del personale tecnico amministrativo nei dipartimenti con alcuni esempi e il calendario delle prossime scadenze

Come FLC CGIL d’Ateneo abbiamo sempre rivendicato la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori in modo da aver più peso nelle decisioni e nell’organizzazione del lavoro.

Per questo nella discussione sul nuovo Statuto avevamo proposto la presenza di tutto il personale tecnico amministrativo nei Consigli di Dipartimento.
Il Rettore e gran parte dei docenti si sono strenuamente opposti a questa richiesta. Che non è stata accettata.
Con l’approvazione del nuovo Statuto cambiano le norme per l’elezione delle rappresentanze del personale tecnico-amministrativo nei Consigli di Dipartimento.

Rappresentanza dei lavoratori tecnici amministrativi nei Consigli di Dipartimento
Il nuovo Statuto definisce che il personale tecnico amministrativo elegga in Consiglio di Dipartimento un numero di rappresentanti che si ottiene dalla media tra una quota non inferiore al 20% del personale tecnico amministrativo assegnato al Dipartimento stesso e una quota non inferiore al 10% dei professori e ricercatori in servizio.
La rappresentanza eletta dei tecnici amministrativi non comprende il personale tecnico amministrativo presente di diritto in Consiglio, che quindi si aggiunge.

Elezione del direttore del Dipartimento
Vi ricordiamo che da nuovo Statuto le rappresentanze del personale tecnico amministrativo in consiglio (sia quelle elette, sia quelle presenti per diritto) partecipano all’elezione (a scrutinio segreto) del direttore di Dipartimento.

Composizione della Giunta di Dipartimento
Nella Giunta di Dipartimento è prevista una rappresentanza del personale tecnico amministrativo eletta dal personale stesso, oltre al segretario amministrativo o figura equivalente e oltre a qualsiasi altra eventuale figura del personale tecnico amministrativo che il regolamento di Dipartimento eventualmente decide debba fare parte della Giunta.


 

Esempio 1: se il Dipartimento X ha 55 docenti in servizio e 15 tecnici amministrativi, il numero dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in Consiglio di Dipartimento sarà dato dalla media tra 10% del personale docente (5,5) e 20% del personale tecnico amministrativo (3), cioè 4,25 in questo caso l’arrotondamento sarà per difetto, quindi 4.

Esempio 2: se il Dipartimento Y ha 45 docenti in servizio e 5 tecnici amministrativi, il numero dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in Consiglio di Dipartimento sarà dato dalla media tra 10% del personale docente (4,5) e 20% del personale tecnico amministrativo (1), cioè 2,75 in questo caso l’arrotondamento sarà per eccesso, quindi 3.

Naturalmente questo è un numero minimo (non inferiore a…) e quindi il regolamento del Dipartimento potrà eventualmente aumentare questa rappresentanza.


 

CALENDARIO

– 1a settimana di maggio ELEZIONE dei Rappresentanti del P.T.A. nei Consigli di Dipartimento
– 2a settimana di maggio ELEZIONE dei Direttori di Dipartimento
– Entro 30 gg dal Decreto Rettorale di nomina del rispettivo Direttore, ELEZIONE della GIUNTA di Dipartimento Provvisoria
– Entro 120 dall’elezione della Giunta Provvisoria, la stessa deve provvedere alla stesura del Regolamento del Dipartimento da sottoporre all’approvazione del C.d.D.

scarica la Guida alla rappresentanza del personale t.a. nei dipartimenti