che vi dicessero “mi raccomando non faccia figli o come faremo senza di lei”
oppure “perfetto, lei ha meno di 40 anni, così ottemperiamo anche alla quota verde” o ancora “competente e di bella presenza”, “è un informatico?!”
Capita anche che faccia notizia l’assunzione di una lavoratrice, sebbene abbia fatto il colloquio in stato di gravidanza avanzato ed evidente, che se utilizzi permessi L. 104/92 per assistere un disabile, perdi il buono pasto.
E poi c’è anche quel ruolo al quale non hai accesso, ma i tuoi colleghi sì, quel commento che ti mette in imbarazzo, una frase che in privato sì, ma in pubblico il tuo interlocutore non la ripeterebbe.
C’è l’asilo pubblico a cui non hai diritto in quanto lavoratore part-time o atipico o magari hai un contratto che ti tutela, ma quando finisce in congedo per maternità ti ritrovi in un altro ufficio, con altre mansioni e alcuni sembrano più irritati per essersi “sobbarcati” il tuo lavoro, che felici perché sei diventato genitore.
Succede anche che in alcuni talk show si dica che si uccide per troppo amore.
Eppure i dati raccontano che negli ultimi 10 anni le donne uccise in Italia sono state più di 2 mila; il 72% in famiglia, di queste circa il 65% all’interno della coppia; il 26% per mano di un ex.
L’Eures, l’Istituto di ricerche economiche e sociali, da anni dedica al fenomeno un Osservatorio, che racconta di una vera e propria strage.
Per questi motivi l‘8 MARZO SCIOPERO INTERNAZIONALE per il riconoscimento di pari diritti e pari dignità.
RITROVO alle ore 8.30 davanti alle timbratrici di via Festa del Perdono, 7, per unirci al CORTEO che partirà da Largo Cairoli. Come sempre per chi parteciperà sarà attivato il CONTRIBUTO* per lo sciopero grazie all’indennità dei nostri rappresentanti in Senato Accademico
*(30€ di rimborso se fulltime, con nostro tagliando e cedolino stipendiale con trattenuta).
Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere