Il prof. Decleva (continuiamo a ritenere che non sia più rettore) continua a presentarci come lavoratori di serie B.
C’è da dire che lo stesso pensiero è condiviso, purtroppo, anche da un certo numero di professori e ricercatori secondo cui “obiettivamente” i compiti e le responsabilità dei docenti sono molto superiori alle nostre. Altri docenti e ricercatori, al contrario, temono più il futuro strapotere del Rettore e del
Consiglio di Amministrazione che potrà in buona parte nominare.
Oltre alle nostre “limitate responsabilità”, che non consentirebbero un nostro pieno coinvolgimento democratico, ora emerge un nuovo argomento.
Nei Dipartimenti non potremmo votare per il Direttore, perché sarebbe come votare per il nostro capo-ufficio. Si teme che voteremmo sempre per il direttore più permissivo.
Si tratta dell’ennesimo pregiudizio classista. Un docente o un ricercatore può votare per il suo capo, e a Decleva non passa neppure per l’anticamera del cervello che la scelta potrebbe essere per un capo permissivo. Tutto cambia quando si parla di tecnici-amministrativi.
Noi pensiamo l’esatto opposto. Noi crediamo che l’università abbia tutto da guadagnare coinvolgendo nel suo “autogoverno” il personale tecnico-amministrativo.
Non chiediamo il coinvolgimento su questioni relative a ricerca e didattica (eccetto che per quei tecnici che svolgono “obiettivamente” attività di ricerca e anche di didattica).
Chiediamo di aver pieno titolo per quanto riguarda le questioni amministrative, la gestione delle biblioteche, l’organizzazione del lavoro.
Non vogliamo essere meri esecutori di ordini. Pacchi da spostare da una struttura all’altra. Somari incapaci di occuparsi delle questioni relative al posto in cui lavorano.
Vogliamo poter votare esattamente come il docente o il ricercatore con cui lavoriamo quotidianamente. Vogliamo poter votare come loro per il Rettore e per il direttore di Dipartimento.
E’ una battaglia per la nostra dignità di lavoratori e, come è normale, per far pesare di più i nostri interessi, esattamente come fanno docenti e ricercatori. Questo non deve necessariamente portare a una gestione corporativa dell’ateneo. Chi ritiene che una maggiore efficienza si possa ottenere solo
limitando la democrazia ha un nome: autocrate. Generalmente gli autocrati si rivelano essere i personaggi meno lungimiranti, incapaci di vedere in prospettiva, per non dire i più somari.