LA FINESTRA SUL SENATO. Resoconto del senato del 14 febbraio

Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano

a cura della FLC CGIL D’ATENEO

La Statale nacque nel 1924 a Città Studi, pertanto l’anno prossimo compirà 100 anni. Come molti già sapranno, all’epoca la sede principale era in via Saldini, l’attuale dipartimento di matematica. Successivamente venne creato un polo nel centro di Milano: solo nel 1958 si completerà il trasferimento del rettorato nella Ca’ Granda in via Festa del Perdono. Le celebrazioni del centenario saranno caratterizzate da alcuni eventi che si svolgeranno a partire dal prossimo mese di aprile e fino al settembre del 2024.

TEMPISTICHE TROPPO STRETTE: SE NON SI VENDE, COMUNQUE SI CHIUDE

Non è solo per il valore storico di Città Studi che il nostro Ateneo vorrebbe mantenere una significativa presenza in quell’area: abbiamo bisogno di spazi per ospitare complessivamente oltre 60.000 studenti e il progettato campus MIND a Rho, per le sue dimensioni relativamente ridotte, non sarà sufficiente per soddisfare tale bisogno. Come vi abbiamo già scritto, UniMi dovrà vendere alcuni immobili per introitare le risorse necessarie al futuro sviluppo edilizio. Nell’ultimo Senato Accademico, è stato specificato che il campus MIND dovrà essere realizzato entro il 31 dicembre 2025 e che alla consegna dello stesso, dovranno cessare tutti i costi di gestione degli immobili da alienare che, pertanto, in caso di mancata vendita, verranno comunque chiusi. Avevamo già espresso le nostre perplessità riguardo a queste tempistiche nella precedente riunione. A Città Studi saranno possibili anche forme alternative alla semplice vendita con asta pubblica, come ad esempio la cessione in concessione a privati che potrebbe essere adottata per le “torri del Magistretti” da utilizzare come residenze universitarie, oppure la cessione a fondi immobiliari specializzati nella riqualificazione e vendita di immobili.

ORMAI OLTRE LA META’ DEI CORSI DI LAUREA SONO A NUMERO CHIUSO

Il Senato ha approvato il numero programmato per l’anno accademico 2023/24 per l’iscrizione al primo anno dei corsi di laurea, cioè il cosiddetto “numero chiuso”, che solo per alcuni corsi viene deciso a livello locale dal singolo ateneo (principalmente corsi delle facoltà di Scienze politiche, economiche, sociali e di Scienze e tecnologie), mentre per altri corsi riceve delle direttive ministeriali nazionali (facoltà di Medicina e chirurgia e Medicina veterinaria). Anche quest’anno ci siamo astenuti. Da notare come progressivamente ormai oltre la metà dei corsi di laurea oggi siano diventati ad accesso programmato. 76 corsi su 143 sono a “numero chiuso” (33 per norma nazionale e 43 per scelta di UniMI): cioè, il 53% dei corsi. Oltretutto, a dimostrazione delle contraddizioni del sistema, si tratta di quei corsi più richiesti dal mercato del lavoro.

La vicenda del “numero chiuso” è la principale contraddizione del sistema universitario italiano, in un paese con un tasso di laureati tra i più bassi d’Europa. Da una parte, l’articolo 34 della Costituzione garantisce il diritto a tutti i cittadini di raggiungere i gradi più alti di istruzione; dall’altra parte, una legge del 1999 che, in poche righe, dà facoltà agli atenei di introdurre i “numeri chiusi” esclusivamente nel caso debbano essere erogati laboratori professionalizzanti. In mezzo: l’università con il suo storico sottofinanziamento. Gli organici di docenti e personale T.A.B. devono essere incrementati, strumentazioni e spazi devono essere adeguati: a tal proposito, sarebbe opportuno un aiuto economico ministeriale aggiuntivo per UniMi, che dovrà affrontare importante spese edilizie future. La battaglia di tutti deve essere indirizzata verso un maggiore finanziamento per l’università pubblica, che rappresenta il futuro del Paese. Inoltre il progressivo invecchiamento della popolazione, aggravato dagli strascichi della pandemia, dimostrano di quanto bisogno ci sia di personale negli ospedali pubblici: a questo bisogno, non si può rispondere con il “numero chiuso” nei corsi di laurea di area medica.

CORSI DI PERFEZIONAMENTO IN CALO E AULE STUDIO PER GLI STUDENTI

In Senato abbiamo richiamato l’attenzione sul calo del 30% degli iscritti ai corsi di perfezionamento nell’anno accademico 2021/22 rispetto all’anno precedente. La prof.ssa Porrini, prorettore delegato alla didattica, ha rassicurato dicendo che dovrebbe essere un effetto “dell’onda lunga” della pandemia ma che contano di risalire. La nostra preoccupazione è anche dettata dal fatto che questi introiti (insieme a quelli dai master) sono una delle voci che alimentano il Fondo Comune d’Ateneo che viene distribuito al personale.

Il Rettore ha deciso che UniMi non aderirà più a good practice, il sistema di rilevazione del grado di soddisfazione di studenti, personale T.A.B. e docenti, elaborato dal Politecnico di Milano. Condividiamo questa scelta: i motivi sono sostanzialmente gli stessi che noi dicevamo tre anni fa.  Il livello di partecipazione è decisamente limitato per avere valore statistico. Questi strumenti possono essere utili per migliorare il lavoro in Ateneo ma dovrebbero essere più calibrati su UniMi: essendo un questionario elaborato da un altro ateneo con un altro modello organizzativo, gli equivoci presenti nelle risposte sono palesemente rilevabili. Inoltre, bisogna essere consapevoli dei rischi di poca credibilità degli esiti di questionari facoltativi che, come in questo caso, raccolgono un tasso di risposta molto basso e che potrebbero rilevare in modo amplificato la valutazione di soggetti che trovano nel questionario un canale adeguato ad esprimere la propria insoddisfazione “a caldo”, mentre una maggioranza di soddisfatti rimangono silenti.

Una delle poche risposte che ha senso tenere in considerazione, considerata la semplicità del quesito, è quella che ha messo in evidenza come, su tre studenti, due utilizzino gli spazi bibliotecari esclusivamente come aule studio mentre solo uno si serva dei servizi come ad esempio prestito o consultazione. Abbiamo pertanto chiesto che vengano raccolti dati sui servizi bibliotecari per approfondire il tema. Spendiamo ben 2,6 milioni l’anno per pagare vigilanti esterni nelle biblioteche in orari tardo pomeridiani e serali: sarebbe magari più soddisfacente anche per gli studenti fornire semplici aule studio anziché spazi bibliotecari, a costi ridotti o nulli per il bilancio d’ateneo che, ricordiamo, prevede un deficit per il 2023.

SISTEMA MUSEALE, GARANTE E SESSIONE DI LAUREA BONUS

Il Senato ha approvato il Regolamento del Sistema museale che ora andrà al voto del Consiglio di Amministrazione per poi tornare al voto finale del Senato.

Inoltre, il Senato ha nominato come nuovo Garante degli studenti e dottorandi il prof. Roccella.

Ci siamo astenuti su tre nulla osta per l’insegnamento di docenti in altri atenei privati milanesi.

Infine, il Rettore ha comunicato che probabilmente, essendo ora in discussione in Parlamento, per il terzo anno di fila verrà garantita la sessione di laurea “bonus” entro il 15 giugno 2023 per gli studenti iscritti all’anno accademico 2021/22: non è superfluo sottolineare l’impatto di lavoro che questo avrà sugli uffici coinvolti, in particolare le Segreterie Studenti.

Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.