25 APRILE 2025 LIBERAZIONE E RESISTENZA

Il 25 aprile di 80 anni fa il nostro paese si liberava dalla dittatura fascista, che aveva oppresso il paese per un ventennio, lo aveva portato in guerra e gettato sul lastrico, aveva compiuto stragi ignobili in paesi stranieri nel tentativo di occuparli, aveva promulgato le leggi razziali.

Pochi anni dopo la liberazione, tuttavia, una buona parte del personale politico del fascismo (questori, prefetti, funzionari di ogni ordine a grado) riprendeva i propri precedenti incarichi, aiutando a imporre una gestione dell’ordine pubblico marcatamente repressiva.

“Mitragliatori a fuoco incrociato contro cinquecento operai inermi”, scriveva il cronista Gianni Rodari, per raccontare l’eccidio di Modena del 1950, a cui seguirono altre stragi, per esempio a Reggio Emilia, Avola, Battipaglia. In tutti questi casi le “forze dell’ordine” sono state chiamate a sparare contro dei manifestanti disarmati.

Le lotte di lavoratori e studenti negli anni ’70 misero fine a queste forme di barbarie e portarono al riconoscimento del pieno diritto a manifestare nelle strade il dissenso.

Oggi, il governo più a destra della storia del paese, con un decreto-legge, il “decreto sicurezza”, torna a comprimere pesantemente queste libertà. C’è da dire che questo governo si muove nel solco già tracciato da governi precedenti, tutti concordi nel volere affrontare qualsiasi problema sociale come problema di ordine pubblico, nel criminalizzare il dissenso, nell’aumentare le pene in modo dissennato e nel garantire impunità agli abusi in divisa.

Il blocco stradale diventa un reato punibile con la reclusione fino a 5 anni (come per omicidio colposo) e € 15.000 di multa. Gli agenti indagati o imputati per abusi in servizio non verranno più sospesi, e lo stato, coi soldi delle nostre tasse, sosterrà le loro spese legali, e così via.

Ricordiamo inoltre il sempre maggiore ricorso al DASPO, un provvedimento amministrativo un tempo introdotto per gli eventi sportivi, che permette a sindaci e prefetti di inibire ad alcune persone l’accesso a determinate zone, senza che siano mai state processate e condannate. Sono provvedimenti come questi, più degli odiosi gesti identitari di qualche nostalgico, a farci percepire il pericolo di nuove forme di dittatura e a farci scendere in piazza anche questo 25 aprile, per festeggiare e per lottare!

In allegato la locandina in formato PDF