PIANO DI RIARMO EUROPEO: TASSE E BOLLETTE, BURRO O CANNONI

L’attuale governo aveva promesso di ridurre la pressione fiscale, risultato: quasi tutti noi pagheranno tra gli € 80 e gli € 120 in più al mese a causa della rimodulazione delle detrazioni.

Avevano promesso di tutelare le bollette, ma invece gli aumenti sono continui, in particolare dopo il passaggio dell’IVA al 10% e, sopra una certa quantità al 22%, sulle forniture di gas.

Ora, dopo averci detto per anni che non si potevano aumentare le pensioni, che bisognava aumentare l’età pensionabile, tagliare sanità e istruzione, perché bisognava ridurre il debito, ecco che improvvisamente spendere per le armi non è più un problema.

Nel 1938 agli italiani venne chiesto, retoricamente, se volevano burro o cannoni. Oggi si risparmiano pure le domande retoriche: gli europei devono volere i cannoni a discapito delle spese sociali e indebitando ulteriormente le future generazioni. La presidentessa della Commissione Europea ha precisato di non volere nemmeno sottoporre al voto il suo piano di riarmo. Ben poche voci hanno gridato all’abuso di potere. Alla fine il piano di riarmo non è stato votato, ma sono state votate e approvate due risoluzioni collegate.

Lavoratrici e lavoratori hanno solo da perderci: lo sfascio della sanità, purtroppo già ben avviato, potrebbe completarsi. Allora non ci saranno mutue o assicurazioni che tengano: chi non avrà soldi non si curerà, come succede negli USA. Chi perderà il lavoro non avrà sussidi. Chi non si potrà permettere la scuola privata avrà un’istruzione di serie B. I soldi risparmiati serviranno per le armi.

I politici e gli opinionisti già hanno iniziato a dirci che “è finito il dividendo della pace”, come quando ci dicevano che abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi. Dobbiamo fermarli e rifiutare in modo netto l’Europa del riarmo. 

FLC CGIL d’Ateneo