di Sara Carrapa e Giovanni Bianco
Non si tratta di bruscolini, ma di quasi 30 milioni di euro!
Le ragioni di questo ammanco sono da ricondurre, in buona parte, al combinato disposto di quattro fattori:
- La riduzione effettiva dei trasferimenti alle Università: pur non diminuendo nominalmente l’FFO (il Fondo di Finanziamento Ordinario), il governo ha tagliato di fatto le quote a disposizione degli atenei.
Come ha fatto?
Semplicemente non riconoscendo come aggiuntive delle risorse che avrebbero dovuto essere addizionali e consolidate. Si tratta di un ammanco, per le università italiane, di ben 540 milioni di euro!
- L’aumento spaventoso dei costi per il personale docente. Lasciamo parlare i numeri e mettiamoli a confronto con gli aumenti previsti per il PTAB:
I costi del personale docente aumentano di circa 6 volte rispetto a quelli del PTAB. La ragione è da individuare, principalmente, nell’aumento di circa il 4,8% (adeguamento Istat) delle retribuzioni del personale docente per il quale non è stata garantita dal Ministero una copertura aggiuntiva, scaricando i costi aggiuntivi sui singoli Atenei.
Non è nostra intenzione lamentarci per gli aumenti riconosciuti ai docenti.
Dobbiamo però nuovamente sottolineare come, pur essendo tutti parte di una stessa comunità universitaria, le regole del gioco sono profondamente diverse: il personale PTAB non gode di adeguamenti ISTAT né di scatti automatici! - La crescita delle spese previste da Unimi. Queste le principali voci in aumento:
- 1,4 milioni in più per la vigilanza;
- 900mila euro in più per costi di locazione;
- ben 3,6 mln in più per i sistemi informativi in buona parte riferibili all’”infrastruttura tecnologica”. Ci era stato detto che con Microsoft i costi non sarebbero lievitati…Ebbene, i dati ancora una volta smentiscono quanto affermato. Segnaliamo ben 677mila euro di investimenti sull’Intelligenza Artificiale di cui non è stato fornito alcun dettaglio aggiuntivo.
- 320mila euro in più per i costi connessi alle biblioteche digitali.
- La diminuzione della contribuzione studentesca stimabile in -6 milioni di euro.
Ecco spiegate velocemente le ragioni per le quali il bilancio va male.
Come avete potuto leggere, il personale PTAB non ha alcuna responsabilità.
Se i senatori decideranno di predisporre un documento critico nei confronti del governo per segnalare la contrarietà totale a una scelta di disinvestimento verso le università statali, non mancheremo di controfirmare. Vedremo nelle prossime settimane se realmente ci sarà la volontà di procedere.
Nel quadro sopra delineato si inserisce un altro dato preoccupante, non direttamente connesso. Si tratta della diminuzione prevista di 1.6 milioni del Fondo Comune di Ateneo, come illustrato dettagliatamente nella recente comunicazione inviata dal Consigliere in CDA Andrea Cerini. È una quota fondamentale per garantire i nostri salari e stupisce come l’amministrazione non abbia ritenuto opportuno riferire a proposito anche in Senato.
Riteniamo fondamentale e non negoziabile garantire l’attuale gettito al Fondo Comune di Ateneo, unica strada per non erodere ulteriormente i nostri stipendi. Lo abbiamo ribadito intervenendo nella seduta del 10 dicembre.
La Rettrice ha garantito il suo interessamento attivo; il nostro augurio, come quello del collega Andrea Cerini, è che anche la dirigenza inizi a manifestare un’attenzione reale verso i colleghi PTAB individuando tutte le strategie necessarie per garantire un flusso costante dell’FCA.
Abbiamo chiesto garanzie concrete su questo punto senza le quali non ci è stato possibile votare a favore.
Ci stupisce che in una relazione di ben 138 pagine non venga dedicata una riga per richiamare l’attenzione sull’importanza di garantire che non ci siano tagli al Fondo Comune.
Nel documento leggiamo approfondite analisi sulla situazione geopolitica mondiale e del patto di Stabilità europeo (ricordate “è l’Europa che ce lo chiede” di draghiana memoria?) quasi si volesse trovare una ragione per i tagli imposti dal governo.
È una impostazione che rigettiamo. Le scelte dell’attuale governo di tagli ad istruzione e sanità rispondono ad una precisa linea politica e non devono essere le lavoratrici e i lavoratori a pagarne le conseguenze.
Vi ringraziamo per l’attenzione e rimaniamo a disposizione.
Buon lavoro a tutte e tutti