La Legge di bilancio per il 2025, è ben riassunta nello spirito dall’aumento di ben 3 euro al mese delle pensioni minime. A qualche categoria si danno delle micro mancette, per coprire i tagli draconiani altrove.
Noi, come università, siamo pesantemente colpiti: tagliano il FFO di 500 milioni e non stanziano le risorse necessarie a rinnovare i contratti 2022-2024 (che devono essere tante perché il periodo di riferimento è quello dell’iperinflazione degli anni del COVID).
Per gli altri ministeri ritornano i tagli lineari (5%) che aveva inaugurato il ministro Tremonti. Fa eccezione la sanità, che è già stata abbondantemente distrutta. Lì ci sarà un modesto finanziamento, che viene spacciato come stanziamento record, ma che non coprirà nemmeno l’aumento dei costi.
Non ci sarà il piano straordinario di assunzioni, non ci saranno i nuovi contratti, i medici, gli infermieri e gli anestesisti continueranno a fuggire dal sistema sanitario nazionale. In compenso continueranno i giganteschi finanziamenti alla sanità privata. Per questi motivi il comparto ha scioperato il 20/11.
Del resto, come ci hanno sempre detto i governi di centro destra, di centro sinistra e tecnici, “Lo chiede l’Europa”. 13 miliardi di tagli all’anno nei prossimi anni: come affossare definitivamente la sanità e la scuola pubblica e intanto sostenere i profitti dei propri amichetti imprenditori di sanità e scuole (e tra queste anche le università) private.
Questi i soldi tagliati realmente, insieme agli incentivi al consumo (restano quelli alla produzione, cioè i regali che vanno solo alle imprese). Alle banche invece non se la sentono di tagliare nulla, e quindi si limitano a chiedere un anticipo di tasse dovute. Siccome hanno fatto enormi profitti, mica glieli si può ridurre, no? Il profitto è sacro, il welfare no.
L’ennesimo intervento in materia fiscale, il possibile abbassamento della seconda aliquota al 34% o al 33%, beneficerà i redditi da € 40.000 in su. La maggioranza di noi ptab è troppo povera, e chi arriva a € 30.000 potrebbe addirittura perderci un centinaio di euro l’anno, secondo uno studio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Per molti di noi la maggior parte di questi vantaggi sarà vanificata dal ritorno del canone RAI a 90 euro.
E così il governo formalmente più a destra di tutta la storia repubblicana, riesce a comportarsi esattamente come un governo tecnico Monti, o Draghi, o come un governo europeista di centro sinistra, come Renzi o Letta. Le regole le fissa l’UE e sul suolo patrio di cui vengono meticolosamente difesi i confini ci si limita a dare poltrone agli amici e a organizzare mostre su Tolkien e sul Futurismo, o a riempirsi la bocca di Dio, Patria e Famiglia.
Infine aumentano i soldi per le armi, perché ce lo chiedono la NATO e l’Europa, e poi bisogna pure difendere i confini…quest’anno non riescono ad arrivare all’obiettivo del 2% del PIL, ma comunque stanziano ben 6,5 miliardi per il triennio (Dio, NATO e famiglia).
Abbiamo l’ennesimo governo nemico dei lavoratori e amico dell’UE, degli USA, dei banchieri e degli imprenditori. Bisogna cacciarli al più presto, lottando insieme agli studenti che hanno un presente di scuole sempre più a pezzi e di futuro precario.
Per continuare a difendere i nostri salari, anche al di fuori dell’ateneo, vi ricordiamo che per il 29 novembre è indetto lo sciopero generale per cambiare la manovra di bilancio e per il rinnovo del nostro contratto che, attualmente, copre appena un terzo dell’inflazione!Per chi vuole venire in corteo l’appuntamento è alle 9 in via Festa del Perdono 7.
In allegato la locandina in formato PDF