LA FINESTRA SUL SENATO. Resoconto del senato del 22 ottobre

A cura di Sara Carrapa e Giovanni Bianco

Martedì 22 ottobre si è svolta la prima seduta del Senato accademico rinnovato a seguito delle recenti elezioni.

Ricordiamo che i rappresentanti PTAB sono solo 5 su un totale di 35 senatrici e senatori: come FLC CGIL -da sempre- ci impegniamo affinché sia affermato il sacrosanto principio democratico per il quale, negli organi elettivi, il voto delle lavoratrici e dei lavoratori della comunità accademica (personale docente e TAB) abbia lo stesso peso e quindi lo stesso valore.

Qualora si procedesse ad una revisione dello Statuto per riequilibrare il peso dei ricercatori a tempo indeterminato nella composizione del Senato (questa figura non è più prevista dalla normativa e quindi il loro numero in Ateneo sta diminuendo), sarà l’occasione per rivendicare un aumento nel numero di rappresentanti del personale TAB.

Tra le comunicazioni della Rettrice ne riportiamo due che ci paiono molto importanti.

Calo del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO)

L’anno prossimo è previsto un calo nello stanziamento ministeriale per il nostro Ateneo di 8 milioni di euro a fronte di un aumento delle spese stimabile in 30 milioni dovuto all’adeguamento dei salari dei docenti, come da recente decreto. Ricordiamo che l’FFO è riconosciuto dal Ministero alle università statali per la copertura delle spese istituzionali tra cui i costi di personale e di funzionamento. La presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori) starebbe cercando di richiedere almeno lo stanziamento di risorse che coprano l’adeguamento Istat dei docenti.

Riteniamo molto grave l’atto del governo che, accampando la scusa dei finanziamenti PNRR elargiti negli ultimi anni, sta -nella realtà- disinvestendo risorse stabili sul sistema universitario. Ricordiamo che, nel rapporto PIL / spesa per formazione terziaria (quindi anche universitaria), l’Italia si colloca ben sotto la media dei Paesi Ocse. A tal proposito ricordiamo lo sciopero del 31 ottobre c.m.

Accordo con l’Università israeliana Reichman

Nel luglio scorso il senato accademico ha votato per il mantenimento dell’accordo di mobilità internazionale di studenti tra il nostro Ateneo e l’Università israeliana.

L’attuale governance sta però valutando di congelare l’effettiva mobilità studentesca senza rescindere l’accordo che scadrà nel 2027. All’origine della possibile decisione -che ha avuto ampia risonanza nella stampa degli ultimi giorni- una valutazione di tipo “tecnico” sulla attuale situazione geopolitica in Medio oriente che non permetterebbe di garantire i minimi standard di sicurezza e libertà agli studenti.

La stessa Farnesina segnala un peggioramento della situazione internazionale che deve indurre a cautela e fare propendere per una sospensione, per quest’anno, della mobilità.

La Rettrice ha colto l’occasione per ribadire come sia fondamentale che il nostro Ateneo svolga un importante ruolo di formazione culturale su questi temi approfondendoli tramite incontri dedicati che vedano protagonisti tutte le componenti dell’Ateneo.

Accogliamo con favore la volontà di sospendere la mobilità con l’Università Reichman. Avevamo espresso il nostro voto contrario alla prosecuzione dell’accordo nella votazione del Senato (luglio 2024) alla luce della manifesta contiguità della Reichman con le politiche guerrafondaie dell’attuale governo israeliano, nei confronti del popolo palestinese. Nei confronti della Russia sono state prese posizioni ben più rigide; quindi, quanto meno, dovremmo dimostrare coerenza nelle azioni intraprese e non usare due pesi e due misure diversi, a seconda della vicinanza politica delle nazioni agli Stati Uniti.

Siamo inoltre favorevoli ad iniziative che permettano l’approfondimento delle tematiche legate al conflitto in Medio Oriente, garantendo spazi adeguati per realizzare incontri promossi da tutte le componenti universitarie, compresi i gruppi di studenti interessati.

Vi ringraziamo e rimaniamo a disposizione.