LA FINESTRA SUL SENATO. Resoconto del senato del 14 marzo

Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano

Come ricorderete, il nostro bilancio di previsione per il 2023 approvato dal Senato Accademico a dicembre, prevede un “rosso di bilancio” di 20,3 milioni di euro: perdite che saranno coperte con gli utili del 2021. Sono gli ultimi utili che abbiamo: ci chiediamo cosa accadrà nel 2024 se avremo un altro negativo di bilancio. Tutto questo in un contesto in cui l’Ateneo si appresta ad impegnarsi in costose opere edilizie tra cui la principale è il Campus MIND nell’area vicino a Rho: a riguardo non abbiamo votato a favore in quanto al momento (senza un finanziamento pubblico aggiuntivo e un importante sconto di spesa da parte di Lendlease) mancherebbero per il nostro piano edilizio 130,3 milioni di euro che non abbiamo.

ATTENZIONE AI CONTI, PRIMA CHE SIANO I LAVORATORI “A PAGARLA”

Il compito del Senato, in quanto organo di indirizzo politico, sarebbe quello di vedere i problemi prima che si presentino, per evitarli o mitigarli. Perché se no, quando ormai “ti sei schiantato”, arriva il momento delle scelte dolorose. Temiamo che poi a rimetterci sarà il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario in termini di fondo comune d’ateneo, welfare, progressioni economiche orizzontali, assunzioni.

Nonostante si speri che le perdite di bilancio possano essere più contenute, noi siamo molto preoccupati. Siamo stati indecisi fino all’ultimo se respingere il bilancio di previsione. Alla fine abbiamo deciso di votare a favore ma mettendo agli atti una nota a verbale dove abbiamo indicato delle proposte di contenimento di spesa di cui tenere conto. Il Rettore, condividendo le nostre preoccupazioni, ha deciso di fare una “semestrale di cassa”: a fine giugno si valuterà l’andamento del bilancio e si valuterà quali spese rinviare o contenere. E’ fondamentale però nel frattempo che l’Amministrazione si impegni fin da subito in tal senso.

Come abbiamo indicato nella nota che abbiamo allegato al bilancio, a nostro parere ci sono delle macro spese che andrebbero ridotte. Le assunzioni dei docenti ad esempio andrebbero contenute dato che per il 2023 è previsto un incremento di spesa di 12 milioni di euro, così come andrebbero ridotte le docenze a contratto (2,1 milioni) ingiustificate di fronte al progressivo aumento dei docenti di ruolo in corso ormai da anni. Allo stesso modo bisognerà intervenire su alcuni servizi agli studenti come ad esempio la spesa per le residenze per le quali UniMi paga dei canoni d’affitto (4,7 milioni) e i costi per le vigilanze esterne in orari tardo pomeridiani, serali e il sabato mattina nelle biblioteche (2,6 milioni).

BASTA ESTERNALIZZAZIONI E SPESE, IN QUESTO MOMENTO, INOPPORTUNE

In teoria, l’Amministrazione ha chiesto alle Direzioni e ai Centri di contenere le spese di un 10%. Scriviamo “in teoria” perché al momento non dappertutto stiamo vedendo questo impegno. I tagli lineari hanno poco senso. Pensiamo sia fondamentale raccogliere più dati possibili per poter calibrare al meglio le nostre spese e l’efficacia dei nostri servizi. Alcune Direzioni e Centri da tempo si stanno adoperando in questo senso: raramente abbiamo anche internalizzato servizi (ad esempio con il servizio di risposta alle mail degli studenti, informastudenti). Al contrario, troppo spesso assistiamo a esternalizzazioni.

Ad esempio, abbiamo appreso che gli studenti non potranno più accedere alla webmail d’ateneo ma potranno utilizzare esclusivamente outlook che è un programma della multinazionale Microsoft. E’ politicamente opportuno esternalizzare definitivamente il servizio legandosi a Microsoft, con il rischio che in futuro potrà farcelo pagare a caro prezzo? Ci informeremo per capire il perché di questa scelta, di cui il Senato non è stato neanche informato.

Un altro caso di attività esternalizzata è quello delle sopra citate vigilanze serali nelle biblioteche. La presentazione di una relazione sul servizio bibliotecario è stata l’occasione per chiedere che siano raccolti e relazionati a Senato e C.d.A. almeno i dati relativi agli accessi e ai prestiti libri, suddivisi per fasce orarie. Ad oggi vengono raccolti solo i dati sulle prenotazioni dei posti. Considerato che a breve verranno messi in attività gli accessi in tutte le biblioteche tramite badge, forse sarà possibile automatizzare meglio la raccolta dati. Con una raccolta dati suddivisa per fasce orarie sarà possibile capire se “il gioco vale la candela”: cioè è necessario spendere 2,6 milioni l’anno per tenere aperte alcune biblioteche fino alle ore 23:00? Di fronte ad un bilancio in sofferenza, almeno temporaneamente, non si potrebbe chiudere prima le biblioteche permettendo ai colleghi di essere sgravati di lavoro, rinunciare ai vigilanti esterni e destinare le aule studio ad ospitare gli studenti fino alle ore 20:00? Oltretutto, la professionalità dei nostri colleghi bibliotecari non è minimamente paragonabile al servizio di vigilanza. Inoltre è stato comunicato che da quest’anno, anziché usare il nostro servizio di posta interna come fatto fino a oggi, ci sarà un “vettore esterno” che giornalmente porterà i libri da una biblioteca all’altra e, in prospettiva, lo studente potrà ricevere il libro direttamente nella biblioteca del suo comune di residenza. Alla faccia della riduzione dei costi.

Sempre in tema di spese notevoli, è stata presentata la relazione sulle residenze. L’ateneo ha fatto molto in questi ultimi anni incrementando di 300 i posti letto e portandoli ad oltre 1.000. Molto si farà ancora: in previsione ci sono 17,8 milioni di euro di investimenti per ristrutturazioni e 10,5 milioni (soggetti a rivalutazione ISTAT) da pagare all’azienda Prelios nei prossimi dieci anni per il canone di via Ripamonti 35. L’apertura di questa residenza, in cui sono in corso dei lavori che dovrebbero terminare a fine aprile, ha già subito due rinvii: cosa che ha messo in difficoltà le colleghe degli uffici che per due volte hanno dovuto “metterci la faccia” con gli studenti. Nel frattempo gli studenti verranno ospitati in un hotel 5 stelle con piscina a spese di Prelios: a dimostrazione di quanto l’azienda ci tenga e abbia fiutato l’affare su via Ripamonti. A tal riguardo il consigliere Cerini è già intervenuto più volte in C.d.A. Sappiamo quanto sia complicato per gli studenti fuori sede vivere a Milano, ma lo stesso non si potrebbe dire per il personale T.A.B.? UniMi non può risolvere da sola il problema degli alloggi in una città costosa come Milano.

Per farla breve: se non si ridurrà la spesa per i docenti e i servizi agli studenti, che storicamente sono stati privilegiati, indovinate su chi si “farà cassa”?

IN ATTESA DI SVILUPPI PER IL CAMPUS MIND E CITTA’ STUDI

Per concludere, in merito al Campus MIND, il Rettore ha informato il Senato che Lendlease dovrebbe presentare entro il 31 marzo il nuovo “piano economico finanziario” che chiarirà la loro richiesta economica. Infine, per quanto riguarda una questione rimasta in sospeso a gennaio relativa al futuro di Città Studi, è stato comunicato che verrà mantenuto il palazzo di via Celoria 16 (attuale sede di Fisica) e venduta la “balena bianca” di via Golgi che ha ugual dimensione.

Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.