LA FINESTRA SUL SENATO. Resoconto del senato straordinario del 31 gennaio

Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano

Il Senato Accademico ha espresso il proprio parere in ordine alla sostenibilità economico patrimoniale degli investimenti connessi al Piano strategico immobiliare, con particolare riguardo al Campus MIND e a Città Studi. Come vi avevamo già scritto, il passaggio decisivo per l’Ateneo sarà la firma del contratto di concessione con la multinazionale Lendlease che edificherà e gestirà il campus MIND vicino a Rho. Questa firma sarà preceduta dal proseguimento delle trattative per concordare gli incrementi dei costi relativi all’edificazione, che dovrebbe durare tre anni, e del canone che dovremo pagare per ventisette anni a Lendlease. Una volta stabiliti i valori economici, verrà fatta una nuova valutazione da parte del Senato e del Consiglio di Amministrazione. Il documento approvato dal Senato ha altresì indicato quali saranno gli immobili dell’Ateneo che verranno venduti e quelli che verranno mantenuti.

CAMPUS MIND. ABBIAMO ANCORA 130 MILIONI DI DUBBI

Pensiamo siano presenti molte criticità, che abbiamo indicato e che potete leggere nella “nota a verbale” in allegato: per citare le più rilevanti, 130 milioni mancanti e tempi troppo incerti. Se non verranno risolte, sarà impossibile per noi approvare il piano edilizio di UniMi nelle prossime sedute del Senato.

Per i motivi riportati in allegato e accennati prima, ci siamo astenuti: il voto di astensione vale come voto contrario. Ci sono stati altri due astenuti edue contrari. Il Senato ha dato parere positivo.

Come sapete, il Piano strategico scritto dal Rettore ad inizio del suo mandato ha prospettato il futuro dell’Ateneo su tre poli: Centro, MIND e Città Studi. La governance precedente, al contrario, aveva pensato di dismettere pressoché totalmente Città Studi (ad eccezione di via Celoria 10 in cui sorgerà il nuovo campus di Beni Culturali). Pertanto, il Rettore ha confermato che UniMi manterrà una significativa presenza a Città Studi: sempre in allegato, trovate l’elenco degli immobili che manterremo e quelli che alieneremo.

Apprezziamo il deciso cambio di rotta operato da questa governance rispetto alla precedente. Infatti, UniMi rimarrà a Città Studi e i costi di edificazione per MIND, che inizialmente pesavano per il 90% su di noi, ora sono stati più equamente distribuiti con il 53% che dovrà essere pagato da Lendlease. Detto questo, le criticità al momento presenti sembrano scogli insormontabili. Anche se riuscissimo a vendere una quindicina di immobili in pochi anni per “fare cassa”, per coprire i costi degli allestimenti del campus MIND mancherebbero comunque ben 88,7 milioni di euro da reperire al massimo entro il 2025 mentre per i costi di ristrutturazione degli immobili del centro di Milano e di Città Studi (a nostro parere, prioritari considerata la necessità di una riqualificazione energetica dell’Ateneo) mancherebbero ben 41,6 milioni. Per un totale di 130,3 milioni di euro: appunto, uno scoglio insormontabile. Come abbiamo detto nel nostro intervento, senza un passo indietro di Lendlease nelle sue pretese economiche ed un finanziamento pubblico aggiuntivo, sarà impossibile per noi camminare con le sole nostre gambe. Tutto questo senza contare i costi per il campus Saini di Scienze Motorie, per il quale a suo tempo noi non avevamo dato parere favorevole, proprio consci delle future difficoltà economiche; e senza contare che il nostro bilancio 2022 dovrebbe chiudere in pareggio (cioè senza utili), mentre per il 2023 potremmo andare “in rosso di 20 milioni di euro, se non caleranno decisamente i costi energetici. Inoltre viene preventivato che, per far fronte ai costi del canone che dovremo pagare per MIND (mediamente 27,6 milioni all’anno per 27 anni), UniMi dovrà operare dei contenimenti di spesa (leggasi “tagli”). Sperando che in futuro a nessuno venga in mente l’idea che il personale T.A.B. possa essere l’unica componente dell’Ateneo a pagare di tasca propria i costi del campus con una riduzione del Fondo Comune d’Ateneo, così come ipotizzato da qualcuno durante una precedente riunione ristretta sul campus (la cosiddetta task force): su questa possibilità, abbiamo subito messo in chiaro la nostra contrarietà e va detto che questa ipotesi non è stata inserita nei documenti approvati dal Senato. Per i dettagli, potete leggere la “nota a verbale” in allegato che abbiamo messo agli atti del Senato.

Per quanto riguarda gli immobili di Città Studi, si è confermato il mantenimento di via Saldini 50 (sede di Matematica). Il C.d.A. nel 2020 ipotizzava la vendita di via Celoria 18 (sede di Informatica) per “fare cassa”: questa possibilità ora è del tutto esclusa e perciò Informatica rimarrà a Città Studi. Anche la cosiddetta “balena bianca” di via Golgi 19 potrà essere mantenuta, oppure in alternativa si terrà via Celoria 16 (attuale sede di Chimica) che ha uguale dimensione. Gli immobili principali che potranno essere venduti, probabilmente entro il 2025, saranno via Noto e viale Ortles, mentre per Sesto San Giovanni si dovrà attendere almeno il trasferimento a MIND (perciò non prima del 2026) che libererà spazi in Città Studi. I lavori di ristrutturazione che riguarderanno via Celoria 10 (futuro campus di Beni Culturali) potrebbero essere avviati già quest’anno. Per quanto riguarda gli immobili situati nel centro di Milano, con l’esclusione delle sedi in affitto di via Sant’Antonio 12, via Pace 10 e via Livorno 1, tutti gli immobili verranno mantenuti.

Il Rettore non ha nascosto di aver subito il progetto MIND nella fase iniziale del suo mandato e che lo avrebbe iniziato in modo diverso: quando era un semplice senatore infatti aveva votato contro. Vi ricordiamo infatti che nel 2018, a pochi mesi dalla scadenza del proprio mandato, il precedente Rettore aveva portato il progetto MIND, seppur in fase embrionale, all’approvazione di Senato e C.d.A: noi lo ricordiamo bene dato che, oltre a promuovere una raccolta firme in tutto l’Ateneo contro il notevole esborso economico per MIND e chiedendo il mantenimento di Città Studi, ci mobilitammo come lavoratori, insieme agli studenti, per protestare durante le fasi di voto degli organi accademici. Il Rettore ha poi affermato che il suo obiettivo sia quello di difendere la nostra università e potenziarne il ruolo pubblico, mantenendo la nostra presenza anche a Città Studi. Ha infine tenuto a precisare di non avere personali finalità sociali o politiche che possano influenzarne l’operato e che non lascerà il proprio mandato prima della scadenza, che avverrà nell’autunno del 2024 quando sarà prossimo alla pensione.

In seduta, abbiamo paragonato la vicenda MIND all’Odissea, utilizzandola come metafora. Navighiamo in una tempesta (in un contesto caratterizzato da costi crescenti e utili in calo) e la rotta è lunga (quasi 30 anni di canone da pagare a Lendlease): è ancora più lunga di un’Odissea. La nostra direzione è chiara (cioè preservare la nostra funzione pubblica) ma, considerate le prospettive di sviluppo generale (dato che sposteremo ben 18.000 studenti e qualche migliaio tra docenti e personale T.A.B.: praticamente stiamo creando una nuova città), siamo circondati da “sirene” pronte a banchettare a nostre spese. Perciò siamo pronti ad aspettarci un po’ di tutto nelle prossime settimane, dato che entreremo nel cuore della trattativa con Lendlease, per la definizione dei costi che dovremo affrontare nei prossimi anni.

Vi ringraziamo per l’attenzione. Buon lavoro.