Di Sara Carrapa e Davide Lo Prinzi
In collaborazione con il Comitato degli iscritti FLC-CGIL Università degli studi di Milano
Il Rettore in Senato ha ricordato che sono state indette, per i giorni 14, 15 e 16 marzo, le votazioni per il rinnovo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza d’Ateneo (R.L.S.), per il triennio 2023-2026. Le operazioni di voto si svolgeranno in forma telematica. Fino al 10 febbraio sarà possibile presentare la propria candidatura.
LARGO AL FACTOTUM: SIAMO UN ATENEO DI QUALITA’
Dopo il punteggio massimo (A) ottenuto a seguito della visita di accreditamento C.E.V. (cioè i valutatori del Ministero) e gli eccellenti risultati della nostra ricerca (V.Q.R.), il nostro ateneo ha recentemente ottenuto ulteriori risultati positivi che ne testimoniano la qualità. Infatti, siamo tra i primi atenei in Italia per l’attrattività di studenti che provengono da fuori Regione. Inoltre, beneficeremo di 37 milioni di euro provenienti dal Ministero, utilizzabili per dei progetti edilizi (la cosiddetta “linea A”): principalmente saranno destinati ai lavori per la creazione del nuovo Campus di Beni Culturali in via Celoria 10. Infine, ben tredici dipartimenti di UniMi saranno finanziati come “dipartimenti di eccellenza” per il periodo 2023/2027: siamo primi in Italia. Sono: Matematica, Scienze della terra, Bioscienze, Biotecnologie mediche e medicina traslazionale, Scienze farmacologiche e biomolecolari, Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti, Scienze cliniche e di comunità, Scienze e politiche ambientali, Filosofia, Studi storici, Scienze giuridiche, Economia management e metodi quantitativi, Scienze sociali e politiche.
E’ importante che gli organici di alcune strutture in sofferenza, siano rimpolpati al più presto con il piano straordinario di assunzioni del personale T.A.B.: diversamente, sarà difficile ripetere gli ottimi risultati ottenuti negli ultimi anni grazie all’impegno di tanti colleghi.
“NUMERO CHIUSO”: MA IL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO E’ IN CRISI
Sono tutti risultati che ci rallegrano e che ci permettono di fare una riflessione più generale. A nostro parere, questi finanziamenti nazionali tradiscono l’errore di fondo che i Governi in Italia stanno facendo sui servizi pubblici. Così come il P.N.R.R., si tratta sempre di finanziamenti “a progetto”. Il settore pubblico invece necessita di finanziamenti per la spesa ordinaria, che per le università vorrebbe dire più Fondo di Finanziamento Ordinario (F.F.O.). Basti vedere come sia in ginocchio la sanità pubblica con, ad esempio, i presidi di pronto soccorso sprovvisti di medici di ruolo, che devono ricorrere a medici esterni “a gettone” che costano moltissimo alle casse pubbliche. In generale, serve personale per distribuire bene i carichi di lavoro e, soprattutto, aumenti stipendiali per rendere attrattivi i posti di lavoro del pubblico impiego. Diversamente, vi sarà un progressivo trasferimento di lavoratori verso il privato: fenomeno già in atto a tutti i livelli pubblici, anche in università.
Questa riflessione ci permette anche di motivare la nostra astensione su un altro punto all’ordine del giorno: il numero programmato nazionale (il cosiddetto “numero chiuso”) per i corsi di laurea in Medicina e chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria. La pandemia ha dimostrato, se ce ne fosse bisogno, di quanto siano necessari i medici di medicina generale (più conosciuti come “medici di base”) e personale negli ospedali pubblici: a questo bisogno, non si può rispondere con il “numero chiuso” nei corsi di laurea di area medica. I sistemi sanitari nazionali dei principali paesi europei sono oggi in difficoltà: in Germania, Francia, Spagna e in Regno Unito, dove si stanno verificando numerosi scioperi dei lavoratori del comparto sanitario. E’ necessaria un’inversione di rotta, anche in Italia. Siamo consapevoli che l’attività didattica professionalizzante negli ospedali universitari potrebbe diventare complicata se si aumentasse il numero di studenti e che ciò potrebbe andare a discapito della qualità della formazione. Ma non possiamo assistere al lento declino della sanità pubblica: qualcosa va fatto e questo si ricollega alla necessità sopra menzionata di finanziamenti per la spesa ordinaria di università e sanità pubblica, per poterne aumentare le capacità formative con più strutture e personale.
PERSONALE OSPEDALIERO UNIVERSITARIO: PROTOCOLLO IN REGIONE
Per chiudere il capitolo riguardante gli ospedali, vi segnaliamo che è stato sottoscritto il “Protocollo d’Intesa tra la Regione Lombardia e le Università Lombarde sedi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia”. Era dal 2015 che lo si aspettava. Avrà validità di tre anni e riguarda principalmente il personale docente. Riportiamo di seguito però alcuni passi importanti che interessano il personale ospedaliero universitario: “La Regione e le Università provvederanno ad approfondire la disciplina del rapporto convenzionale tecnico/amministrativo universitario, ed i relativi risvolti economici. Tale tematica sarà oggetto di successivi accordi. (…) Le convenzioni potranno prevedere, nell’ambito delle disposizioni normative vigenti e dei regolamenti aziendali, l’accesso alle strutture sanitarie e alla mensa aziendale, da parte del personale non convenzionato quale: ricercatori, personale tecnico-amministrativo e altro, la cui attività necessita di essere svolta in struttura. Il personale di cui al paragrafo precedente, nell’ambito dell’assistenza, potrà avere in dotazione, da parte della struttura sanitaria, i camici e i dispositivi di Protezione Individuali (DPI), nonché garantita la sorveglianza sanitaria.” Come detto dal prof. Zuccotti, Prorettore delegato ai rapporti con le istituzioni sanitarie, si tratta di un importante passo che permetterà al personale tecnico, amministrativo e bibliotecario degli ospedali di avere l’accesso alle mense, ai camici e ai dispositivi di protezione e che permetterà in futuro di poter aprire rapporti convenzionali anche per il personale, con la possibilità di avere un riconoscimento economico per l’attività assistenziale. Nel nostro intervento abbiamo chiesto al prof. Zuccotti un impegno su quest’ultimo tema, sottolineando l’importanza della firma di questo protocollo.
Vi ricordiamo infine che il 31 gennaio si terrà un senato straordinario (seguito poi da un Consiglio di Amministrazione) in cui si discuterà della sostenibilità economica e finanziaria dei progetti edilizi riguardanti sia il Campus Mind, sia Città Studi. Come vi avevamo già informati, il 20 dicembre il Senato aveva trattato l’argomento, ma con più attenzione su Mind: ci aspettiamo che il 31 gennaio si parli più approfonditamente di Città Studi. Il 20 dicembre, nei nostri interventi, avevamo posto due ordini di problemi, che rimangono i nostri punti cardine:
- la sostenibilità economica dei progetti edilizi sia nel breve che nel lungo periodo,
- il mantenimento di quante più strutture possibili a Città Studi.
Vi terremo aggiornati.
Vi ringraziamo per l’attenzione.