INCONTRO CON OSPEDALIERI

Il 25 marzo si è tenuto il 1° incontro tecnico tra RSU ed amministrazione per affrontare i numerosi problemi che interessano i lavoratori delle strutture ospedaliere da tempo richiesto dalla nostra sigla sindacale FLC CGIL. Al tavolo erano presenti, tra gli altri, un rappresentante del personale tecnico, un rappresentante del personale socio-sanitaro, un rappresentante del personale amministrativo, un RLS della Macroarea 4 (area di competenza per gli ospedali) ed un rappresentante dei lavoratori universitari dell’Ospedale Luigi Sacco.

Intento dei rappresentanti convocati è stato quello di relazionare al Direttore Generale la situazione con i problemi quotidiani che da anni sono presenti negli ospedali e che finora non sono stati risolti e di formulare proposte costruttive per migliorare le condizioni lavorative del personale ospedaliero.

Innanzitutto, si sono segnalate le difficoltà di comunicazione tra l’amministrazione centrale ed i lavoratori. Spesso le comunicazioni sono filtrate e mal interpretate da parte di Responsabili o Direttori. È stata ribadita inoltre la scarsa definizione sul ruolo dei Responsabili e Direttori che si alternano in disposizioni ed indicazioni molto spesso discordanti.

Si sono spiegate quali sono le reali mansioni del personale che non corrispondono a quelle indicate nell’indagine sui carichi di lavoro e si è ribadito che non esiste la possibilità di scindere il lavoro universitario da quello ospedaliero e che, nonostante ciò, non esista parità di trattamento di qualsiasi genere con i colleghi ospedalieri con cui si condividono gli stessi spazi e gli stessi compiti.

Semplificando i tecnici non sono un “supporto alla ricerca”, ma collaborano alla ricerca e contribuiscono con la loro attività ai progetti di ricerca corrente degli ospedali con pubblicazioni che vanno ad incrementare la produttività scientifica dell’ente “ospitante”. Gli stessi tecnici inoltre svolgono anche attività di diagnostica regolarmente rimborsata dalla Regione Lombardia attraverso il SSN, ma in maniera totalmente anonima in quanto il referto, con tutta la responsabilità che ne compete, è firmato da un’altra persona.

Il ruolo socio-sanitario prevede sia didattica frontale che ruolo di tutoraggio clinico al letto del paziente.

Durante l’incontro è stato evidenziato l’esiguo numero del personale socio-sanitario presente in Ateneo e l’elevata età media. Visto che da anni non si provvede al reintegro di personale appartenente a questo profilo, si chiede quale sia la progettualità e quali gli investimenti in questo senso. Viene chiesto se siamo destinati a estinguerci.

I pochi colleghi che hanno ruolo di coordinamento didattico non percepiscono nessuna indennità di coordinamento che viene invece assegnata a pari grado del SSN.

Si sottolinea la presenza in Ateneo di ben 22 CDL triennali in ambito sanitario il cui coordinamento delle attività professionalizzanti viene spesso assegnato – talora a pagamento – a personale SSN. paradossale che l’università formi nelle proprie magistrali personale per ricoprire ruoli di coordinamento delle attività professionalizzanti e poi questi ruoli non siano istituiti nel nostro Ateneo e i pochi presenti siano destinati a scomparire o assegnati a personale SSN.

Il personale che lavora da decenni nei CDL triennali e magistrali di ambito sanitario ha sviluppato elevate capacità nei processi di gestione, conduzione e coordinamento di un Corso di Laurea triennale relativo al proprio profilo professionale, soprattutto nell’ambito delle attività tutoriali e di coordinamento del tirocinio e nella formazione di base, acquisendo delle competenze di insegnamento per la specifica figura professionale che sarebbe un vero spreco non poter trasferire ad altri.

Si chiede trasversalità in ambito ospedaliero rivolta all’ottenimento di camici, DPI, sorveglianza sanitaria rispetto al rischio biologico professionale.

Si fa presente che la De Maria (piccola De Maria) dovrebbe essere riconosciuta, non tanto per il fattore economico ma soprattutto per le tutele sanitarie ed assicurative.

Il divario economico è nullo per alcuni livelli (vedi D2 attuale) e invece più rilevante per colleghi ancora in livello C che risultano doppiamente penalizzati poiché tutto il personale socio-sanitario in ambito ospedaliero appartiene alla categoria D.

Si propone un tavolo di trattativa serio al fine di evitare continue, assurde e dispendiose cause tra, parti della stessa amministrazione che non portano giovamento a nessuno se non agli avvocati.

Il Personale Amministrativo svolge attività lavorativa di supporto all’attività assistenziale e di ricerca che consiste in compiti banali (dal rispondere al telefono ai pazienti, dare informazioni, ecc.), oltre che lavori di notevole complessità (per esempio gestione produttività scientifica), progetti di ricerca, pratiche complesse, autorizzazione strumenti in prova, richiesta campionature, procedura per frequenze studenti, medici, varie tipologie di frequentatori, invio delle certificazioni dei dirigenti medici alla Direzione Medica Presidio per ferie, permessi, prospetti dirigenza, chiusura cartelle cliniche, stesura delle guardie, gestione della libera professione, ecc. Nello svolgere alcune di queste attività è inoltre necessario l’accesso ad alcuni programmi aziendali: se qualcuno di noi ha avuto l’account aziendale, le password, o addirittura incarichi di referenti per alcune attività ciò è stato possibile solo perché effettivamente la nostra collaborazione è ritenuta indispensabile e supportata da richieste dei responsabili/direttori UO.

Le problematiche degli ospedalieri sono le medesime in ospedale Luigi Sacco dove la distanza dalla sede a volte esacerba la sensazione del dipendente universitario di trovarsi ‘isolato’ dalla sede soprattutto nel caso di controversie lavorative.

Le proposte iniziali e le richieste sono semplici e riguardano la possibilità di avere lo stesso trattamento, in particolare in materia di sicurezza e tutela della salute di tutti i nostri colleghi ospedalieri. Si auspica la fornitura di camici e divise dove necessarie per lo svolgimento dell’attività come previsto dalle norme in vigore, la sorveglianza sanitaria e la sorveglianza attiva in caso di emergenza Covid-19, la possibilità di frequentare i corsi sulla sicurezza organizzati dalle strutture ospedaliere di appartenenza es. emergenze, prevenzione incendi, BLSD etc. Si chiede inoltre di poter accedere ai corsi FAD e in presenza, quando sarà di nuovo possibile, offerti dalle strutture ospedaliere e con il riconoscimento dei corsi ECM per i profili che lo richiedono anche da parte dell’Ateneo.

Tutte le richieste sono state recepite dall’amministrazione ed il Direttore Generale ha assicurato attenzione e programmato futuri incontri al fine di risolvere i problemi del personale ospedaliero ormai presenti da troppo tempo. Sono ora all’esame le stesure delle convenzioni tra Ateneo ed i diversi ospedali e sarà l’occasione per un accordo che assicurerà uguale trattamento a tutti i lavoratori Unimi nelle strutture ospedaliere del territorio.

In allegato la locandina in formato PDF