Il Senato Accademico, nella seduta del 13/10/2020, ha deciso di conferire, a maggioranza, su proposta del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche, il titolo di “Professore Emerito” a Pietro Ichino.
Nel corso degli anni, questo ex professore ed ex Senatore della Repubblica, è stato promotore di attacchi sempre più duri nei confronti di lavoratori e lavoratrici. Le motivazioni della proposta di conferimento del titolo sono, per noi e per tutto il mondo del lavoro, un premio inaccettabile. Dagli attacchi all’art.18 dello Statuto dei lavoratori alla “flexesecurity”, secondo cui lavoratori e lavoratrici sono computer da resettare e riformattare per essere pronti a venire incontro alle necessità delle aziende, all’etichetta di “nullafacenti” attribuita ai pubblici dipendenti, l’azione di Ichino è stata improntata ad uno svilimento del valore del lavoro e dei lavoratori del comparto pubblico, in particolare.
Aver “sostenuto modalità partecipative e non esclusivamente conflittuali delle organizzazioni sindacali” per creare una visione pacifica e armonica dei rapporti sindacali ha spuntato alcune armi delle Organizzazioni Sindacali.
Come se non bastasse in questo terribile anno di pandemia sono giunti i suoi commenti sul lavoro in smart working. Come noi ben sappiamo si è trattato di mesi in cui lavoratori e lavoratrici hanno dovuto sostenere il peso del buon funzionamento dell’Ateneo sulle proprie spalle lavorando con le loro risorse, isolati da colleghi e colleghe e con ritmi di lavoro spesso ben maggiori di quelli normali. Per Ichino invece il nostro periodo di duro lavoro nella pandemia “è stata solo una lunga vacanza pressoché totale, retribuita al cento per cento”, come dichiarato in un’intervista al quotidiano “Libero”. Secondo lui avremmo dovuto stare a casa a stipendio ridotto, e i risparmi avrebbero dovuto essere utilizzati come incentivi per medici e infermieri: una proposta, come tante delle sue, fatta per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri.
Fa specie vedere apprezzare il merito scientifico delle pubblicazioni del prof. Ichino, quando la sua è sempre stata fondamentalmente un’opera di propaganda politica, che non ha mai guardato in faccia a nessuno, nemmeno all’ateneo per cui lavorava. Nel 2006 dichiarò alla TV del “Corriere della Sera”: “…nella Facoltà in cui io lavoro abbiamo un tasso di assenteismo del personale tecnico-amministrativo del 26%, del 20% superiore a quello del settore privato che si attesta intorno al 5-6%. Questi sono dati obiettivi e misurabili …”. I dati erano sbagliati, venne prontamente smentito dall’amministrazione, oltre che dalla rsu di allora, ma ne uscì senza neppure un richiamo.
Per tutti questi motivi, riteniamo che conferire il titolo di professore emerito a Ichino sia non solo sbagliato, ma addirittura oltraggioso nei confronti di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori italiani che grazie al suo operato si sono ritrovati ad essere più precari e più deboli.
In allegato la locandina in formato PDF.