Ci mancava solo che ci dicessero: “E’ finita la pacchia!”.
Nelle ultime settimane l’ex professore e senatore pensionato Pietro Ichino e il sindaco Sala si sono contraddistinti per affermazioni forti: a dire del primo, per molti lavoratori, il lavoro a distanza sono state di fatto delle vacanze, per l’altro invece: “sarebbe ora di tornare a lavorare”, come se a distanza non si lavorasse davvero.
Come componente sindacale facciamo un bilancio ben diverso di questi mesi: ci siamo trovati a gestire una situazione drammatica, imprevista, con mezzi scarsi, e abbiamo ottenuto risultati spesso eccellenti. Tutto ciò che si poteva far funzionare ha funzionato, spesso grazie soprattutto a lavoratori che hanno fatto molto, ma molto più di quanto previsto dai contratti.
Anzi, a noi ora spetta una riflessione, che svilupperemo nei prossimi mesi. È necessaria una tutela dal super lavoro, dalla crescente richiesta di prestazioni fuori orario, sia da parte di capi che fanno leva sul senso di responsabilità altrui, sia di alcuni che, avendo ottenuto i numeri di cellulare privati, non si fanno scrupolo di contattarci negli orari e nei giorni più improbabili. Ricordiamo che il nostro CCNL prevede il diritto alla disconnessione, che –su nostra iniziativa- rientrerà anche nell’accordo sul lavoro agile e sull’orario flessibile, ma saranno anche necessarie ulteriori iniziative a tutela dei lavoratori.
Possiamo affermare, senza timore di essere smentiti, che in questa situazione di emergenza la pubblica amministrazione ha complessivamente fatto un balzo in avanti notevole dal punto di vista della digitalizzazione, dell’organizzazione del lavoro, dell’erogazione dei servizi, spesso sulle spalle dei lavoratori. con i propri mezzi informatici e nella difficoltà di provvedere contemporaneamente anche ai figli, bloccati in casa.
Servirebbe ora consolidare e sviluppare questi risultati, e affiancarvi delle nuove tutele: il lavoro agile non è il lavoro forzato a casa, deve portare vantaggi in termini di flessibilità anche per i lavoratori, per questo chiediamo di concretizzarlo in un accordo il prima possibile.
Quel che proprio non serve sono opinionisti e politici che, per vendere i loro libri, guadagnare titoli sui giornali, compiacere alcune fasce dei loro elettori, manifestano disprezzo per chi ha lavorato e prodotto risultati dei quali beneficiano, peraltro, anche loro. Il sindaco Sala dovrebbe pensare a un modello di città diverso, perché quello su cui ha puntato finora, il “modello expo”, a base di eventi, turisti e colate di cemento, sembra essere arrivato al capolinea. Dovrebbe dare risposte urgenti su come fare muovere i cittadini a partire dall’autunno senza dover viaggiare in carri bestiame.
Ci si rassegni, i tempi in cui si vendevano libri e si guadagnavano voti etichettando intere categorie di lavoratori come nullafacenti sono tramontati per sempre.
In allegato la locandina in formato PDF.