UNA PIOGGIA DI SOLDI?

Dopo esserci occupati tanto, giustamente, del nostro contesto lavorativo, pensiamo sia utile proporre una riflessione su quanto accade nel nostro paese.

La fase 2 bis è quella del ritorno della famelica Confindustria, che per giorni ha tuonato contro la distribuzione dei soldi a pioggia. Secondo loro gli aiuti indiscriminati a lavoratori in difficoltà, disoccupati, eccetera, non vanno bene, e quindi hanno preteso e ottenuto la cancellazione indiscriminata della rata IRAP di giugno. In questo modo le aziende finite sul lastrico otterranno lo stesso beneficio di quelle che, grazie all’epidemia, si sono arricchite.

Se ciò vi sembra profondamente ingiusto, o addirittura folle, pensate che c’è il rischio che il provvedimento diventi strutturale: da anni Confindustria chiede di ridurre stabilmente l’IRAP, e che cosa c’è, meglio di una crisi economica che si preannuncia drammatica, per farlo?

A bussare alle casse dello stato c’è anche un’azienda che della Confindustria non fa più parte, che non ha più la sede e che in Italia paga una minuscola parte delle sue tasse: FCA. Il ricatto di questi signori è il seguente: dato che è imminente la fusione con Peugeot, per mantenere quel po’ di produzione che è rimasta in Italia, vogliono un prestito di oltre 6 miliardi (avete letto bene) a tassi agevolati garantito dallo stato. Al di là di dove paghino o non paghino le tasse, questi sono gli eredi della FIAT, che ha ricevuto innumerevoli regali da parte dello stato (uno fra tutti l’Alfa Romeo dall’IRI), che ha chiuso diversi stabilimenti, delocalizzato produzioni, e non gli si dovrebbe dare nemmeno un euro. Ma c’è di peggio: attraverso Exor sono proprietari di importanti quotidiani, tutti schierati a coorte per ottenere il prestito. Il sindacato dei giornalisti di Repubblica ha cercato di fare pubblicare un comunicato su questa vergognosa sudditanza, ma il neo direttore di questa testata si è rifiutato.

Qualcuno forse penserà che comunque si deve “rilanciare l’economia”, e che la ripresa della produzione è nell’interesse di tutti, e che pertanto vanno bene anche i soldi a pioggia sugli imprenditori ai soliti noti. Senza poter fare qui delle riflessioni di politica industriale, è necessario ricordare che i soldi elargiti dallo stato non sono infiniti e sono a debito. Al momento di restituirli verrà presentato il conto: chi lo pagherà e in quale forma, se alle imprese saranno state ridotte stabilmente le tasse?

Non è vero che siamo tutti nella stessa barca: non lo è stato durante il lockdown, quando, per esempio, oltre il 40% dei lavoratori lombardi è dovuto andare regolarmente in azienda a lavorare, e lo sarà ancor meno in futuro, quando ci sarà chiesto di fare i sacrifici. Prepariamoci a difenderci, a difendere la nostra salute, il nostro potere d’acquisto, i nostri diritti, davanti agli appetiti di Confindustria e dei grandi gruppi imprenditoriali.

In allegato la locandina in formato PDF.