A cura di Davide Lo Prinzi
Nella Commissione per la revisione dello Statuto, che ha preceduto la seduta del Senato, è iniziato il dibattito sulla seconda delle nostre richieste fondamentali: la presenza di una rappresentanza eletta a suffragio universale del personale tecnico, amministrativo e bibliotecario (T.A.B.) in seno al Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) che, non essendo espressamente indicata dalla legge 240/10, va normata dallo Statuto.
PERSONALE T.A.B. IN C.d.A.: PERCHE’ QUASI TUTTI GLI ATENEI CE L’HANNO E PERCHE’ E’ UTILE
Come è noto, il nostro C.d.A. è composto da 11 membri: il Rettore, 2 studenti (come prescritto dalla legge), 4 membri esterni provenienti dal mondo dell’imprenditoria e della finanza (la normativa dice che devono essere minimo tre) e 4 membri interni che sono tutti docenti in quanto eletti dal Senato composto a grande maggioranza da docenti stessi. Il personale T.A.B. non vi è rappresentato. Il nostro Statuto permette a qualunque collega di proporsi per la carica ma ogni qual volta un membro del personale si sia candidato, anche se in possesso di esperienze e curriculum validi, ha puntualmente raccolto in Senato i soli voti dei rappresentati T.A.B. e di uno studente. La prassi ha dimostrato che i docenti votano solo candidati docenti. Questo è il motivo per cui ormai quasi tutti gli Atenei pubblici prevedono una riserva in C.d.A. per la nostra categoria: per non andare lontani, a Milano c’è un membro T.A.B. sia in Politecnico che in Bicocca. Nel mio intervento ho spiegato che ciò avviene per due ragioni: di solito i lavoratori strutturati di un Ateneo sono circa per metà docenti e per metà T.A.B. e pertanto diventa poco comprensibile l’esclusione di una categoria così numerosa ma, soprattutto, le competenze e il punto di vista di un membro del personale arricchiscono il lavoro svolto dal C.d.A. Vengono portate quelle competenze di chi conosce bene l’Ateneo nella prassi quotidiana (di certo più dei membri esterni), di chi conosce problemi da risolvere e pregi da valorizzare, di chi ha conoscenze ed idee spendibili per la carica perché essere un luminare in una determinata materia umanistica o scientifica non vuol dire automaticamente essere in grado di amministrare un Ateneo. Non a caso il Direttore Generale, che amministra l’Ateneo, è un collega che ha fatto la gavetta. Il dibattito è ancora in una fase preliminare anche se alcuni docenti e gli studenti (che ringrazio nuovamente) si sono già espressi favorevolmente alla presenza in C.d.A. di un nostro rappresentante. Molto ci sarà da decidere nel Regolamento Generale anche sulle modalità di elezione dei membri interni. Per il momento si è convenuto di ridurre a 3 gli esterni elevando a 5 i posti interni: la discussione proseguirà settimana prossima.
VALUTARSI PER CRESCERE E NON PER MINARE L’UNITA’
Nel corso della seduta del Senato, sono stati presentati il Piano Integrato della Performance e il Documento sulle Politiche della Qualità. Su questi i senatori potranno far pervenire dei rilievi per iscritto: cosa che farò. Negli ultimi anni queste tematiche promosse dai Governi sono state viste con sospetto dai lavoratori e dagli Atenei: spesso, a causa della scarsezza delle risorse economiche, erano scuse per ridistribuire tali risorse privilegiando alcuni e togliendo ad altri. Come sostenuto sempre dal sindacato e come ho sostenuto in trattativa, non sono contrario ad una valutazione: “giudicarsi” più oggettivamente possibile (sempre che questo si possa veramente fare) è l’unico strumento per correggersi e migliorarsi. Tutti vogliamo poter offrire un lavoro “di qualità”. Questo però non vuol dire che la valutazione debba essere correlata al salario ed alla distribuzione di incentivi e disincentivi economici: le differenziazioni stipendiali al ribasso sono un insulto a chi ha gli stipendi più bassi del pubblico impiego mentre quelle al rialzo minano lo “spirito di squadra” nelle strutture che spesso tirano avanti in situazioni di difficoltà di organico ed organizzative proprio grazie a questo spirito.
ANTICIPO DELL’OFFERTA DIDATTICA E RESIDENZE PER GLI STUDENTI
Ho espresso il mio apprezzamento verso l’obiettivo della Prorettrice Porrini di anticipare i tempi dell’offerta didattica. Ad esempio, i manifesti dei corsi andrebbero pubblicati prima possibile per intercettare gli studenti dei corsi di laurea magistrale e gli studenti internazionali. Inoltre, sta cambiando la cultura di approccio all’Università dei giovani che escono dalle scuole superiori e che programmano sempre con maggiore anticipo: si veda come sostengano i TOLC già in primavera.
Per quanto riguarda il Diritto allo Studio e la nuova convenzione con Regione Lombardia sulle residenze universitarie, ho richiamato l’attenzione non solo sulla questione della ristrutturazione dei posti letto esistenti (per i quali abbiamo ricevuto dei cofinanziamenti e che potremo avere in futuro in concessione) ma anche sulla necessità di aumentare i posti con nuove residenze da acquisire per soddisfare l’elevata domanda.
Mi sono poi astenuto su alcune richieste di nulla osta di docenti per l’insegnamento in altre Università e ho votato contro il numero programmato in due corsi di laurea.
Infine, sul bando per il nostro Campus a Rho-EXPO, l’Ateneo è in attesa che la società australiana Lendlease presenti un nuovo piano economico-finanziario alla luce dei rilievi sollevati dalla Autorità Nazionale per l’Anticorruzione (A.N.A.C.).
Vi ringrazio per l’attenzione e buon lavoro.