Iniziamo da oggi la pubblicazione di un foglio informativo per gli iscritti. Vi
riporteremo una sintesi delle riunioni del Comitato degli Iscritti, che è il
nostro gruppo dirigente in ateneo, e i documenti che, di volta in volta, ci
sembrano interessanti. Se volete saperne di più su qualche argomento, o
se avete notizie da darci, non esitate a scrivere a cgil@unimi.it
Il comitato degli iscritti si è riunito per la prima volta nel 2019 mercoledì 16
gennaio.
Prima di incominciare la discussione sull’odg sono state fatte delle
comunicazioni. In particolare, Davide, nostro rappresentante in Senato
Accademico, ci ha informati sul fatto che il rettore non ha potuto fornire
uno schema riassuntivo sull’utilizzo dei punti organico negli anni 2016-
2018 perché la Direzione Risorse Umane non è stata in grado di fornire il
dato. Si farà un comunicato su questa gravissima notizia e si chiederà al
più presto un incontro per monitorare le assunzioni.
Come primo punto abbiamo affrontato la questione delle priorità nella
contrattazione. Dopo un anno di stasi, in cui non è stato possibile
contrattare praticamente nulla, si è creato un ingorgo.
Vengono individuate come priorità per il tavolo di contrattazione di
gennaio: la cancellazione delle 85 ore, il regolamento sulla premialità
(dipartimenti di eccellenza), le mobilità relative al trasferimento di
veterinaria a Lodi e il Fondo Comune d’Ateneo.
Sulle 85 ore si confrontano fondamentalmente due punti di vista: chi
ritiene che sia auspicabile la maggiore libertà possibile di accumulo e
utilizzo; chi ritiene che questa possa diventare un’arma a doppio taglio, e
che la sciocca normativa delle 85 ore debba essere sostituita da qualche
limite più sensato, a tutela del lavoratore. Si opta per una proposta che
prevede un monitoraggio periodico delle strutture e un intervento quando
si verificano delle situazioni abnormi, pur senza fornire un limite preciso
(alleghiamo la proposta).
Nel 2018 non è stato possibile corrispondere compensi ai colleghi dei
dipartimenti di eccellenza perché l’amministrazione si è dimenticata di
contrattare il regolamento sulla premialità. Siamo stati tutti concordi nel
ritenere che non sia accettabile il cumulo di conto terzi, premialità e fondo
comune d’ateneo oltre a una certa cifra, che, indicativamente, abbiamo
quantificato nel 30% dello stipendio. Oltre a questa cifra si procederebbe
con la decurtazione del fondo comune. La proposta che alleghiamo,
inoltre, si sofferma sulla necessità del maggior coinvolgimento possibile
del personale che ha le competenze adeguate, prevedendo una
formazione specifica perché voglia contribuire allo sviluppo del progetto,
ma abbia bisogno di formazione, alfine di non escludere nessuno degli
colleghi che aspirino a dare il proprio contributo.
Sul reintegro del Fondo Comune di Ateneo abbiamo concordato su un
documento in cui si chiede all’amministrazione di procedere al più presto
con la certificazione dei risparmi energetici e con la rivalutazione degli
affitti delle aule per giungere nel 2019 a un accordo che reintegri le quote
di Fondo Comune d’ateneo (FCA).
Sarah ha relazionato sull’incontro col legale della FLC. Rispetto alla
vertenza proposta da Frisoli e Surace si conferma quanto già noi avevamo
valutato, cioè che sia scarsamente fondata e con diverse criticità a carico
dei ricorrenti. Il doppio regime di erogazione del FCA a chi ha fatto la PEO
autofinanziata e chi non l’ha fatta, difficilmente può essere ritenuto
discriminatorio da un giudice, in quanto la scelta di stabilizzare una quota
di FCA (e quindi renderla non decurtabile e pensionabile) è frutto di un
accordo sottoscritto praticamente da tutti. Inoltre l’impegno a reperire le
risorse per il reintegro del FCA entro il 2010 non poteva considerare
l’intervenuto blocco della contrattazione per legge fino al 2015. La
contrattazione sul FCA è ripresa nel 2016, ma non si è mai giunti a un
accordo, per l’insufficienza delle risorse proposta dall’amministrazione e
per la loro volontà di distribuirle parzialmente in forma premiale.
Difficilmente un giudice potrebbe imputare solo a una parte il mancato
accordo e anche qualora lo riconoscesse in primo grado, dovrebbe essere
congelato sino a sentenza di secondo grado.
Il legale ha proceduto contro la precedente amministrazione per
comportamento antisindacale e data la mancata attuazione di parte degli
accordi sottoscritti (mancata istituzione dell’ufficio convenzioni per il
personale, mancata contrattazione della linea di welfare sulla non
autosufficienza), proseguiremo finché non verranno attuati.