Clacson, trombette e pernacchi

Per anni l’ateneo è stato, tra le altre cose, inadempiente riguardo l’obbligo di legge che prevede le prove di evacuazione. Ora che, finalmente, le prove vengono fatte, a cura di una ditta esterna ben pagata, ci si aspetterebbe magari che servissero a qualcosa, cioè a rendere “automatico” e quanto più sicuro possibile il comportamento dei lavoratori in caso di reale situazione di pericolo.

 Qualche giorno fa, nella sede di via Festa del Perdono, è stata effettuata una prova alquanto bizzarra, annunciata da addetti con buffe trombette. Un po’ pochino come avviso di pericolo, anche considerato che, nonostante la “carta del laureando”, proseguono imperterriti i festeggiamenti delle lauree nel cortile, con vuvuzelas ben più rumorose. L’allarme dovrebbe essere centralizzato e udibile in tutta la struttura, e la segnaletica per far confluire il personale nel punto di raccolta dovrebbe essere se non più chiara almeno semplicemente esistente.

Non risulta chiaro se esista un piano di emergenza, del quale, peraltro, non sono stati messi al corrente i lavoratori che, a mala pena, conoscono le vie di fuga.

Gli addetti al primo intervento avevano l’obbligo di partecipare a queste due giornate di prova, ma la presenza effettiva è stata molto inferiore rispetto ai partecipanti previsti: anche a livello di comunicazione ai diretti interessati c’è stata poca chiarezza e poco tempismo.

Così come sono state (dis)organizzate le due giornate di prove, si può dire che siano servite solo a rendere evidenti delle preoccupanti mancanze strutturali nel piano di emergenza di tutta la sede centrale, negli allarmi e nelle segnalazioni d’obbligo delle varie strutture, già peraltro evidenti in occasione delle prime prove di evacuazione effettuate l’anno precedente (in un anno non è cambiato nulla); sono inoltre state percepite come una fastidiosa e inutile perdita di tempo soprattutto da parte dei partecipanti, che hanno dovuto eseguire delle procedure improvvisate e molto confuse.

Ci sembra quindi il minimo, visto che l’azienda esterna è pagata dall’ateneo, esigere che le prove siano predisposte in modo serio, strutturato e chiaro, così da poter essere messe in partica da tutti gli addetti in modo lineare ed organizzato, e che non rappresentino la solita occasione da risolversi a tarallucci e vino, spazzando la polvere sotto al tappeto e lasciando scoperte ancora una volta persistenti inadempienze nei sistemi di sicurezza della nostra sede.

In allegato il volantino da stampare, affiggere, diffondere

Per chi volesse approfondire: http://www.marcodemitri.it/schede-tecniche/come-si-fa-una-prova-di-evacuazione/
FLC CGIL – Università degli studi di Milano – Comitato degli Iscritti web: www.cgil.unimi.it – mail: cgil@unimi.it