Sorvegliare, demansionare e punire

Oltre a cancellare l’art.18 il governo Renzi vuole far piazza pulita anche degli articoli 4 e 13 dello Statuto dei lavoratori.

SORVEGLIARE, DEMANSIONARE E PUNIRE

L’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che l’imprenditore non può utilizzare sistemi che consentano il controllo a distanza dell’attività lavorativa dei dipendenti. A meno che tale controllo avvenga per esigenze organizzative e produttive oppure per garantire la sicurezza del lavoro: in questi casi è comunque necessario l’accordo delle RSU/RSA o dell’Ispettorato del lavoro.

Questo è un articolo che riguarda anche il pubblico impiego, tanto che la nostra RSU e le Oo.Ss sono chiamate a discutere un regolamento relativo al controllo degli accessi e problematiche simili.
Il governo vuol rendere invece possibile il controllo a distanza del lavoratore. Se così sarà i nostri movimenti potranno essere ripresi da telecamere, le nostre navigazioni internet analizzate, la nostra posta elettronica controllata, le nostre telefonate tracciate e tutto questo materiale potrebbe essere utilizzato per comminare sanzioni fino al licenziamento. A noi pare la prefigurazione di un regime poliziesco, e crediamo che a nessuno sfugga quale potenziale di costrizione e ricatto sui lavoratori racchiuda un intervento simile.

L’art. 13 dello Statuto dei lavoratori sancisce che «il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito». Nel caso di assegnazione a mansioni superiori il prestatore ha diritto naturalmente al trattamento corrispondente all’attività svolta. Nel caso di svolgimento eterogeneo di mansioni, deve tenersi conto delle mansioni svolte in modo prevalente.
Intenzione del governo è di rimettere in discussione questo principio, permettendo il demansionamento anche al di là delle deroghe previste per legge o giurisprudenza e presumibilmente senza il consenso della lavoratrice e del lavoratore interessato.
Prevedendo, probabilmente, per tutti i casi (oltre che per processi di licenziamento per riduzione del personale), la possibilità di demansionare un lavoratore abbassandogli anche lo stipendio.

Come si può ben capire quelle che il presidente del consiglio va in giro a dire, purtroppo impunemente, sono evidenti menzogne. Toccare gli articoli 18, 4 e 13 dello Statuto dei lavoratori fa parte di un disegno ben preciso che riguarda almeno 9 milioni di lavoratori italiani (e non certo solo 2.000). Lo scopo è aumentare il potere di imprenditori e capi e rendere i lavoratori ancor più ricattabili, succubi, incapaci di far valere dei diritti.

E questo in cambio di cosa? Di 80 euro per alcuni? Di quattro battute pronunciate con accento fiorentino o di qualche scemenza sull’i-phone e i gettoni telefonici? Di promesse incredibili sulla tutela dei disoccupati e sul rilancio degli investimenti stranieri? Di quattro chiacchere sulle promesse di includere parte del TFR futuro all’interno dello stipendio (salvo, naturalmente per il Pubblico Impiego)?