Tre recenti episodi di cui sono vittime i lavoratori ci mostrano il grado di inciviltà di una società che sta virando rapidamente verso la barbarie.
Come riportato da diversi giornali, dopo la seconda forte scossa di terremoto in Emilia alcuni imprenditori hanno chiesto ai loro operai di andare a lavorare firmando una liberatoria. Questo perché con la prima scossa la maggior parte delle vittime erano operai sepolti sotto i capannoni. Il padrone che dovrebbe esser responsabile in prima persona della sicurezza decide, nel mezzo di una disgrazia, di non perdere giorni di lavoro e di scaricare sui lavoratori qualsiasi rischio.
A Basiano, vicino a Milano, 90 lavoratori di una cooperativa che lavora per “Il Gigante” sono stati licenziati. Per far entrare i lavoratori di un’altra cooperativa, che offrono i loro servizi a un prezzo inferiore, i carabinieri sono intervenuti e hanno sfondato il picchetto dei licenziati. Risultato: cariche, lacrimogeni, manganelli, 30 feriti. I crumiri, che a loro volta sono, come è sempre stato, in gran parte altri operai più ricattabili, sono così potuti entrare.
Terzo episodio: il ministro Fornero è stato colto in flagranza di menzogna sugli “esodati”, sbugiardato dall’INPS. La reazione è stata quella di chiedere provvedimenti contro chi ha fatto uscire le notizie riservate dall’INPS.
La vicenda degli esodati è un concentrato di infamia. Lavoratori garantiti da accordi sottoscritti da un governo e non riconosciuti da quello successivo, condannati a casa senza più lavoro, né pensione. Magari costretti a pagare i contributi mancanti usando il TFR. Si tratta pare di oltre 390.000 persone.
Provare rabbia e disgusto è il primo passo per resistere a questa barbarie. Poi, però, deve venire l’organizzazione e il progetto collettivo. E’ questa convinzione che ci guida nel nostro impegno sindacale.