Finanziaria chi perde e chi guadagna

L’hanno definita la “patrimoniale sui poveri”: si tratta di una manovra che colpisce pesantemente i lavoratori e i pensionati e beneficia i soliti: redditi elevati, banche, imprese, evasori fiscali. Come sempre fatta a ridosso dell’estate, anticipata da voci di ogni tipo e approvata per decreto.
L’attacco al lavoro pubblico ormai prosegue da anni, sempre anticipato da campagne propagandistiche prive di ogni fondamento, come l’ultima sugli aumenti degli stipendi degli statali. La realtà è che la manovra estende il nostro blocco di stipendi e carriere al 2014. In università restano in vigore le attuali norme sul turn over.
Più in generale veniamo colpiti, al pari degli altri lavoratori, dai seguenti provvedimenti:
Accelerazione dell’aumento dell’età pensionabile, soprattutto per le donne. In materia di pensioni ormai non si capisce più nulla: ogni anno cambiano le regole e per i lavoratori la pensione è sempre più un miraggio.
Taglio del 45% della già modesta rivalutazione delle pensioni, a partire da quelle di € 1.000 circa al mese.
Ritorno dei ticket per le prestazioni di pronto soccorso e per le visite specialistiche.
Aumento delle accise sui carburanti che, come sempre in periodo di vacanze, fanno superare ogni record al prezzo della benzina.
Imposizione del pagamento del contributo unificato per tutte le cause di lavoro, comprese quelle previdenziali, che fino ad ora sono sempre state esenti. Il ricorrente dovrà pagare addirittura 600 euro per un ricorso al Capo dello Stato finora completamente gratuito.
Pesanti tagli ai trasferimenti ai comuni, che a loro volta taglieranno i servizi sociali.
Chi viene beneficiato? Per esempio gli evasori fiscali: si prevede una riduzione del 20% dei controlli su piccole imprese e liberi professionisti (tradizionali elettori di questo governo). Poi le aziende, con la detassazione del reddito d’impresa investito. Le banche, se da un lato perdono con l’aumento dell’IRAP, dall’altro guadagnano molto con l’uniformazione delle aliquote su depositi e strumenti finanziari. Secondo “Il Sole 24 Ore” i veri sconfitti sono i piccoli risparmiatori.
L’equiparazione degli stipendi dei politici italiani a quelli europei slitta al 2014.
In un’Europa sull’orlo del collasso, tra i continui scioperi e scontri di piazza in Grecia e il più grande sciopero degli ultimi 10 anni in Gran Bretagna, l’Italia è ben avviata a seguire la strada maestra: far pagare la crisi a chi ha sempre pagato. “Non siamo indignati, siamo determinati”, scrivono i greci sugli striscioni appesi sull’Acropoli. Sottoscriviamo: è ora che il mondo del lavoro si unisca per sconfiggere queste politiche.