Finalmente i rappresentanti per la sicurezza

Dal 27 al 30 settembre si potrà votare per l’elezione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS).

La CGIL d’ateneo ritiene che questa votazione sia molto importante. Da un decina di anni nel nostro ateneo non vengono eletti questi rappresentanti, previsti dalla legge a tutela del diritto alla salute dei lavoratori.

Nei prossimi giorni cercheremo di spiegare quali sono le prerogative degli RLS, perché sono utili e quali sono i maggiori problemi di sicurezza nel nostro ateneo.

Ci preme però subito precisare che NON si tratta di delegati dell’amministrazione e che NON si tratta di una carica retribuita: chi verrà eletto, dopo un corso di formazione, disporrà di alcune ore di permesso per intervenire su chiamata dei lavoratori o per procedere a verifiche di propria iniziativa.

La CGIL di ateneo invita a votare i seguenti candidati:

MACROAREA 1
Roberto Smanio
Omar Tanzi

MACROAREA 2
Andrea Cipriani

MACROAREA 3
Paola Fasano

MACROAREA 4
Loredana Boccotti

Resoconto Incontro Tecnico del 21 luglio 2011

Trasporti

– Lo sconto per la metro Atm sale dal 20% al 30%.

– Lo sconto per gli abbonamenti treni Trenord passa dal 10% al 20%.

– Lo sconto per le autolinee (bus) sarà del 20% (e non del 10% inizialmente preventivato). Per gli abbonamenti annuali bus è prevista anche la possibilità di rateizzazione (come per i treni). Per quelli settimanali e mensili, il rimborso sarà trimestrale.

Tutti questi maggiori sconti avranno decorrenza retroattiva dall’1 giugno 2011, quindi quanto versato in più nei mesi estivi verrà restituito in busta paga. Dato che, come recentemente dichiarato dal nuovo sindaco, non ci saranno, almeno per ora, aumenti per l’abbonamento annuale Atm, il maggiore sconto permetterà un risparmio reale (per esempio, per l’abbonamento urbano, la quota a carico del lavoratore passa da 225€ a 192€).

Per i treni e i bus extraurbani, a causa dei recenti aumenti, i nuovi sconti permetteranno di parare almeno parzialmente il colpo.

E’ stata così accolta una richiesta formulata alcuni mesi fa dalla Rsu. Nonostante il risultato raggiunto, l’impegno della Cgil d’Ateneo per avere maggiori sconti sul costo dei trasporti (che tanto influiscono sul bilancio in particolare dei pendolari) continuerà anche in futuro. Siamo inoltre felici che sia stata finalmente recepita la richiesta Cgil di estendere lo sconto agli abbonamenti degli autobus extraurbani.

Part-time

La novità principale è la richiesta d’introduzione di alcuni criteri per i ritorni a full-time del personale part-time che era stato originariamente assunto da full-time. In questi casi, se c’è la disponibilità finanziaria, solitamente queste richieste vengono accolte dato che tali passaggi a full-time non pesano nei punti organico. Però nel caso in cui ci siano delle situazioni da respingere per mancanza di risorse, è stato richiesto come Cgil di introdurre dei criteri: maggior numero di anni da part-time e particolari condizioni economico-familiari.

Sui ticket la richiesta della Rsu è stata dell’erogazione anche a tutto il personale senza pausa timbrata (non solo i part-time) in numero proporzionale al rapporto di lavoro, per lo meno per chi svolge almeno 6 ore. Finalmente la richiesta Cgil è stata sposata da tutta la Rsu. L’amministrazione continua, invece, a voler legare l’erogazione del ticket allo svolgimento della pausa. Sulle ore di recupero dei part-time,
l’amm.ne ha riproposto la situazione attuale (max 50 ore con limite dei 30 o 60 minuti a secondo del rapporto di lavoro con pausa timbrata di 45 minuti se si superano le 6,30 ore). Dopo una lunga discussione, soprattutto sull’erogazione del ticket, si è deciso un riaggiornamento a settembre.

Punti organico 2011 (66 punti totali circa).

33 per ricercatori a tempo determinato (la legge prevede almeno 50% del totale… alcuni posti sono cofinanziati da fondi esterni e quindi si arriva a circa 93 assunzioni);

8,8 per ordinari (la legge prevede massimo 20% del totale);

11,6 per associati;

12,6 per tecnici-amministrativi (cioè equivale a circa da 30-32 a 48-50 assunzioni).

Tecnici-amministrativi: come Cgil abbiamo richiesto che la priorità sia data alle stabilizzazioni dei precari, ai passaggi da part-time a full-time per i colleghi assunti originariamente come part-time, alle progressioni verticali dei B con diploma che svolgono mansioni da C.

Sono anche previste 10 assunzioni aggiuntive di categorie protette (6 sono già state espletate).

Riorganizzazione

Entro fine settembre, tutti i responsabili di tutte le strutture d’ateneo (dipartimenti ma anche divisioni, biblioteche, ecc.) dovranno indicare numero di docenti afferenti, ambiti di didattica e ricerca, risorse di
personale tecnico-amministrativo e macro-processi di lavoro. Queste rilevazioni non porteranno direttamente a definire la pianta organica dato che prima bisognerà ridefinire le strutture dopo la riorganizzazione.

La RSU ha ribadito la richiesta di un tavolo tecnico con l’amministrazione sulla riorganizzazione d’Ateneo.

Adesso pure l’art. 18… BASTA!

MARTEDI 6 SETTEMBRE
SCIOPERO GENERALE

solo chi ha dignità lotta
chi non lotta è complice

Domani sciopero

perché

vogliono licenziare senza giusta causa

perché

vogliono togliere le tutele

sull’orario di lavoro

sulle mansioni

sui part-time

sul ricorso ai contratti a termine e co.co.pro.

sulle assunzioni e le stabilizzazioni

Impediamolo

Domani scioperiamo per difendere il nostro lavoro, i nostri diritti, i nostri salari.

ritrovo ore dalle 8:30 alle 9:00 davanti all’ingresso di via Festa del Perdono 7 per raggiungere il corteo che partirà dai bastioni di Porta Venezia alle 9:30

Che cosa dicono e che cosa fanno II

Mentre molti lavoratori e varie organizzazioni sindacali si preparano a scioperare il 6/9, il governo è arrivato ormai alla quarta versione di una manovra sempre più screditata, senza copertura, di pura aggressione contro il lavoro dipendente e il pubblico impiego in particolare.

Le dichiarazioni dei politici e dei sindacalisti vicini al governo sono patetiche: c’è chi vanta di aver fatto cancellare con una sola telefonata l’attacco contro le pensioni e chi vorrebbe da subito un aumento dell’IVA.

E’ ora di fermarli! A chi sostiene di non aver mai messo le “mani nelle tasche degli italiani” dobbiamo dire:
Giù le mani dall’articolo 18! Giù le mani dalle festività civili! Giù le mani dal nostro TFR!

In allegato la seconda parte del nostro comunicato sulla manovra.

MARTEDI 6/9 SCIOPERO GENERALE
CORTEO ORE 9.30 PORTA VENEZIA


Dicono di voler combattere l’evasione fiscale

Ma fanno solo gli spot. Con quale credibilità chi ha depenalizzato il falso in bilancio e fatto condoni su condoni manderà degli evasori fiscali nelle galere che già scoppiano? L’86% dei lavoratori autonomi dichiara meno di € 20.000. Gioiellieri, benzinai e ristoratori, solo per fare qualche esempio, dichiarano circa il 14% del loro reddito reale. A loro non è stato chiesto nessun tipo di contributo.

Dopo l’ennesimo scudo fiscale i capitali sono tornati all’estero, e nessuno pensa a come andare a stanarli.

Dicono di voler salvare le pensioni

Ma rinviano di 2 anni il pagamento del TFR nel pubblico impiego.

Dicono di voler colpire i privilegi della “casta”

Ma i pochi provvedimenti in questo senso sono solo fumo negli occhi, un contentino per imbonire chi, pur non avendo privilegi, continua a dover pagare il conto.

Dal 2008 avvertiamo che politici, banchieri, industriali vogliono farci pagare la crisi che hanno scatenato. Abbiamo detto che stavano iniziando a colpire i lavoratori greci, poi sarebbero arrivati anche da noi. Oltre ad avvertire abbiamo cercato di rispondere con gli scioperi. Oggi più che mai serve una partecipazione di massa di tutti i lavoratori, anche se ci sono dei sindacati complici del governo (quelli che Sacconi chiama “riformisti”: CISL, UIL e UGL) che si scagliano contro lo sciopero generale e son favorevoli alla cancellazione dell’art.18 contenuta nella manovra!

Non è vero che siamo nella stessa barca. Non siamo noi a dover pagare, non siamo noi a dover salvare l’Italia. Devono pagare quelli che si sono arricchiti negli ultimi decenni sfruttando sempre più
selvaggiamente lavoratori italiani e stranieri, evadendo sistematicamente il fisco e muovendo capitali enormi da un capo all’altro del mondo.

Che cosa dicono e che cosa fanno I

In allegato la prima parte dell’illustrazione di alcune delle principali conseguenze della manovra che verrà discussa nei prossimi giorni dal parlamento. Mentre ogni giorno, tra affermazioni e smentite, vengono proposte modifiche peggiorative, una cosa pare certa: a pagare sarà soprattutto il pubblico impiego, che già ha subito il blocco di stipendi e carriere fino al 2014.

Contro la manovra la CGIL ha indetto lo sciopero generale Martedi’ 6/9. Il corteo a Milano partirà alle ore 9,30 da Porta Venezia.


Dicono di voler salvare il “ceto medio”

Per loro “ceto medio” è chi ha un reddito superiore a 90.000 € e oltre. In università “ceto medio” sarebbero solo una parte dei dirigenti e una parte dei docenti!

Per non far pagare qualche soldino a questo “ceto medio”, ma soprattutto per graziare gli evasori fiscali, colpiscono quasi solo i redditi più bassi. L’aumento dell’IVA, che colpirà tutti indistintamente provocando nuovi aumenti dei prezzi, è solo rimandato all’imminente “riforma fiscale”.

Dicono che le loro priorità sono lavoro e famiglia

In realtà la priorità del ministro Sacconi è affossare lo Statuto dei Lavoratori. Prevedendo che i contratti
aziendali possano derogarlo, diventerà possibile licenziare senza giusta causa e sorvegliare il lavoratore a sua insaputa. Si creerà così un esercito di lavoratori impauriti, costantemente ricattati.

Dicono che avverrà solo in situazioni eccezionali, ma è facile prevedere che inizieranno in qualche azienda e nel giro di qualche tempo le principali garanzie saranno state abrogate di fatto per tutti.

Le famiglie dei lavoratori vivranno sotto ricatto permanente, che si sommerà alla sempre maggiore
difficoltà ad arrivare a fine mese. I tagli a comuni e regioni si tradurranno in pesanti tagli ai servizi pubblici e incremento delle tasse locali. Costeranno sempre di più i trasporti, la sanità, la scuola, l’assistenza ad anziani e disabili, ecc. Gli enti locali saranno incentivati a privatizzare i servizi con conseguente aumento delle tariffe (esclusa l’acqua grazie al voto del referendum).

E’ Ora di dire Basta!

Il governo ha passato l’estate a inventarsi i modi più subdoli per depredare i lavoratori e salvare chi in questi anni si è arricchito.

A furia di affermazioni e smentite è difficile capire quali saranno esattamente i provvedimenti che verranno presi, ma la loro natura è chiarissima. Nei prossimi giorni cercheremo di illustrare ciò che stanno discutendo.

Una sola cosa è certa: dobbiamo fermarli subito!

Il 6 settembre, quando la manovra verrà discussa, la CGIL inizierà la lotta con uno sciopero generale. E’ necessario che il NO alla manovra blocchi il paese.

BASTA

con chi vuol far pagare la crisi solo alla povera gente

con chi vuole la libertà di licenziare

con chi difende l’evasione dei ricchi e taglia redditi e servizi

con chi ci deruba di pensioni, tredicesime e TFR

con chi difende i redditi da 90.000 € e attacca quelli da 20.000

con chi cancella le feste e la memoria

con cisl e uil che a parole protestano e nei fatti appoggiano il governo

ora o si lotta o si perde
non ci sono alternative

MARTEDI 6 SETTEMBRE
SCIOPERO GENERALE

solo chi ha dignità lotta
chi non lotta è complice

La nostra valutazione sull’accordo interconfederale

Il Comitato degli iscritti della CGIL di Ateneo si è riunito il 6/7 e ha approvato all’unanimità il seguente documento di valutazione dell’accordo interconfederale del 28/6.

ODG DEL COMITATO DEGLI ISCRITTI DELLA STATALE DI MILANO

Il Comitato degli Iscritti dell’Università Statale di Milano, riunitosi il 6/7/2011, ritiene che la sottoscrizione dell’accordo interconfederale del 28/6/2011 arrechi un grave danno alla causa dei lavoratori. In particolare viene messa a tacere la parte più combattiva e più conflittuale, che negli ultimi anni ha saputo con forza contrastare l’offensiva padronale e l’attività dei sindacati “complici” CISL, UIL e UGL, uniti nell’attacco al contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL).
Le “intese modificative” previste, di fatto, sanciscono la derogabilità dei contratti nazionali.
L’esigibilità dei contratti è sempre un problema di rapporti di forza. I padroni hanno mille strumenti per rendere i contratti non esigibili da parte dei lavoratori. Questi ultimi hanno una sola arma: lo sciopero. Proprio per questo motivo Marchionne e Marcegaglia hanno perseguito l’obiettivo di un forte ridimensionamento di questo diritto, e lo hanno raggiunto grazie anche alla firma della CGIL.
L’accordo vanifica anche una scelta democratica nazionale qualificante della CGIL: la validazione dei contratti mediante referendum. Mentre nell’ultimo congresso in molti chiedevamo la validazione anche delle piattaforme, si giunge a un accordo che subordina qualsiasi decisione al consenso di CISL e UIL, che han sempre evitato qualsiasi consultazione democratica.
I referendum non saranno obbligatori nemmeno per i contrati aziendali laddove son presenti le RSU.
Per questo motivo chiediamo il ritiro della firma della Cgil
Vista la gravità della situazione economica, sociale e politica e la buona riuscita dello sciopero generale del 6/5/2011 chiediamo anche di dare seguito alle lotte del mondo del lavoro mediante la costruzione di una piattaforma generale contro i sacrifici imposti da governo, Confindustria e BCE e la proclamazione di un nuovo sciopero generale con l’obiettivo di coinvolgere anche studenti e precari e bloccare il paese.

Il nostro progetto, la loro tristezza

Più che una risposta, che interesserebbe ben poche persone, il messaggio della Dott.ssa Varotto ci dà l’occasione per tornare a parlare del nostro progetto politico e sindacale.

Tutto si può dire della CGIL d’ateneo fuorchè lamentarsi del fatto che non abbiamo un progetto e che non faremmo attività!

Il nostro primo obiettivo è la ri-sindacalizzazione dell’ateneo. Vorremmo avere una presenza sindacale in ogni struttura, punto di riferimento capillare per lavoratrici e lavoratori.

Crediamo che un sindacato degno di questo nome debba sapersi rinnovare, cercare e formare nuovi attivisti. Non ci interessa l’occupazione delle poltrone, in particolare di quelle con gettone di presenza, non ci interessano i sindacati che candidano sempre le stesse persone per qualsiasi ruolo.

Ci battiamo perché, oltre alla presenza sindacale, nelle strutture vi sia anche la presenza dei lavoratori negli organi di gestione. Contro una “riforma” che ci vuole marginalizzare continuiamo a rivendicare presenza e diritto di voto, ben più importanti di 1 poltrona in più in Senato.

I nostri strumenti sono:

. le assemblee, anche nelle strutture decentrate o negli uffici (ne abbiamo tenute ben 15 quest’inverno),
. comunicati sindacali che informino puntualmente evitando il più possibile il “sindacalese”,
. mobilitazioni di vario tipo in cui i lavoratori siano i soggetti della protesta,
. presidi in occasione dei grandi scioperi, perché lo sciopero deve essere anzitutto visibile,
. la contrattazione, intesa come momento in cui si mostrano le ragioni dei lavoratori e si fanno valere i rapporti di forza, e non come puro esercizio di retorica a un tavolo di trattativa.

Rivendichiamo la nostra libertà di critica, anche nei confronti nella nostra Organizzazione Sindacale. Crediamo, però, che il dissenso, in un’organizzazione, non possa tradursi in boicottaggio di decisioni prese democraticamente.

La Dott.ssa Varotto, allora iscritta alla CGIL, candidandosi per il CdA, ha calpestato una decisione presa a larghissima maggioranza dall’assemblea degli iscritti del nostro sindacato.

All’epoca evitammo una polemica pubblica. Ora ci pare legittimo rivolgerle qualche critica, in particolare rispetto a impegni presi e non mantenuti: scrivere un resoconto della propria attività, del resto, non ci sembrava un grande onere.

Noi “professionisti dell’attività sindacale”, come veniamo definiti, svolgiamo questa attività senza percepire un euro, mentre i consiglieri di amministrazione prendono € 7.599, 60 all’anno.

A volte ci siamo trovati da soli in alcune battaglie, ma la partecipazione a tante nostre iniziative ci ha mostrato la differenza tra essere lasciati soli da altre sigle sindacali, dai rappresentanti negli organi, da altre componenti dell’ateneo, e l’essere isolati, cosa quest’ultima che non si è mai verificata.

Finanziaria chi perde e chi guadagna

L’hanno definita la “patrimoniale sui poveri”: si tratta di una manovra che colpisce pesantemente i lavoratori e i pensionati e beneficia i soliti: redditi elevati, banche, imprese, evasori fiscali. Come sempre fatta a ridosso dell’estate, anticipata da voci di ogni tipo e approvata per decreto.
L’attacco al lavoro pubblico ormai prosegue da anni, sempre anticipato da campagne propagandistiche prive di ogni fondamento, come l’ultima sugli aumenti degli stipendi degli statali. La realtà è che la manovra estende il nostro blocco di stipendi e carriere al 2014. In università restano in vigore le attuali norme sul turn over.
Più in generale veniamo colpiti, al pari degli altri lavoratori, dai seguenti provvedimenti:
Accelerazione dell’aumento dell’età pensionabile, soprattutto per le donne. In materia di pensioni ormai non si capisce più nulla: ogni anno cambiano le regole e per i lavoratori la pensione è sempre più un miraggio.
Taglio del 45% della già modesta rivalutazione delle pensioni, a partire da quelle di € 1.000 circa al mese.
Ritorno dei ticket per le prestazioni di pronto soccorso e per le visite specialistiche.
Aumento delle accise sui carburanti che, come sempre in periodo di vacanze, fanno superare ogni record al prezzo della benzina.
Imposizione del pagamento del contributo unificato per tutte le cause di lavoro, comprese quelle previdenziali, che fino ad ora sono sempre state esenti. Il ricorrente dovrà pagare addirittura 600 euro per un ricorso al Capo dello Stato finora completamente gratuito.
Pesanti tagli ai trasferimenti ai comuni, che a loro volta taglieranno i servizi sociali.
Chi viene beneficiato? Per esempio gli evasori fiscali: si prevede una riduzione del 20% dei controlli su piccole imprese e liberi professionisti (tradizionali elettori di questo governo). Poi le aziende, con la detassazione del reddito d’impresa investito. Le banche, se da un lato perdono con l’aumento dell’IRAP, dall’altro guadagnano molto con l’uniformazione delle aliquote su depositi e strumenti finanziari. Secondo “Il Sole 24 Ore” i veri sconfitti sono i piccoli risparmiatori.
L’equiparazione degli stipendi dei politici italiani a quelli europei slitta al 2014.
In un’Europa sull’orlo del collasso, tra i continui scioperi e scontri di piazza in Grecia e il più grande sciopero degli ultimi 10 anni in Gran Bretagna, l’Italia è ben avviata a seguire la strada maestra: far pagare la crisi a chi ha sempre pagato. “Non siamo indignati, siamo determinati”, scrivono i greci sugli striscioni appesi sull’Acropoli. Sottoscriviamo: è ora che il mondo del lavoro si unisca per sconfiggere queste politiche.

Accordo Interconfederale 28 giugno 2011

L’accordo interconfederale firmato il 28 giugno ha provocato molte reazioni, anche molto dure, anche all’interno della CGIL.

Il nostro Comitato degli iscritti si riunirà il 6/7 e farà una sua valutazione, che manderemo poi a tutti i lavoratori. Nel frattempo vi inviamo il testo dell’accordo e la lettura fatta da un docente dell’Università di Foggia. Pur non entrando nel merito delle sue affermazioni, che peraltro a volte sono riferite a contesti lavorativi molto diversi dal nostro, ci è sembrata utile ai fini della comprensione del testo.

Tutti i pericoli (e le insidie) di un testo contraddittorio di Marco Barbieri

Un accordo il cui testo, pur esistente da molti giorni, è stato reso noto solo ieri merita un approfondimento meditato, ma qui si tenterà un primo commento solo sui contenuti.

La rappresentatività sindacale Il punto 1 prevede la certificazione della rappresentatività sindacale per la contrattazione di categoria, sul modello del lavoro pubblico (media tra voti nelle elezioni e deleghe certificate dall’Inps, il 5% come soglia di accesso). È un modello collaudato, che configura un sistema aperto di relazioni sindacali: prenderanno parte alla negoziazione tutti i sindacati che raggiungano il 5 percento. Non potrà però essere tradotto in legge, perché non conforme a quanto previsto dal dettato costituzionale, che condiziona l’efficacia generale del contratto nazionale all’assenso di una rappresentanza unitaria composta in proporzione (soltanto) agli iscritti.

Il contratto nazionale Il punto 2 definisce la funzione del contratto nazionale in termini («garantire la certezza dei trattamenti economici e normativi comuni»), in parte smentiti dal punto 7. Contrariamente al documento Cgil del 15 gennaio, non sono previste forme di validazione del contratto nazionale, né in base alla rappresentatività (nel lavoro pubblico per legge occorre il consenso di sindacati che rappresentino il 51%), né con il voto dei lavoratori (referendum). Nell’intesa tra i sindacati si rinvia per i contratti nazionali a regolamenti da definire tra le federazioni di categoria per l’approvazione delle ipotesi di accordo: e questi regolamenti «potranno prevedere» – e dunque anche non prevedere – «momenti di verifica per l’approvazione degli accordi mediante il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori». Insomma, non è previsto nulla che possa prevenire la sottoscrizione di contratti nazionali separati.
Le rappresentanze sindacali La Uil aveva disdettato il Protocollo del 1993, prima base giuridica delle Rsu. L’accordo ne prevede invece la conferma, ma in forma ambigua. Al punto 4 prevede determinati effetti per il contratto aziendale, se approvato dalla maggioranza Rsu «eletti secondo le regole interconfederali vigenti» (dunque, con il terzo riservato ai firmatari del ccnl). Va osservato però che le «regole interconfederali vigenti» presumibilmente non lo saranno più il 13 ottobre a seguito della disdetta da parte della Uil. E dopo? L’intesa prevede che «le categorie definiranno regole e criteri per le elezioni delle Rsu»: il che avvierebbe una categorializzazione delle regole delle Rsu. Ma il punto 4 parla di consenso della maggioranza Rsu eletta con le regole interconfederali: e quindi quello di una Rsu eletta secondo regole categoriali non potrebbe produrre gli stessi effetti. Non so se si tratti di un errore tecnico; o se si pensi a un nuovo accordo interconfederale sulle Rsu. L’oscurità si accresce con il punto 5, cioè la possibilità che vi siano contratti aziendali sottoscritti dalle Rsa previste dallo statuto dei lavoratori (separate per ogni sindacato). Forse, dove le federazioni di categoria raggiungano un accordo su come eleggerle, vi saranno Rsu; e altrimenti, ci saranno solo Rsa: il che appare confermato dal commento della segreteria Cisl. È evidente la difformità dalla posizione Cgil di gennaio.

Il contratto aziendale Al punto 4 si prevede l’efficacia generale del contratto aziendale, sia per i dipendenti, sia per i sindacati firmatari dell’accordo. Questo duplice effetto deriverebbe dai contratti stipulati con il consenso della maggioranza della Rsu, o da Rsa di sindacati che abbiano la maggioranza degli iscritti (sul totale dei sindacalizzati nell’azienda nell’anno precedente, non dei lavoratori). Solo in quest’ultimo caso il contratto aziendale può essere soggetto a referendum se lo chieda un’organizzazione sindacale firmataria dell’accordo o il 30 percento dei lavoratori. Ne consegue la rinuncia dei consenzienti a stipulare se il referendum lo boccia.

Le deroghe al contratto nazionale Al punto 7 si prevede che i contratti aziendali possano derogare il contratto nazionale, con «specifiche intese modificative» (non implicitamente) e «anche in via sperimentale e temporanea» (anche in via definitiva). I limiti e le procedure saranno previsti nei contratti nazionali (anche separati). «Ove non previste» (alcuni contratti le prevedono già) «e in attesa che i rinnovi definiscano la materia nel contratto collettivo nazionale di lavoro applicato all’azienda», c’è una norma transitoria, che abilita le rappresentanze sindacali (Rsa o Rsu) «d’intesa con le organizzazioni sindacali firmatarie del presente accordo» (la facoltà di deroga non esistente nel Ccnl c’è a condizione del consenso di tutte le organizzazioni firmatarie, anche di Cgil). Non sono ammesse, quindi, deroghe separate. In ogni caso, si tratta di deroghe meno controllate e più larghe di quanto previsto nell’accordo interconfederale separato del 2009.

Lo sciopero L’effetto principale del contratto aziendale sottoscritto ai sensi dei punti 4 o 5 deriva dal punto 6: «clausole di tregua sindacale», che vincolano i sindacati aderenti alle confederazioni firmatarie. In pratica, un contratto aziendale separato dispone anche del diritto di sciopero della Fiom. Lo stesso punto 6 prevede che il vincolo sia solo per i sindacati e non per i lavoratori, perché il diritto di sciopero è sinora stato ritenuto un diritto a titolarità individuale. Quindi la Fiom non potrebbe scioperare, un comitato spontaneo di lavoratori, anche iscritti, sì. È logico temere che poi verrà l’attacco alla titolarità individuale del diritto di sciopero.

Una legge? In nessun punto dell’accordo si parla di un intervento del Parlamento. Ma le previsioni sull’efficacia e gli effetti del contratto aziendale difficilmente potrebbero reggere alla contestazione giudiziaria di singoli o sindacati dissenzienti, senza una legge. Il desiderio del fronte datoriale è proprio una legge sulla «esigibilità» del contratto aziendale. È dubbia, però, la legittimità costituzionale di un intervento legislativo che privilegi, con il terzo riservato che fa maggioranza, i sindacati firmatari di Ccnl.
La Fiat L’accordo non tocca la vicenda Fiat, perché è successivo, perché smentisce la tendenza verso relazioni sindacali puramente aziendali, perché le esigenze di Fiat sono anche la non applicazione delle norme comunitaria e nazionale sul trasferimento di azienda (e dunque non possono essere soddisfatte per accordo né per legge), perché le deroghe aziendali al contratto nazionale appaiono condizionate al consenso della Fiom in quanto non contenute nel Ccnl unitario del 2008 e tuttora vigente.

Non Rappresenta(n)ti

Oltre sei mesi fa si sono tenute le tanto contestate (da noi) elezioni dei rappresentanti del personale tecnico amministrativo in senato e cda.

In questo tempo cos’hanno ottenuto per noi lavoratori?
Nulla!

Visto che non siamo prevenuti, per sei mesi abbiamo aspettato ed osservato il lavoro di chi prometteva mari e monti criticando la nostra decisione di astenersi. Ma ora, di fronte ai fatti, qualche sassolino dalla scarpa ce lo vogliamo anche togliere…

I nostri rappresentanti, dopo non essere riusciti (per limiti soggettivi) a far entrare due tecnici amministrativi in commissione statuto come in molti atenei; ora rompono il fronte dei lavoratori su tale questione.

E’ dei giorni scorsi la proposta di Naldi (UIL) e Liistro (UIL) di una bozza di statuto in cui, rispetto al documento unitario presentato dalla RSU si ignora la rappresentanza del personale T. A. negli strutture di base (dipartimento, divisione e biblioteca) concentrandosi su un posto in più nel senato e in cda.
Non ci stancheremo mai di ripetere che la vera democrazia e la vera rappresentanza le si ottengono nei posti di lavoro e non mandando 3 o 4 prescelti ad occupare ben remunerate poltrone negli organi di governo.
Non si tratta solo di una questione di pari dignità tra lavoratori, ma anche di una scelta strategica: il governo ha voluto estromettere i sindacati dall’organizzazione degli uffici, e noi coinvolgiamo direttamente i lavoratori dei dipartimenti, delle divisioni e delle biblioteche.

Analoga mossa è stata compiuta furbescamente, ma con poca originalità, da Ghezzi (CISL) e Martini (USB) che hanno ulteriormente incrinato il fronte unito dei lavoratori.

Così come ci ricordiamo i comunicati elettorali della dottoressa Varotto in cui prometteva di relazionarsi con le organizzazioni sindacali e l’RSU prima di ogni seduta del CdA… ebbene, dopo sei mesi stiamo ancora aspettando!
In compenso sappiamo che per i segretari di dipartimento il tempo l’abbia trovato, per i quali non si stanca ma di chiedere la progressione ad EP senza considerare che così facendo toglie punti organico alle nuove assunzioni e alle progressioni a C.

E che dire del dottor Domenico Surace? Per quanto animato di indubbio spirito conflittuale ci pare di capire che i suoi voti contrari alle delibere siano di pura testimonianza, come avevamo previsto già due anni fa ai tempi della nostra prima campagna di boicottaggio.
E poi vorremmo ci spiegasse la sua richiesta di far permanere in servizio oltre i limiti di età alcuni docenti associati: non sarebbe meglio liberare quei punti organico per l’assunzione di giovani tecnici amministrativi di cui siamo tanto carenti? Forse sarebbe il caso lasciare certe battaglie ai rappresentanti dei docenti, che di sicuro non hanno bisogno di ulteriori paladini…

NO ALLA OLIGARCHIA DI SENATO E CDA
PER IL COINVOLGIMENTO DEI LAVORATORI NELLE SCELTE
PER UNA VERA RAPPRESENTANZA NEI DIPARTIMENTI, DIVISIONI E BIBLIOTECHE
PER L’ELEZIONE DEMOCRATICA DI RETTORE E DIRETTORI

Votare il direttore è un crimine?

Il prof. Decleva (continuiamo a ritenere che non sia più rettore) continua a presentarci come lavoratori di serie B.

C’è da dire che lo stesso pensiero è condiviso, purtroppo, anche da un certo numero di professori e ricercatori secondo cui “obiettivamente” i compiti e le responsabilità dei docenti sono molto superiori alle nostre. Altri docenti e ricercatori, al contrario, temono più il futuro strapotere del Rettore e del
Consiglio di Amministrazione che potrà in buona parte nominare.

Oltre alle nostre “limitate responsabilità”, che non consentirebbero un nostro pieno coinvolgimento democratico, ora emerge un nuovo argomento.

Nei Dipartimenti non potremmo votare per il Direttore, perché sarebbe come votare per il nostro capo-ufficio. Si teme che voteremmo sempre per il direttore più permissivo.

Si tratta dell’ennesimo pregiudizio classista. Un docente o un ricercatore può votare per il suo capo, e a Decleva non passa neppure per l’anticamera del cervello che la scelta potrebbe essere per un capo permissivo. Tutto cambia quando si parla di tecnici-amministrativi.

Noi pensiamo l’esatto opposto. Noi crediamo che l’università abbia tutto da guadagnare coinvolgendo nel suo “autogoverno” il personale tecnico-amministrativo.

Non chiediamo il coinvolgimento su questioni relative a ricerca e didattica (eccetto che per quei tecnici che svolgono “obiettivamente” attività di ricerca e anche di didattica).

Chiediamo di aver pieno titolo per quanto riguarda le questioni amministrative, la gestione delle biblioteche, l’organizzazione del lavoro.

Non vogliamo essere meri esecutori di ordini. Pacchi da spostare da una struttura all’altra. Somari incapaci di occuparsi delle questioni relative al posto in cui lavorano.

Vogliamo poter votare esattamente come il docente o il ricercatore con cui lavoriamo quotidianamente. Vogliamo poter votare come loro per il Rettore e per il direttore di Dipartimento.

E’ una battaglia per la nostra dignità di lavoratori e, come è normale, per far pesare di più i nostri interessi, esattamente come fanno docenti e ricercatori. Questo non deve necessariamente portare a una gestione corporativa dell’ateneo. Chi ritiene che una maggiore efficienza si possa ottenere solo
limitando la democrazia ha un nome: autocrate. Generalmente gli autocrati si rivelano essere i personaggi meno lungimiranti, incapaci di vedere in prospettiva, per non dire i più somari.

Avanzo di bilancio disponibile? Usiamolo per i lavoratori!

AVANZO DISPONIBILE?

LA CGIL D’ATENEO CHIEDE CHE SIA IN PARTE UTILIZZATO PER FINANIZARE INIZIATIVE A FAVORE DEI LAVORATORI

Chiediamo che venga al più presto rifinanziato il fondo mobilità casa-lavoro, in modo da compensare gli
aumenti dei treni dei pendolari e i probabili aumenti dell’ATM. Chiediamo inoltre che venga riservato un analogo sconto al trasporto su corriere interurbane.

Per compensare gli aumenti non è sufficiente mantenere lo sconto del 10%, ma bisogna almeno raddoppiarlo.

Chiediamo anche che, a partire da settembre, si faccia un piano di interventi a favore dei lavoratori. I
nostri stipendi sono bloccati fino al 2013, ma in questi giorni è stato detto che potrebbero restare inchiodati anche per il 2014. Il ministro Brunetta, poco prima di definire i precari “l’Italia peggiore”, aveva fatto circolare dati fasulli sul fatto che gli stipendi nel pubblico impiego erano cresciuti moltissimo nell’arco dell’ultimo biennio. Un’operazione propagandistica menzognera, visto che gli stipendi pubblici sono bloccati per legge, ma utile a suggerire dove andare a trovare i 60 miliardi di euro che servono per ripianare il bilancio entro il 2014, come chiede l’UE.

Davanti a questo continuo impoverimento dei lavoratori, alcuni atenei, tra i quali Bologna che ha stanziato
1.200.000 €, hanno deciso di investire molte risorse in politiche a favore dei lavoratori.

La Statale non deve essere da meno!

Mobilità Interna – attivata la pagina web

Finalmente una parte importante del Regolamento sulla mobilità interna firmato da RSU e Organizzazioni sindacali è stata attuata.

All’indirizzo: http://www.unimi.it/personale/perstecamm/47370.htm si trova la pagina on line per i trasferimenti a richiesta del dipendente a domanda libera.

Per quanto, ovviamente, la domanda non dà nessuna garanzia sul trasferimento, si fa un passo importante nella trasparenza rispetto alle esigenze e alle disponibilità alla mobilità all’interno dell’Ateneo.

Attendiamo ora l’applicazione dell’art.2 del Regolamento, quella relativa alla mobilità per copertura di fabbisogno del personale, che dovrebbe realizzarsi mediante la pubblicazione ogni 6 mesi dei posti che si rendono disponibili per cessazione, trasferimento, costituzione di nuovi servizi e carenze strutturali.

Sollecitiamo, infine, ancora una volta, l’avvio dei tavoli di discussione sulla riorganizzazione.

Diritti ponderati

VOTO PONDERATO PER IL RETTORE
1 VOTO DEI DOCENTI VALE DA NOI IN STATALE 8 VOTI DEI TECNICI-AMMINISTRATIVI
1 VOTO DEI DOCENTI VALE ALL’INSUBRIA 3 VOTI DEI TECNICI-AMMINISTRATIVI
PERCHE’ DOBBIAMO VALERE MENO CHE ALL’INSUBRIA?


DIRITTO DI VOTO PER I DIRETTORI DI DIPARTIMENTO
PER MOLTI BARONI E’ IMPENSABILE
IN BICOCCA E’ GIA’ REALTA’
PER MOLTI BARONI, DEL RESTO, LA REALTA’ E’ IMPENSABILE


 

FACCIAMO USCIRE L’UNIVERSITA’ DAL MEDIOEVO!
1 DOCENTE A VARESE VALE 3 TECNICI-AMMINISTRATIVI, A FIRENZE 5, A MILANO 8, A GENOVA 10.
E’ QUESTO L’AUTOGOVERNO DEGLI ATENEI?
OPPURE E’ LA STOLTA RIPROPOSIZIONE DI UN SISTEMA ANTIQUATO E OLIGARCHICO
LONTANO ANNI LUCE DALLA DEMOCRAZIA E DALL’EFFICIENZA DELLE UNIVERSITA’?

Indennità, abbonamenti, mobilità interna e part-time

Riportiamo le varie questioni aperte emerse nell’ultimo incontro tecnico con l’amministrazione e le richieste che abbiamo formulato come CGIL d’ateneo. Su tutti questi argomenti abbiamo richiesto all’amministrazione di essere convocati urgentemente.

Nuove indennità.
La proposta dell’amministrazione è di avviare una sperimentazione per l’anno 2011 e 2012 che veda l’aumento delle figure che percepiscono l’indennità per lo smaltimento dei rifiuti tossici e di istituire un’indennità ad hoc per l’apertura pomeridiana delle segreterie studenti.

Le nostre richieste sono state:
– precisazione del legame tra apertura pomeridiana delle segreterie e corresponsione dell’indennità: se venisse a mancare la seconda cadrebbe anche la prima;
– subordinazione di qualsiasi accordo a un voto dell’assemblea dei lavoratori delle segreterie;
– riconoscimento di un’indennità annua anche per:
a) il personale di biblioteca che non può usufruire della flessibilità nel periodo della pausa pranzo (previa verifica del numero di lavoratori in questa condizione);
b) il personale ospedaliero che tratta materiale biologico umano e non umano potenzialmente infetto per fini di didattica e ricerca;
c) le funzioni di referente della divisione manutenzione edilizia e impiantistica per gli edifici universitari periferici.

Fondo mobilità casa-lavoro.
La posizione dell’amministrazione è attendere di sapere se dopo le elezioni verrà aumentato il biglietto dell’atm e di quanto.
La nostra richiesta è di fare da subito delle proiezioni, valutando quanto potrebbe incidere un aumento (previsione dal 10% al 30%) sugli abbonamenti in scadenza dopo l’insediamento della nuova giunta (cioè dopo giugno). Inoltre si è ribadita la richiesta di aumentare la percentuale di sconto sugli abbonamenti extraurbani (rotaia e gomma). Essendo terminato il 31/05 il termine per il censimento sugli abbonamenti su gomma extraurbani, verranno definite nel prossimo incontro le modalità e i criteri relativi agli sconti.

Part time.
Si è ribadita la richiesta di un incontro tecnico per arrivare al testo finale e alla sottoscrizione prima dell’estate.

Mobilità interna d’ateneo
Si è ribadita la richiesta di pubblicazione urgente, sul sito d’ateneo, della procedura on-line per la presentazione di candidature ad essere trasferiti ad altra struttura d’ateneo.

Aumenti ingiustificati

A seguito del cambiamento di gestione della mensa di via Festa del Perdono si è verificato un aumento arbitrario e ingiustificato dei prezzi delle portate fino al 15%. Chiediamo pertanto un incontro urgente con il CiDiS per discutere della questione nonché delle ricadute sul personale della mensa stessa.

Comunichiamo inoltre che la FLC CGIL d’ateneo, insieme alla FILCAMS CGIL Milano, sta seguendo le questioni relative ai servizi di pulizie e ai problemi dei lavoratori delle imprese assegnatarie causati da un ricorso eccessivo del ribasso dei costi in sede di appalto.

Sempre più poveri e sempre più ricchi

Dal 1996 a oggi i salari sono rimasti, in media, invariati. I profitti sono aumentati, in media, del 9% all’anno. Sempre negli stessi anni la quota di profitti destinata agli investimenti è dimezzata.

Questo dato di fatto è sufficiente per smentire il ritornello: “Abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi”. In Italia chi vive di profitti e rendite è diventato molto più ricco e i lavoratori si sono impoveriti. In particolare sono state colpite le donne: meno occupazione e salari più bassi del 20%.

Si parla dello sfascio del paese, come si è parlato della crisi dell’università, ma senza individuarne i responsabili e proponendo soluzioni di sacrifici a danno di lavoratori, pensionati e disoccupati. Esemplare è il caso della Grecia, un paese virtualmente fallito, dove tutto sta per essere privatizzato.

I dirigenti, i manager, gli imprenditori, i professori tanto esaltati in questi anni ci hanno portati a questa situazione tanto quanto i politici. Da parte loro non arriva nessun tipo di efficienza, ma solo la proposta che i sacrifici continuiamo a farli noi.

Nei prossimi anni la sfida sarà proprio questa: per non diventare sempre più poveri impedire a loro di diventare sempre più ricchi.

Anche per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà agli operai della Fincantieri.

Ospedalieri – Relazione incontro 11/05/2011

Il giorno 11 maggio 2011 si è svolto l’incontro tra il direttore amministrativo, alcuni dirigenti dell’amministrazione e la delegazione della FLC CGIL d’ateneo in rappresentanza del personale universitario operante negli ospedali.

L’amministrazione ha illustrato lo stato del protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e Università lombarde ai sensi del D.Lgs. 517/1999 e della L.Reg. 33/2009, spiegando come nei prossimi mesi si andranno a definire le varie convenzioni tra enti ospedalieri e atenei circa il personale universitario impiegato in attività assistenziale. Di fronte a diverse convenzioni risalenti addirittura a fine anni ’70 la volontà dell’amministrazione è di ridefinire tutti i rapporti secondo un unico schema tipo. Vi è inoltre da parte del MIUR l’intenzione di dettare ulteriori linee guida comuni concordate col Ministero della Funzione Pubblica e il Ministero della Sanità che coinvolgano tutto il territorio nazionale anche se non si accenna alle tempistiche.

Le convenzioni dovranno essere stipulate entro 90 giorni più ulteriori 90 giorni dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa avvenuta all’inizio di quest’anno.

Comunque da un primo sondaggio con gli ospedali, per quanto riguarda il personale tecncico amministrativo, questi si sono detti disponibili a convenzionare solo poche figure tecniche, le cui attività sono prevalentemente cliniche.

Come rappresentanti del personale ospedaliero abbiamo illustrato le problematiche inerenti i vari poli ospedalieri.

Le nostre richieste sono state:

– riconoscimento di un’indennità annua per il personale che tratta materiale biologico umano e non umano potenzialmente infettivo per fini di didattica e ricerca;

– riconoscimento della formazione svolta presso gli ospedali ai fini della carriera universitaria;

– tutela legale e assicurativa per tutto il personale tecnico le cui mansioni non possono scindersi dalle funzioni cliniche;

– riconoscimento delle funzioni didattiche per il personale tecnico amministrativo coinvolto nei corsi di laurea.

Di comune accordo si è sottolineata la necessità di un “monitoraggio” dettagliato e puntuale delle funzioni e degli incarichi che il personale tecnico amministrativo svolge nei poli universitari-ospedalieri e di recuperare alle attività dell’ateneo tutte quelle unità di personale universitario che attualmente svolgono “gratuitamente” per gli ospedali funzioni assistenziali.

Esprimiamo soddisfazione per la volontà e l’interesse dimostrati dall’amministrazione ad avere un confronto e un dialogo aperto fra le parti.

Non son degno di te…

La Commissione Statuto, presieduta dal Rettore, ha licenziato i titoli III (CdA e Senato) e IV (Dipartimenti) che andranno all’approvazione di CdA e Senato. Nonostante l’egregio lavoro del rappresentante dei lavoratori in Commissione, la componente docente s’è mostrata sorda alle nostre richieste di pari dignità.

Cos’ha licenziato la Commissione Statuto (con il voto contrario del nostro rappresentante):

– voto ponderato per l’elezione del rettore: 1 voto docente vale come 8 voti del personale tecnico-amministrativo (pta);

– nessun diritto di voto per il Direttore di Dipartimento;

– rappresentanza pta più bassa di quella attuale in alcuni Consigli di Dipartimento, invalidità di qualsiasi delibera se non ha la maggioranza dei docenti;

– nessun rappresentante pta in CdA;

– 3 rappresentanti pta in Senato su un totale di 35.

Per il personale pta non viene garantita neanche una rappresentanza paritaria a quella degli studenti!

Inoltre il Rettore si è prodigato non solo ad applicare la legge Gelmini alla lettera (senza usufruire delle deroghe previste dall’articolo 1) ma è andato aldilà della legge facendo più del dovuto. Ad esempio, ci saranno 4 esterni in CdA quando il minimo indicato dalla legge è 3, oppure 10 direttori di dipartimento in Senato quando il minimo è 8.

Viene quasi il dubbio che la legge Gelmini l’abbia scritta il Rettore Decleva…

Cosa chiediamo per il personale tecnico-amministrativo:

– diritto di voto pieno per l’elezione del Rettore;

– diritto di voto pieno per l’elezione del Direttore di Dipartimento;

– rappresentanza di tutto il personale tecnico-amministrativo nei Consigli di Dipartimento.

– consigli di Divisione e di Biblioteca

Partecipiamo tutti all’assemblea-presidio
24 maggio 2011
Ore 14,30
Via Festa del Perdono di fronte all’aula magna

Siamo Lavoratori o Caporali?

Il rettore, che non dovrebbe essere più in carica visto che lo statuto legava la sua proroga al mandato in CRUI e la l.240 parla di proroga dei rettori solo dopo l’adozione dei nuovi statuti, sta girando l’ateneo per spiegare la bontà dei lavori della Commissione per la modifica dello statuto. Ieri ha incontrato RSU e Oo.Ss.
Nei suoi giri il rettore denigra il personale tecnico-amministrativo e attacca i volantini della CGIL di Ateneo. Solo in questo modo, infatti, può cercare di eludere il problema: perché non è stata data alcuna risposta positiva alle richieste dei lavoratori.
Perché il personale non potrebbe votare per il direttore di dipartimento? Perché per eleggere il rettore non vale il principio “1 testa, 1 voto”? Perché non può esserci pari dignità tra le componenti? Ecco le risposte:
Il personale tecnico amministrativo non è in grado di occuparsi di questioni relative alla gestione dell’ateneo.
Non si è mai visto che i lavoratori eleggano i propri datori di lavoro.
Non sono in discussione diritti civili, ma funzioni (il che significa che la “funzione” dei docenti è comandare)
Chi chiede cose impossibili le umiliazioni se le va a cercare.
Decleva e gran parte dei docenti della commissione dicono di volere un’università più efficiente, e ritengono che per raggiungere questo obiettivo i lavoratori devono essere tenuti lontani dai luoghi di decisione. Noi pensiamo l’esatto contrario, e ce lo conferma lo sfascio a cui i baroni hanno portato l’università italiana.
E’ il momento dire basta a Decleva e a tutti gli oligarchi che mostrano di disprezzare il nostro lavoro, la nostra intelligenza, le nostre capacità, che ci vogliono come servi sciocchi e silenziosi, assimilabili a fotocopiatrici, fax e stampanti.
PER AVERE UNO STATUTO CHE RICONOSCA LA NOSTRA DIGNITA’ DI LAVORATORI E I NOSTRI DIRITTI DEMOCRATICI
PER AVERE VOCE IN CAPITOLO NELLA RIORGANIZZAZIONE E NON ESSERE SPOSTATI COME PACCHI
PER POTER DIRE LA NOSTRA NEI DIPARTIMENTI E NELLE DIVISIONI
è necessario mobilitarsi al più presto. Comunicheremo a breve data e ora del presidio che stiamo organizzando, con RSU e altre Organizzazioni Sindacali, per l’inizio di settimana prossima.