Appalti sporchi

A febbraio 2011 si è chiusa la gara d’appalto per il servizio di pulizie all’interno dei locali della Statale.

Come ogni volta l’amministrazione ha giocato al ribasso sul fronte dei costi. E come ogni volta in questi casi, a pagare i ribassi, sono sempre i lavoratori. La Cooperativa Alfiera 2011, appaltatrice del lotto n.3, che si dovrebbe occupare della pulizia dei locali della sede centrale (FdP, Sant’Antonio, Mercalli, Sant’Alessandro, Conservatorio), nel mese di marzo ha “dimenticato” di pagare lo stipendio ai suoi dipendenti.

E questa è solo una delle tante questioni legate al sistema di appalti: i dipendenti sono sempre meno e costretti a coprire l’assenza di personale, senza preavviso né, quindi, possibilità di scelta. Se poi consideriamo che ci sono solo una cinquantina di persone per 83.490 mq da pulire, che i dipendenti della statale invecchiano ogni giorno insieme a strati di polvere stantia, servizi igienici poco igienizzati, finestre dalle quali è difficile che filtri un raggio di sole, possiamo intravedere come nel sistema appalti
pulizie c’è qualcosa che non funziona alla radice. Ciò che non funziona, a nostro avviso, è il criterio con cui viene scelta la società appaltatrice, focalizzata esclusivamente sul prezzo: meno mi fai spendere, più possibilità hai di vincere.

Non ci si preoccupa di chi sarà a rimetterci il capitale risparmiato (i lavoratori), non turba l’idea che si sta pagando una società che non eroga lo stipendio ai suoi dipendenti e non li mette nella condizione di lavorare dignitosamente e in modo efficace.

Alla luce di questo, è difficile capire come possa essere giustificabile una spesa di 1.352.520 euro per un sistema di pulizie che non c’è, non funziona.

I lavoratori della Cooperativa Alfiera 2001 si stanno mobilitando per ottenere che il loro diritto a percepire lo stipendio sia rispettato sempre, nei tempi previsti, e che le loro condizioni di lavoro migliorino.

Noi della Cgil esprimiamo fin da ora la nostra solidarietà ai lavoratori della Cooperativa Alfiera 2001, con l’auspicio che le loro rivendicazioni, che pongono il rispetto del lavoratore alla base di qualsiasi dialogo, vengano accettate.

Ci auguriamo anche che l’amministrazione si dimostri più attenta nella scelta delle aziende appaltatrici e che il parametro di preferenza diventi l’affidabilità delle aziende nel rispetto dei contratti e delle condizioni dei lavoratori.

Prendere ferie il 17 marzo? No!

A seguito di alcune segnalazioni ci è giunta notizia che alcuni colleghi hanno già richiesto giornata di ferie per la festività del 17 marzo.

Ricordando che sono già state effettuate varie diffide alle amministrazioni pubbliche da parte della FLC CGIL e di altre sigle sindacali, invitiamo tutti i colleghi a non giustificare in alcun modo tale giornata fintanto che l’interpretazione normativa e amministrativa non sia chiara.

Incontro tecnico del 3 marzo 2011 – Riassunto

A seguire un resoconto dell’ultimo incontro tecnico con l’Amministrazione nel quale abbiamo formulato alcune richieste come sigla.

RLS – proposta d’accordo: le elezioni saranno in fase transitoria disgiunte da quelle RSU e con quorum del 33% e mandato triennale prorogabile di 1 anno. Saranno entro il 15 giugno. A regime l’elezione sarà contestuale con gli RSU e con quorum del 50% e mandato triennale rinnovabile una sola volta.

L’elettorato passivo è composto da tutti i lavoratori a tempo indeterminato con alcune esclusioni (responsabili e addetti al primo intervento). La proposta è 8 t.a. e 5 docenti con circa 40 ore di permesso pro-capite. Come CGIL abbiamo chiesto o un maggior numero di ore o un maggior numero di RLS (sommando ai 13 previsti, i 3 rappresentanti sicurezza di Sacco, S.Paolo e Policlinico). Si richiede come RSU un fondo specifico a parte per la formazione degli RLS.
Sottolineiamo che si tratta solo di una bozza d’accordo presentata dall’amministrazione. L’accordo sarà sottoscritto nel prossimo incontro politico.


 

VISITE MEDICHE PERIODICHE: secondo l’amministrazione è il lavoratore che deve richiedere la prima visita tramite l’apposito modulo presente sul sito con firma del suo responsabile. La visita per gli occhi per il personale che fa uso di videoterminali dovrebbe essere ogni 5 anni, salvo diversa indicazione da parte del medico.

PROGRESSIONI ORIZZONTALI (PEO 2011/12): Viene richiesto come RSU che il bando sia fatto entro maggio. Ci sarà un incontro tecnico per approfondire l’aberrazione delle PEO solo giuridiche e valutare se è possibile trovare una soluzione.

FONDO TRASPORTI: Aumenteranno il fondo per coprire gli aumenti dei treni (viene garantito lo sconto del 10%). Per l’ATM gli aumenti dovrebbero essere dopo le elezioni, per ora l’amministrazione ha finanziato la quota che il Comune non corrisponde più. Per i bus extraurbani (che a febbraio hanno subito aumenti medi del 10%), l’amministrazione per la prima volta ha preso in considerazione la possibilità di fornire un ticket ai lavoratori, da spendere per l’acquisto dell’abbonamento (quindi a solo carico dell’amministrazione). Come CGIL si richiede che il fondo (20.000 euro di cui ne sono avanzati 3.000) sia cospicuamente aumentato per garantire quanto sopra. L’amministrazione cercherà di attivare una convenzione con la Regione sulle linee extra-urbane che non fanno parte del sistema SITAM. Come CGIL chiederemo che l’amministrazione faccia un’indagine tra i lavoratori per capire quanti lavoratori ne usufruirebbero.

MOBILITA’ INTERNA: tutto bloccato riguardo a dipartimenti e facoltà fino alla riorganizzazione. Per le amministrazioni centrali è urgente coprire carenze in particolare nelle Segreterie Studenti (lo ha anche certificato il Nucleo di Valutazione) e le biblioteche. La CGIL ha richiesto che sul sito vengano subito messe le domande volontarie di mobilità e di vigilare sui trasferimenti in atto, affinché siano fatti secondo le nuove regole. A breve la Divisione Sistemi Informativi darà una risposta riguardo ai tempi di realizzazione della procedura informatica per la mobilità su iniziativa del lavoratore. L’amministrazione esclude che la mobilità in base alle carenze, con pubblicazione dei posti disponibili sul sito, sia fatta entro il 30 giugno.

CONTO TERZI: la CGIL lamenta che non è stata fatta la circolare sulle nuove incompatibilità tra conto terzi e fondo comune d’ateneo entrate in vigore a luglio dell’anno scorso.

MILLEPROROGHE: non ci sarà lo sconto dei 2/3 del costo del personale ospedaliero. Attualmente siamo oltre il 90% dell’FFO ma il Governo potrebbe adottare nuove modalità di calcolo. Per il 2011 si faranno stabilizzazioni dato che ci si basa sulla spesa del 2010 dove non si superava il tetto previsto. Per il 2012 potrebbe essere invece tutto bloccato.

STABILIZZAZIONI 2011: i punti organico residui sono 2,61. Sono stati banditi dei concorsi pubblici per 4D e 2EP dei dipartimenti + 2C e 2D ripescati da graduatorie di concorsi per stabilizzazioni già espletati nell’ultimo anno che verranno assegnati temporaneamente all’ufficio contabilità e successivamente si deciderà dove trasferirli

CHIUSURE ESTIVE: La CGIL ha richiesto, ai sensi del nuovo regolamento sulle ferie, che una delibera di un Consiglio di Facoltà che stabilisca la chiusura estiva, non sia valida se non riporti che tutti i lavoratori sono stati consultati e ci sia l’unanimità.

FORMAZIONE: La CGIL ha richiesto che non vengano fatti corsi a giugno – luglio – agosto – settembre per garantire ai lavoratori la possibilità di andare in ferie come previsto dal CCNL. Inoltre, abbiamo richiesto il coinvolgimento dei lavoratori nella scelta del corso.

TRASPARENZA: La CGIL ha richiesto che nelle comunicazioni di CdA e SA visibili a tutti i lavoratori, siano riportati tutti i punti, compresi quelli delle comunicazioni del Rettore.

TRATTENIMENTI IN SERVIZIO PER UN BIENNIO DEL PERSONALE T.A.: di norma non verranno più concessi. Ricordiamo che la manovra Tremonti prevede il mantenimento in servizio per 12 mesi una volta conseguiti i requisiti con la finestra mobile.

TRATTENIMENTI IN SERVIZIO DOCENTI: ne sono stati concessi due nel SA di dicembre. Come CGIL si richiede di verificare se devono decadere dato che, secondo l’art.25 della legge Gelmini, decadono a meno che abbiano già iniziato a maturare i loro effetti… in questo caso, si libererebbero punti organico.

PROSSIMO INCONTRO POLITICO: l’odg tratterà di part-time, fondo per i trasporti, riorganizzazione e Lodi (trasferimento a regime probabile verso 2015).

A difesa del diritto di lottare

Nell’ultima seduta del Senato Accademico del 15 febbraio scorso è stata istituita una commissione per valutare eventuali sanzioni disciplinari da comminare nei confronti di 8 studenti.

L’accusa si riferisce all’occupazione di uno spazio in via Livorno avvenuta in vista dello sciopero della FIOM del 28 gennaio e durante la quale sono state organizzate varie iniziative di informazione e sensibilizzazione sulla vertenza di Mirafiori.

Poichè riteniamo sacrosanta la rivendicazione da parte degli studenti di uno spazio dove poter svolgere attività politiche e culturali (diritto sancito anche dallo Statuto d’Ateneo), così come guardiamo con sospetto ad ogni restringimento della libertà di espressione; ci sentiamo in dovere di esprimere la nostra solidarietà agli studenti coinvolti, con l’auspicio che tale vicenda non si concluda con sanzioni al diritto di manifestare le proprie opinioni.

17 marzo: festa sì o festa no?

Come sapete in questi giorni si sta molto discutendo se il 17 marzo sarà una giornata di ferie obbligatorie o una giornata festiva a tutti gli effetti. Come FLC d’ateneo rifiutiamo l’impostazione della CISL che dà per scontata la soluzione più penalizzante per i lavoratori. Pertanto, prendendo spunto da un analogo comunicato della FLC del Politecnico di Torino, chiediamo all’Amministrazione che la giornata del 17 marzo venga considerata giornata festiva senza alcun ulteriore onere per i lavoratori.

FLC CGIL Università degli Studi di Milano


All’amministrazione dell’Università degli Studi di Milano

e p.c. A tutto il personale tecnico, amministrativo, bibliotecario e socio sanitario

Con il decreto legge n. 5 del 22/2/2011, e limitatamente all’anno 2011, il giorno 17 marzo è considerato giorno festivo ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge n. 260/1949.

La norma in questione – in “onore” alla Lega – prevede che vengano traslati al 17 marzo tutti gli effetti economici, giuridici e contrattuali previsti per la giornata del 4 novembre (giorno dell’unità nazionale).

Per la festività del 4 novembre, istituita dalla legge n. 260/1949, è stato previsto che a decorrere dal 1977 (L. 54/1977) la sua celebrazione abbia luogo nella prima domenica del mese di novembre di ogni anno cessando nel contempo di essere considerata giorno festivo. Analoga previsione vigeva per la festività del 2 giugno fino al suo ripristino come giornata festiva ai sensi dell’art. 1 L. 336/2000.

Pur con questa modifica, per la giornata del 4 novembre la legge prevede il pagamento di una retribuzione aggiuntiva che può essere la maggiorazione per lavoro festivo o, nel caso coincidente con la domenica, una ulteriore retribuzione corrispondente all’aliquota giornaliera.

Rimane inteso che tale disposizione non si applica ai dipendenti pubblici stante la previsione dell’art. 1, c. 224, legge n. 266/2005.

La disposizione di cui all’art. 1 del decreto legge n. 5/2011, a nostro avviso, non fa altro che spostare dalla data del 4 novembre alla data del 17 marzo (e per il solo anno 2011) quanto di spettanza del lavoratore in termini economici o di previsioni contrattuali legate specificatamente alla ex festività del 4 novembre.

Alcune Amministrazioni pubbliche stanno intervenendo con una riduzione di una giornata delle ferie spettanti, altre con la riduzione di una delle quattro giornate di riposo di cui all’articolo 1, c. 1 lett. b), della legge n. 937/1977 per compensare la festività del 17 marzo.

La prima delle due ipotesi la riteniamo oltremodo improponibile.

Mentre per quanto riguarda la seconda ipotesi è utile ricordare che la legge n. 937/1977 nell’attribuire ai dipendenti civili e militari delle pubbliche amministrazioni sei giornate complessive di riposo, di cui due giornate in aggiunta al congedo ordinario e quattro giornate da fruire nel corso dell’anno solare, non fa alcun richiamo formale o sostanziale a leggi precedenti e ne i dipendenti pubblici beneficiano di alcun trattamento economico legato alla data del 4 novembre, quindi riteniamo altrettanto improponibile una ricostruzione che leghi i giorni di riposo di cui alla legge n. 937/1977 con la previsione del decreto legge n. 5/2011 e con la ex festività del 4 novembre.

Cordiali saluti

FLC CGIL Università degli Studi di Milano

Sciopero Generale 6 maggio

Il 6 maggio ci sarà lo Sciopero Generale di tutte le categorie e per tutta la giornata nel pubblico impiego.

I SALARI CONTINUANO A PERDERE POTERE D’ACQUISTO

IL GOVERNO AUMENTA LE TARIFFE E TAGLIA I SERVIZI SOCIALI

LA CONFINDUSTRIA VUOLE SMANTELLARE IL CONTRATTO NAZIONALE

CISL, UIL E UGL CONTINUANO A FIRMARE ACCORDI A PERDERE COL GOVERNO RIFIUTANDOSI DI CONSULTARE I LAVORATORI

Questo è il quadro. Non vogliamo fare la fine della Grecia e dell’Irlanda, serve uno sciopero di milioni di lavoratori per

DIFENDERE IL SALARIO

I DIRITTI

IL CCNL

LA SCUOLA, L’UNIVERSITA’ E LA SANITA’ PUBBLICHE

Nell’università dove si sta applicando la vergognosa riforma Gelmini, diamo una risposta tangibile: sciopero di massa, blocco di tutte le attività!

Milano Ricerche Aggiornamenti

Il CDA del 22/2/2011 ha rinviato il rinnovo del Consorzio Milano Ricerche, chiedendo una relazione sulle attività svolte.

Oltre al problema del conto terzi, già segnalato nelle comunicazioni precedenti, i problemi rischiano nei prossimi mesi di estendersi anche ai finanziamenti alla ricerca nazionali e internazionali derivanti da bandi pubblici.

L’art. 18 della “Riforma” Gelmini, infatti, prevede che per le attività di ricerca non si possano più attivare le borse per giovani meritevoli e contratti per co.co.co e tecnici a tempo determinato. Se si considera che gli Assegni di ricerca hanno ovviamente dei limiti temporali, la situazione che si sta creando pone diversi problemi di gestione.

Poiché questi limiti valgono solo per le Università, potrebbe essere forte la tentazione di spostare quote significative di risorse verso quegli enti che possono continuare a accendere borse e altri contratti. Verrebbero quindi portati i fondi di ricerca presso IRCSS, Fondazioni, Consorzi (come appunto il Milano Ricerche), Ospedali da parte di quei nostri ricercatori che per convenzioni hanno rapporti con questi enti, con conseguenti enormi danni economici e ripercussioni anche sul FFO (cioè il finanziamento ordinario ministeriale), che viene calcolato anche in base ai finanziamenti nazionali e internazionali ricevuti dall’ateneo.

Se si ritiene fondamentale la partecipazione al Consorzio Milano Ricerche è, per lo meno, necessario un adeguamento del suo statuto che preveda degli obblighi economici nei confronti dell’ateneo per attività condotta dal personale universitario presso le sedi universitarie e con costi per l’ateneo.

E’ necessario anche un regolamento specifico dell’ateneo per disciplinare i rapporti tra l’Università e il Consorzio stesso, che preveda una trattenuta sulle ricerche conto terzi che passano dal Consorzio e regolamentazione dell’utilizzo delle strutture dell’ateneo e del tempo dei professori e ricercatori.

In generale sarebbe necessaria una politica di Ateneo relativa alla presentazione dei progetti di ricerca: gli strutturati dell’Ateneo, quand’anche abbiano rapporto con altri enti (Consorzi, Fondazioni, IRCCS, Ospedali), dovrebbero presentarli a nome dell’Università degli Studi di Milano.

Senza una chiara indicazione da parte degli organi di governo dell’ Ateneo, di fatto si sceglierà di offrire delle comode scappatoie col risultato di affossare il già precario bilancio dell’ateneo e minacciare ulteriormente gli stipendi del personale tecnico-amministrativo.

Milano Ricerche

Il Senato Accademico, il 18 gennaio 2011, ha approvato il rinnovo del Consorzio Milano Ricerche, al quale partecipano diversi atenei e alcune aziende private (tra le quali l’Aermacchi, nota produttrice di

aerei da guerra). Si tratta di un rinnovo anticipato di ben 1 anno e mezzo rispetto alla scadenza (giugno 2013). Il CDA sarà chiamato a esprimersi il 25 febbraio 2011.

Al di là di qualsiasi considerazione sull’opportunità di consorziarsi coi mercanti d’armi, quel che caratterizza il suddetto consorzio è la sua mancanza assoluta di strutture proprie (leggi laboratori). Se qualche docente dell’Università degli Studi di Milano accetta di lavorare per Milano Ricerche, lo farà dietro compenso (ovvio), nelle strutture dell’Università e senza versare un soldo al bilancio dell’Ateneo. In certi casi è un metodo utilizzato per aggirare il regolamento del conto terzi.

Il rinnovo del consorzio è per un periodo molto lungo: 9 anni, cosa che rappresenta un’ulteriore anomalia.

L’applicazione della Legge 240/2010 (così si chiama la funesta riforma Gelmini) sta creando molti problemi alla ricerca universitaria e all’applicazione del Regolamento per il conto terzi. Entreremo più nel dettaglio in futuro, quando ci sarà maggior chiarezza, ma quel che pare certo è che utilizzare le procedure del conto terzi per effettuare attività di ricerca sarà più difficile, non potendo più stipulare contratti a tempo determinato e co.co.co. Inoltre, visto che sono state liberalizzate le consulenze e le attività di formazione svolte come attività libero professionali, per i docenti che vogliono incrementare le loro entrate sarà molto più conveniente concentrarsi su questo tipo di prestazioni.

Dato questo contesto, un’eventuale proroga del Consorzio Milano Ricerche rappresenterà un’ulteriore stimolo all’affossamento del conto terzi regolamentato e con esso del bilancio universitario in
generale e del Fondo Comune di Ateneo in particolare. Ricordiamo a tutti che da questo fondo dipende una parte molto importante della nostra contrattazione decentrata.

PER QUESTI MOTIVI CHIEDIAMO AL CDA DI BLOCCARE QUESTA DELIBERA.

I meritevoli secondo Brunetta: CISL e UIL

Che cosa ha inflitto un duro colpo a Brunetta?

Le mobilitazioni, svariate ore di sciopero, buoni contratti decentrati firmati dalle RSU oppure CISL e UIL che in 3 anni non sono riusciti a fare 1 ora di sciopero perché troppo impegnati a sottoscrivere accordi separati?

I fatti

-Nel 2009 viene approvato il decreto Brunetta (d.lgs.150/09) che, tra le altre cose, prevede che i lavoratori siano divisi in 3 fasce di “merito” (25-50-25%) e che i “buoni” prendano il salario di produttività dei “cattivi”.

-La CGIL, prima e dopo l’approvazione del decreto, fa mobilitazioni, assemblee e scioperi per tutto il periodo 2008/09/10… CISL e UIL zero.

-A fine 2009 la RSU, grazie a 2 anni di mobilitazioni, firma un buon contratto d’ateneo che, ricostituendo il “fondo comune d’ateneo” che non è soggetto alla legge, ne impedisce la distribuzione secondo le fasce brunettiane.

-A luglio 2010 Tremonti ci da involontariamente una mano: bloccandoci lo stipendio fino al 31/12/2013 (grazie! E anche qui abbiamo scioperato solo noi) nessuno, neanche il cosiddetto 25% di bravi, può aumentare il proprio stipendio e quindi non si possono fare le 3 fasce.

-Novembre 2010: dopo 3 anni scadono le RSU che devono essere rinnovate ma Brunetta, CISL e UIL con una scusa (la riforma dei comparti) bloccano le elezioni delle RSU… evidentemente CISL e UIL temono di essere puniti dal voto dei lavoratori.

-4 febbraio 2010: CISL, UIL e UGL firmano l’ennesimo accordo separato con Brunetta. Viene sancito che non si possono applicare le fasce di merito fino a quando non ci saranno i soldi per i cosiddetti premi… come se ci fosse bisogno di scriverlo! Nel contempo vengono recepite tutte le altre norme
nefaste previste dal decreto Brunetta nonché quelle del cosiddetto “accordo separato di aprile 2009” (non firmato dalla CGIL)… ve ne diciamo qualcuna: la legge può derogare in peggio i contratti nazionali; divieto di sciopero per 7 mesi durante il periodo di rinnovo del contratto; l’organizzazione degli uffici
non è contrattabile; il contratto nazionale stabilisce un tetto per le risorse da destinare al contratto d’ateneo; possibilità di licenziamento se si rifiuta un trasferimento. Infine nulla si dice sul nuovo CCNL, dando per scontato il blocco stipendiale e di carriere fino a fine 2013. Beh… complimenti a CISL, UIL e UGL!

Il compito di un sindacato è difendere i diritti dei lavoratori stabiliti nel contratto nazionale e ottenere miglioramenti nei contratti decentrati usando tutte le armi di cui dispone, e quindi se necessario a costo di mobilitazioni, assemblee e scioperi. Noi non ci prestiamo ad avallare continui peggioramenti, senza consultare i lavoratori, per poter rimanere al tavolo del governo!

La nostra democrazia, la loro oligarchia

Le consultazioni elettive si sono concluse.

Ci congratuliamo con Umberto Varischio che ha ricevuto l’appoggio di molti lavoratori, dimostrando così che una politica sindacale di coerente difesa dei lavoratori paga sempre.

Questo però è solo l’inizio.

Infatti, nel leggere la composizione della Commissione, emerge con molta chiarezza come le logiche baronali, di cui si è fatta portavoce la Gelmini, sono state pedissequamente applicate:

il futuro della “Statale” sarà stabilito da una compagine composta nella maggior parte da professori ordinari (8, se consideriamo anche il rettore, su 15 componenti, e che, in onore dell’aritmetica, avranno sempre la maggioranza!)…. e in maggioranza da professori di sesso maschile, in onore alle pari opportunità!

E’ stato concesso, inoltre, 1 solo lavoratore tecnico – amministrativo su 15 componenti.

Questo nonostante la richiesta unitaria di oo.ss., rsu e rappresentanti di aumentare il numero t.a. in commissione, che il CDA si è limitato a respingere in toto, senza nemmeno entrare nel merito.

Ai baroni e, a onor del vero, anche ad altre componenti, sembra normale che la democrazia funzioni così: senza elezioni (noi abbiamo dovuto fare una forzatura per riuscire a organizzare in fretta e furia le elezioni: non hanno voluto nemmeno concederci la proroga di pochi giorni).

I numeri purtroppo non ci aiutano in commissione.

Ma ci aiutano fuori.

E’ importante più che mai far sentire che il lavoratore che siede a quel tavolo non conta 1 bensì i 1912 lavoratori: tutti coloro che ogni giorno fanno campare questa università.

E’ un inizio in grande velocità, quello imposto dal Rettore. In altri atenei non è stato così.

Sembra piuttosto una corsa alla ratifica dello Statuto, che ci porta a pensare male, non solo perché chi lavora in fretta ha maggior rischio di commettere errori o leggerezze, ma anche perché sorge il dubbio che l’urgenza sia soprattutto quella di prorogare il proprio mandato.

Noi della Cgil non vogliamo sottostare alle logiche del potere e affiancheremo Umberto Varischio in quella che si presume sarà una durissima battaglia per ottenere un trattamento paritario negli organismi decisionali di questo Ateneo.

In-Formiamoci

Come ogni anno arriva il momento di pensare alla propria formazione.

E come ogni anno, noi della cgil possiamo constatare che i nostri sforzi, finalizzati alla creazione di un sistema formativo per i dipendenti che possa veramente potenziarne le capacità e accrescerne le conoscenze, vengano deliberatamente ignorati.

A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle richieste di formazione da parte delle singole strutture, fissata per il 7 febbraio, molti colleghi non hanno ricevuto né dichiarato i propri desiderata.

Perché?

Questo avviene perché la gestione della formazione, invece che essere portata avanti direttamente dall’ufficio preposto e sponsorizzata su sito d’ateneo, deve passare necessariamente dal capo area, dal direttore di dipartimento o dal responsabile della struttura, con la conseguenza che chi ritiene che non ci sia bisogno di “formare” i lavoratori, cestina tutto.

Negli incontri di trattativa, oltre a richiedere la certezza che tutti i lavoratori fossero a conoscenza di quanto viene loro offerta dall’amministrazione, abbiamo anche insistito per rivedere i contenuti del piano formativo tra cui il potenziamento dei corsi di inglese, uno dei corsi più richiesti, per soddisfare le esigenze di tutti, oppure il riconoscimento di corsi seguiti al di fuori del piano formativo proposto dall’amministrazione, ai fini dell’avanzamento di carriera.

Pertanto:

– Invitiamo i colleghi a comunicare all’ufficio formazione formazione@unimi.it la non ricezione del piano e le proprie preferenze, specificando la struttura di appartenenza.

– Chiediamo una proroga alla scadenza del termine per comunicare le proprie disponibilità.

– Riteniamo che un tema delicato e importante come la formazione venga pubblicizzato il più possibile e non sia soggetto alla discrezionalità dei capi struttura.

– Chiediamo il riconoscimento dei corsi sostenuti anche all’esterno dell’amministrazione (es. enti ospedalieri).

– Pensiamo che il piano debba venire integrato con corsi più specifici per le varie aree come a suo tempo richiesto in trattativa.

Elezioni commissione statuto II

Invitiamo tutti i/le colleghi/e a votare per i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo che parteciperanno ai lavori della Commissione per la stesura del nuovo Statuto.

Ricordiamo che la commissione che riscriverà lo Statuto sarà il luogo dove portare le proposte per dare più potere al personale tecnico-amministrativo.

Vogliamo ottenere una rappresentanza, per quanto possibile, paritaria nei nuovi organi e del tutto paritaria
nei consigli di dipartimento, con diritto di voto su tutto, anche per l’elezione del direttore. Pensiamo inoltre che sia necessario ripensare i consigli di biblioteca e istituire i consigli di divisione.

COMBATTI PER UN’UNIVERSITA’ MIGLIORE
DIFENDI LA DEMOCRAZIA

VOTA UMBERTO VARISCHIO
CANDIDATO INDIPENDENTE

La votazione avverrà on line dalle 8 alle 17 oggi, lunedì 31 gennaio a questo indirizzo: http://intranet.unimi.it/elezioni

Elezioni commissione statuto I

Lunedì 31 gennaio dalle ore 8:00 alle 17:00 si voterà on-line i rappresentanti del personale tecnico-amministrativo in seno alla Commissione che dovrà modificare lo Statuto d’Ateneo.

Riteniamo che i rappresentanti t.a. avranno il compito di portare in quella Commissione le istanze espresse da tutti i lavoratori e pertanto ogni lavoratore deve poter esprimere il suo voto affinché i rappresentanti non siano solo il frutto di una nomina.

La Riforma Gelmini, come sapete, ha dato il potere al Rettore di scegliersi la commissione come meglio crede, con grande spregio per i meccanismi democratici.

Noi riteniamo, invece, che proprio l’elezione possa dare ai nostri rappresentanti la legittimità e la forza di agire in una situazione così difficile.

UMBERTO VARISCHIO

per anni membro della RSU, dove ha dimostrato la competenza e la combattività necessarie per rappresentare i lavoratori.

COMBATTI PER UN’UNIVERSITA’ MIGLIORE
DIFENDI LA DEMOCRAZIA

VOTA UMBERTO VARISCHIO
CANDIDATO INDIPENDENTE

la CGIL d’Ateneo invita tutti i lavoratori a votare UMBERTO VARISCHIO

28/01 Al fianco della FIOM

Contro chi uccide i nostri diritti e il nostro futuro

A fianco di chi, nella scelta tra sopravvivenza o schiavitù, sceglie la lotta

VENERDÌ 28/01/11
VIA FESTA DEL PERDONO
AULA 201 ORE 9

ASSEMBLEA CITTADINA DI TUTTE LE UNIVERSITÀ MILANESI

Sarà presente un rappresentante della FIOM e verranno decise le modalità di partecipazione al corteo per lo sciopero generale dei metalmeccanici

PER L’UNITÀ DEI LAVORATORI
ESTENDIAMO LA LOTTA

Le ore di assemblea saranno coperte come assemblea sindacale retribuita

La nostra vita non è una competizione

AULA 201, DALLE 9 ALLE 12

ASSEMBLEA CITTADINA DI TUTTE LE UNIVERSITÀ MILANESI
Sarà presente un rappresentante della FIOM e qui discuteremo
anche le modalità di partecipazione al corteo.

In nome della “competizione globale” gli imprenditori della Federmeccanica chiedono di poter fare tutti come a Mirafiori: un contratto per ogni azienda. Come avevamo previsto l’obiettivo principale era uno: la
cancellazione del contratto nazionale di lavoro.

Non hanno molte idee i nostri imprenditori. La grande idea imprenditoriale di Sergio Marchionne non è altro che far lavorare di più gli operai, riducendo loro le pause, aumentando gli straordinari obbligatori, aumentando i turni, non pagando alcuni giorni di malattia e riducendo la possibilità di scioperare. Grazie a queste geniali idee il suo stipendio è 450 volte superiore a quello degli operai.

Da tanti anni ormai ci raccontano che bisogna lasciarci indietro un passato fatto di diritti, perchè con la globalizzazione gli imprenditori trasferiscono gli impianti dove il lavoro costa meno. Ci dicono che i lavoratori italiani devono competere coi polacchi, i brasiliani e i cinesi. Se così fosse ormai non ci sarebbe più un’azienda in paesi a più alti salari come la Germania, la Svezia e la Francia.

In ogni caso il compito dei sindacati deve essere quello di lottare per aumentare i salari e i diritti dei lavoratori polacchi, brasiliani e cinesi, e non certo quello di aiutare i padroni a impoverire i lavoratori italiani.

L’alternativa al vecchio motto: “Lavoratori di tutto il mondo, unitevi” è solo “Lavoratori di tutto il mondo, sbranatevi!”, cioè mettetevi in competizione fra di voi.

Noi lotteremo sempre per la difesa di quel che abbiamo conquistato, e per conquistare una vita migliore. Per questo motivo siamo e saremo al fianco degli operai di Mirafiori e della FIOM, che hanno saputo opporsi all’ignobile ricatto di Marchionne.

Pretendiamo democrazia

La legge Gelmini, come è noto, prevede che gli statuti delle università siano riscritti da una commissione, che il CDA e il Senato vorrebbero nominare l’1/2/2011.

Come CGIL di Ateneo abbiamo più volte denunciato il carattere anti democratico della riforma Gelmini. Questo carattere risulta anche dalla composizione della commissione che, secondo le regole elaborate, a partire dalla legge, dal Senato Accademico, attribuisce ai tecnici-amministrativi solo 2 rappresentanti su 15.

Noi, che crediamo nella parità di tutte le componenti, e riteniamo che la democrazia implichi parità di
rappresentanza, riteniamo che nella commissione dovrebbero esserci 6 tecnici-amministrativi.

Inoltre, d’accordo con i ricercatori e con altre organizzazioni sindacali, consideriamo di fondamentale importanza che la designazione avvenga mediante libere elezioni.

La commissione statuto riscriverà le regole che governeranno l’università nei prossimi anni. Sarà il luogo dove si dovrà rivendicare, a nostro parere, la presenza paritaria in tutti gli organi. Ricordiamo qui la nostra richiesta, che anche altre organizzazioni hanno detto di condividere, di dare a tutto il personale diritto di voto su tutti gli ordini del giorno nei dipartimenti (e anche per l’elezione del direttore), di modificare le
attribuzioni e la composizione dei consigli di biblioteca e di costituire i consigli di divisione. Sarà anche il luogo dove si dovranno mettere gli argini alla presenza di interessi esterni all’università (imprese, banche, fondazioni, politici vari) e allo strapotere che la riforma vuole assegnare ai professori ordinari.

Per questo motivo sosterremo candidature di persone che condividano questi obiettivi e che abbiano la competenza e la combattività necessarie per sostenerli anche in un contesto non democratico, che ci vede in forte inferiorità numerica.

Su la testa

Di tutto si è detto a seguito del “referendum ricatto” voluto da Marchionne, Fiat, Governo, Cisl, Uil e Ugl. Ognuno ha stabilito dal proprio salotto la vittoria degli uni e la sconfitta degli altri.

È vero che la “nostra democrazia” è una questione aritmetica, ma le relazioni sindacali e la politica vanno oltre al saper contare fino a 50+1.

Quello che è emerso chiaramente è che gli sconfitti sono i lavoratori che si sono dovuti esprimere, con una pistola alla tempia, se preferiscono la fame o la schiavitù.
Altrettanto chiaramente è emerso che i vincitori sono i lavoratori che, nonostante la pistola alla tempia, non hanno abbassato la testa e con enorme forza e dignità hanno detto No.

Chi non lo riconosce è quantomeno in mala fede.

La FIAT è un’azienda che tutti noi contribuenti finanziamo quotidianamente pagandole la cassa integrazione, e che abbiamo finanziato in passato con incentivi, aiuti vari e regalandole pure l’Alfa Romeo (che lei ha provveduto a chiudere). In questi giorni viene spacciata come l’impresa che porterà il futuro anche nella vecchia Italia.

Un futuro di povertà e barbarie, privo di diritti e dignità non solo per gli operai Fiat, ma per tutti i lavoratori. Il Ministro Sacconi auspica che modello Marchionne sia il modello italiano al grido di 10, 100, 1000 Mirafiori.

Molti economisti già affermano che Marchionne vuole abbassare tutele e diritti per essere più appetibile sul mercato e, a breve, vendere la Fiat al miglior offerente, magari orientale. È questo il suo piano industriale? È questa la politica industriale di questo Governo?

Prepariamoci quindi, perché già altre aziende metalmeccaniche si stanno adeguando e presto toccherà a tutti i lavoratori subire il medesimo destino.

È necessario che i lavoratori e i sindacati siano pronti a rispondere compatti a queste offensive che garantiscono a padroni e dirigenti di avere le tasche sempre piene mentre i lavoratori sono solo carne da macello.

Il 28 gennaio saremo in piazza insieme ai metalmeccanici per sostenere gli operai di Mirafiori e della FIOM, che hanno saputo opporsi all’ignobile ricatto che Marchionne ha imposto a loro e a tutto il paese.

Marceremo a testa alta con loro, che, abbandonati da tutti, la testa non l’hanno abbassata davanti a nessuno.

Diamo voce agli ospedalieri

Come ben sanno i colleghi “ospedalieri” i tavoli bilaterali con le varie strutture avviati alcuni anni orsono non avevano portato a nulla ed è un fatto che la questione dei tecnici amministrativi operanti negli ospedali è stata troppo spesso accantonata o messa in second’ordine, il che ha portato ad una situazione di malcontento da parte dei moltissimi lavoratori che non si vedono riconosciuto in alcun modo il lavoro svolto in ambito assistenziale.

Ora la legge regionale n. 33 del 30 dicembre 2009 ha portato alla definizione di un “Protocollo generale d’intesa tra la Regione Lombardia e le università della Lombardia con facoltà di medicina e chirurgia per lo svolgimento di attività assistenziali, formative e di ricerca”, che è stato approvato dal Senato Accademico nella seduta del 16 novembre 2010 e dal CDA nella seduta del 30 dicembre 2010.
Nei prossimi 6 mesi verranno negoziate le convenzioni sulla disciplina economica e giuridica del personale universitario operante presso le strutture ospedaliere.

E’ nostra intenzione, come FLC d’ateneo, seguire passo a passo tale percorso al fine di monitorare la situazione nei vari ospedali e chiedere di volta in volta incontri con l’amministrazione sui singoli schemi di convenzionamento.

Perciò è nata l’esigenza di creare un ambito di confronto e discussione tra tutti i lavoratori “ospedalieri” sia attraverso le assemblee svolte nei maggiori ospedali tra novembre e dicembre, sia con la creazione di una lista di distribuzione mail dedicata a tali problematiche a cui invitiamo tutti i colleghi interessati ad iscriversi rispondendo a questa mail.

Comunichiamo anche i referenti del gruppo di lavoro della FLC CGIL d’ateneo dedicato alle questioni ospedaliere a cui rivolgersi per eventuali chiarimenti, dubbi o proposte.

Andrea Cerini – Divisione Stipendi – andrea.cerini@unimi.it – 0250313266
Marina Zarantonello – Ospedale Maggiore Policlinico – marina.zarantonello@unimi.it – 0255033353
Laura Madaschi – Ospedale San Paolo – laura.madaschi@unimi.it – 0250323285
Gianni Carzaniga – Ospedale L. Sacco – gianni.carzaniga@unimi.it – 0250319814
Loredana Boccotti – Centro Cardiologico I. Monzino – loredana.boccotti@unimi.it – 0258002743