La lotta paga: contro la privatizzazione cinque giorni di sciopero a genova.
I lavoratori dell’AMT (Azienda Mobilita’ e Trasporti) di Genova hanno scioperato per 5 giorni contro la privatizzazione del trasporto pubblico.
I lavoratori dell’AMT (Azienda Mobilita’ e Trasporti) di Genova hanno scioperato per 5 giorni contro la privatizzazione del trasporto pubblico.
Nell’ultimo incontro di trattativa abbiamo chiesto nuovamente la distribuzione del saldo dell’una tantum del fondo comune d’ateneo (importi oscillanti tra i 300 e i 400 euro a testa).
Le resistenze dell’amministrazione sono dovute soprattutto al fatto che quest’anno le entrate da conto terzi si sarebbero ridotte.
Care colleghe e colleghi,
FLC CGIL d’Ateneo e USB d’Ateneo hanno richiesto un incontro urgente di trattativa denunciando l’iniziativa unilaterale della Divisione Coordinamento Biblioteche.
Venerdì 15 Novembre 2013 CGIL-CISL-UIL di Milano hanno proclamato lo
SCIOPERO GENERALE di 4 ORE
(le prime 4 h. nel comparto Università)
Il nostro ateneo ha problemi di evacuazione…
ha omesso finora di effettuare annualmente le prove di evacuazione in caso di incendi ed altre emergenze come previsto dalle norme che tutelano la salute e la sicurezza dei lavoratori nel posto di lavoro.
Ormai per molti colleghi far quadrare il bilancio domestico è un’impresa da premio nobel dell’economia: da un lato l’aumento di tasse e prezzi, dall’altro i nostri stipendi fermi al 2009, se a questo si aggiunge il rischio che l’una tantum del fondo comune d’ateneo per il 2013 sia inferiore a quella del 2012, si può ben comprendere il malcontento e la frustrazione sempre più serpeggianti tra il personale tecnico amministrativo.
Uno dei punti del programma della FLC – CGIL per scorse elezioni RSU recitava: “Ci impegniamo anche a comunicare la presenza e l’assenza dei delegati eletti nella nostra lista e chiediamo a tutta la futura RSU di fare altrettanto.”
Ormai non è più una novità. Sono anni che i lavoratori si trovano sotto attacco e solo una mobilitazione popolare potrà invertire questa tendenza. Ogni mese viene alzata un po’ di più l’asticella dell’offensiva contro i lavoratori. Non tutto insieme, un po’ alla volta. Perciò, per avere una visione d’insieme, abbiamo provato a riassumere i provvedimenti legislativi salienti entrati in vigore dal 2008 a oggi.
La Cassazione riconosce il diritto alla “Piccola De Maria”! Inallegato la richiesta di incontro urgente inviata all’amministrazione: LetteraRichiestaIncontroOspedalieri
Giovedì 31/10 la mensa di via Festa del Perdono, e altre mense in città, rimarranno chiuse per sciopero. Il motivo è che l’organizzazione padronale (o “datoriale” come si dice oggi, senza capire mai che cosa viene “dato” e da chi) ha dato la disdetta al contratto nazionale.
In queste settimane è in fase di costituzione il CUG (Comitato Unico di Garanzia).
Spettano al CUG compiti di studio, di proposta, di promozione, consultivi, di vigilanza e di segnalazione in materia di discriminazioni, pari opportunità, mobbing, disabilità e rischi per la sicurezza e la salute correlati allo stress da lavoro. Non poco.
Rispetto a quanto abbiamo comunicato martedì scorso circa il progetto di apertura serale e festiva delle biblioteche, l’amministrazione ha fatto pervenire un aggiornamento che in sintesi prevede:
In merito alla convocazione del Rettore per l’incontro con le rappresentanze sindacali e il personale delle biblioteche coinvolte nel progetto di prolungamento dell’orario, CGIL d’Ateneo e USB d’Ateneo, coerentemente con quanto richiesto dai lavoratori, comunicano che non parteciperanno al suddetto incontro per le seguenti ragioni:
Auspichiamo pertanto la convocazione di un’assemblea con il Rettore e la dott.ssa Giustino a cui possano partecipare tutti i lavoratori e convocata con congruo anticipo.
Riportiamo qui di seguito il testo della mozione approvata dai lavoratori nelle assemblee sull’apertura serale delle biblioteche della scorsa settimana.
In allegato trovate anche il progetto di apertura presentato alle R.S.U. e alle organizzazioni sindacali.
Durante le assemblee sulle biblioteche convocate congiuntamente da CGIL e USB, svoltesi il giorno 15/10/2013 e 17/10/2013, che hanno avuto una partecipazione molto ampia e sentita, sono emersi alcuni punti che qui si riassumono:
– rifiuto del progetto relativo al prolungamento di orario delle biblioteche presentato dall’amministrazione perché generico, mancante dei dati sulle sperimentazioni passate e dell’analisi dei questionari usati come base di elaborazione; non coinvolge il personale e non spiega le prospettive future.
– richiesta di coinvolgimento diretto dei lavoratori delle biblioteche per discutere i termini e le modalità di un eventuale ampliamento di orario delle biblioteche e dell’uso degli spazi d’ateneo;
– per l’eventuale sperimentazione monitoraggio della disponibilità del personale interno per i turni di apertura serale o eventuale reclutamento di personale strutturato;
– stesura di parametri qualitativi per la valutazione degli esiti della sperimentazione attraverso l’analisi dei costi/benefici, degli obiettivi attesi e una profilazione dettagliata dell’utenza valutata non solo in termini quantitativi;
– conoscenza del progetto SBA 2 e progetto generale di riorganizzazione del sistema bibliotecario con particolare attenzione agli orari di lavoro (turni di servizio e flessibilità);
– necessità e richiesta di un piano di formazione adeguato specifico per i bibliotecari; valorizzazione e salvaguardia di questa professionalità;
– elaborazione di un progetto organico di prolungamento dell’offerta culturale dell’ateneo non solo basato sulle biblioteche ma ad esempio anche sulle lezioni serali e servizi di ristoro per l’utenza;
– contrarietà all’esternalizzazione anche per il periodo di sperimentazione.
L’assemblea chiede un incontro con la Dottoressa Giustino e il Rettore Professor Vago e l’apertura di un tavolo tecnico in cui discutere di queste problematiche.
vedi: Mozione1
vedi: Progetto di ampliamento dell’orario di apertura delle Biblioteche1-1
Una volta si chiamavano leggi finanziarie, oggi è più glamour chiamarle leggi di stabilità; cambiano i nomi, ma non cambia l’antifona: tagli ai servizi, aumento delle tasse e regali ad amici e sodali.
Ecco, quindi, cosa i nostri Nosferatu al governo hanno ideato per spremerci ancora un po’ di sangue; il tutto, ovviamente, condito dalla classica ossequiosa esaltazione dei “mezzi d’informazione” nostrani (ormai tra i peggiori del pianeta):
Questo è solo un primo assaggio della bozza della legge di stabilità che è uscita dal consiglio dei ministri del 16 ottobre.
Nei prossimi giorni e settimane analizzeremo nel dettaglio i punti più salienti per costruire un percorso di mobilitazione.
In questi giorni un primo scaglione di lavoratori (quelli con cognome da A a D) sta facendo il corso di formazione on line sulla sicurezza. La formazione è uno dei tanti aspetti relativi alla sicurezza, disciplinato da legge 81 del 2008, sui quali il nostro ateneo è in forte ritardo, per non dire inadempiente.
Chi sta facendo il corso potrà confrontare, anche se solo in parte, la distanza tra quanto previsto e la nostra realtà.
Potremmo dire: finalmente si fa qualcosa! Ma non possiamo non chiederci: fatto così il corso è utile? Non si sarebbe potuto fare qualcosa di più attinente all’università e senza rivolgersi a una società esterna?
Il corso propone alcune informazioni superflue: a chi interessa quante ore di formazione dovrebbero fare i lavoratori dell’agricoltura, quelli delle raffinerie o quelli della gomma? Ma in compenso non cala per bene le altre informazioni, quelle utili per tutti noi, nella nostra realtà lavorativa.
Inoltre si dice esplicitamente che per essere efficace la formazione deve prevedere anche esercitazioni pratiche e discussioni, delle quali non c’è traccia.
Avremo solo una formazione soporifera, comprata da una ditta esterna.
Se il nostro è un “grande ateneo” possibile che non sia stato in grado di produrre internamente, dal 2008 a oggi, un corso di questo tipo? Perché non si è voluto valorizzare le competenze del personale interno? E possibile che la piattaforma di ateneo, Ariel, non possa essere utilizzata anche per i corsi a beneficio dei lavoratori?
In ogni caso anche questa prima formazione ci ha fatto sorgere delle domande:
• I responsabili della sicurezza, a partire dai Direttori di Dipartimento, hanno comunicato con chiarezza ai lavoratori, in ogni struttura, chi sono gli addetti al primo soccorso e alla prevenzione incendi? Hanno provveduto a sostituire chi si è trasferito o è andato in pensione?
• Esistono i DVR (documento di valutazione del rischio) per ogni struttura? Il rettore e i dirigenti li conoscono? E noi siamo al corrente dei rischi che corriamo?
• Si sono accertati che i piani di evacuazione della struttura di loro competenza siano ben noti a tutti e le vie di evacuazione siano mantenute a norma? Hanno organizzato, o chiesto di organizzare, l’effettuazione delle prove di evacuazione periodiche previste dalla legge?
Crediamo che l’amministrazione, anche per ottemperare agli obblighi di legge, dovrebbe al più presto darci le risposte.
FLC-CGIL e USB d’Ateneo indicono due assemblee retribuite del personale tecnico-amministrativo:
entrambe con all’ordine del giorno l’organizzazione del lavoro nelle biblioteche con particolare attenzione agli orari di apertura e di servizio.
FLC-CGIL d’Ateneo
USB d’Ateneo
Aumenta l’IVA, aumenta la tassa sui rifiuti, aumentano le bollette… l’unica cosa che non aumenta mai sono i nostri stipendi e, anzi, è forte il rischio di tornare indietro rispetto al 2012!
Ricordiamo infatti che l’una tantum del Fondo Comune d’Ateneo corrisposta a maggio 2013 è inferiore del 20% rispetto all’acconto corrisposto ad aprile 2012.
Torniamo quindi a richiedere, come già fatto nell’incontro politico del 30 settembre, la distribuzione di un conguaglio dell’una tantum del Fondo Comune d’Ateneo 2013 pari a quella di ottobre 2012 (B: 184 €, C: 212 €, D: 239 €), sommata alla differenza tra la quota di aprile 2012 e maggio 2013 (B: 113 €, C: 130 €, D: 147 €).
A dicembre avevamo presentato alla RSU e all’amministrazione le nostre proposte di contrattazione. Oggi vogliamo fare un bilancio di quanto abbiamo ottenuto e un’analisi di quanto ancora possiamo fare.
In queste settimane effettueremo giri nelle varie strutture per illustrare ai colleghi lo stato della contrattazione e del lavoro in senato accademico. Il primo sarà domani 3 ottobre dalle ore 9 nella sede di Sesto San Giovanni; seguirà un calendario con le altre date e sedi.
MANTENIMENTO E AUMENTO FONDO COMUNE D’ATENEO PER IL BIENNIO 2013/14
Cosa abbiamo ottenuto.
Come è noto, dato il blocco del tabellare e delle progressioni economiche orizzontali per il 2013 e il 2014, diventa fondamentale il mantenimento e l’eventuale incremento del Fondo Comune d’Ateneo (FCA). Per raggiungere tale obiettivo, abbiamo ottenuto l’alimentazione del FCA anche con l’inclusione di nuove voci dal conto terzi come per esempio la ricerca finanziata (capitoli del bilancio: 15.2, 15.3, 15.4).
Cosa vogliamo.
Vogliamo che il FCA sia incrementato con una maggiore alimentazione delle entrate dai fitti attivi tramite una revisione del regolamento per aumentare le tariffe dei fitti degli spazi dell’ateneo (capitolo 7.1 del bilancio) e anche con gli introiti dalle iscrizioni tirocinio formativo attivo (circa 2.500.000 di euro per l’a.a.2012/13) attualmente bloccato per l’a.a. 2013/14.
DISTRIBUZIONE UNA TANTUM DEL FONDO COMUNE D’ATENEO
Cosa abbiamo ottenuto.
A maggio c’è stata la distribuzione di una quota di una tantum pari all’80% di quanto distribuito nell’aprile 2012 (B: 452 €; C: 520 €; D: 588 €).
Cosa vogliamo.
Abbiamo chiesto la distribuzione di un conguaglio pari a quella di ottobre 2012 (B: 184 €, C: 212 €, D: 239 €), sommata alla differenza tra la quota di aprile 2012 e maggio 2013.
INCREMENTO DEL FONDO TRASPORTI
Cosa abbiamo ottenuto.
Il fondo è stato aumentato a 190.000 euro. Per gli abbonamenti ATM con decorrenza settembre 2013, il contributo a carico dell’Ateneo passa dal 30% al 34% neutralizzando il contestuale aumento del costo degli abbonamenti deliberato dal Comune. Per gli abbonamenti Trenord ed autolinee, il contributo a carico dell’Ateneo passa dal 20% al 34% (fino ad un massimo di 258 € annui, soglia oltre la quale il benefit viene tassato per legge) permettendo un concreto risparmio per noi lavoratori.
Cosa vogliamo.
Dato il continuo aumento del costo dei trasporti, vogliamo, nei limiti di legge, la copertura del costo dei futuri aumenti da parte dell’Ateneo.
CRITERI PIU’ EQUI PER LE RETTE DEGLI ASILI NIDO
Cosa abbiamo ottenuto.
Abbiamo ottenuto l’istituzione di un fondo di 230.000 euro con il quale erogare un voucher ai dipendenti i cui figli frequentino asili pubblici, accreditati o privati. Il voucher, graduato in base all’ISEE (fino ad un massimo di 32.000 € di valore ISEE), potrà coprire dal 100% al 10% del costo della retta (fino ad un massimo di 400 € mensili pro-capite e fino a capienza del fondo).
Cosa vogliamo.
Che tale sistema in base all’ISEE sia applicato anche al centro ricreativo estivo superando l’attuale modello che determina il costo della retta in base alla categoria.
UTILIZZO DEI PUNTI ORGANICO 2012
Cosa abbiamo ottenuto.
La quasi totalità dei punti organico 2012 disponibili (da destinare a assunzioni a tempo indeterminato, passaggi di categoria, aumenti di orario dei part-time, ecc.) è stata assegnata al personale tecnico-amministrativo.
Cosa vogliamo.
Che anche i punti 2013 (da utilizzare entro il 31 dicembre 2014) che sarebbero da dividere con i professori associati (i quali hanno beneficiato di un fondo nazionale extra), vadano interamente al personale tecnico-amministrativo.
Su cosa continueremo a lavorare…
RIMBORSO TICKET DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
Cosa vogliamo.
Abbiamo espresso la nostra totale contrarietà all’assicurazione sanitaria sottoscritta dall’Ateneo in giugno e che ha oltretutto raccolto pochissime sottoscrizioni. Noi chiediamo l’istituzione di un fondo che rimborsi in toto o in parte, a seconda della dichiarazione I.S.E.E., i ticket per prestazioni sanitarie effettuate col servizio sanitario nazionale.
CONVENZIONI SPESE ODONTOIATRICHE E OCULISTICHE CON S.S.N. E PRIVATI
Cosa vogliamo.
Chiediamo l’istituzione di una serie di convenzioni con strutture pubbliche e private che consentano sostanziali sconti sulle cure odontoiatriche e oculistiche. Oppure, in alternativa, l’incremento del fondo sussidi e la sua estensione anche a tali interventi presso privati. Il tutto sulla base della dichiarazione I.S.E.E.
CONVENZIONI PER IL BENESSERE FISICO
Cosa vogliamo.
Convenzioni con palestre, piscine, corsi per il benessere fisico per i dipendenti e famigliari, anche sfruttando la collaborazione coi C.R.A.L.
CONTRIBUTI UNIVERSITARI PER I LAVORATORI DELL’ATENEO
Cosa vogliamo.
Abbiamo chiesto nuovamente che i dipendenti dell’università o i loro figli siano esonerati dal pagamento della seconda rata o, comunque, venga creato un sistema di sgravi legati alla situazione economica del richiedente. Il tutto sulla base della dichiarazione I.S.E.E.
PIU’ RISORSE DALLA LOTTA AGLI SPRECHI
Cosa vogliamo.
Pensiamo che i fondi per ticket sanitari, convenzioni, sussidi, corsi universitari possano essere reperiti da una seria politica di lotta agli sprechi. In maggio, ad un primo tavolo di discussione con il Rettore, abbiamo richiesto un osservatorio composto da personale tecnico-amministrativo, docenti e studenti che possa fare segnalazioni e promuova azioni per l’ecosostenibilità in unione con il personale di edilizia e manutenzione.
FORMAZIONE E SICUREZZA
Cosa vogliamo.
I nostri rappresentanti in Senato hanno chiesto che l’avanzo di bilancio non vincolato sia destinato a mettere in sicurezza l’Ateneo, ad un piano di formazione mirata e all’erogazione di una quota una-tantum del FCA.
CONCILIAZIONE CASA-LAVORO
La nostra proposta riguarda i dipendenti che hanno bisogno di assistere:
– il coniuge (anche legalmente separato) o il convivente;
– parente entro il secondo grado (genitori, figli, fratelli, nonni, nipoti dei nonni) anche non convivente;
– un soggetto componente la famiglia anagrafica del dipendente;
in stato di comprovata necessità (ricovero ospedaliero, lunghe malattie, degenza in RSA) e che non abbiano permessi derivanti dalla legge 104 e abbiano già usufruito delle ore previste per “gravi motivi” e “grave infermità”.
Chiediamo di poter estendere anche a loro quanto già previsto per chi ha figli di età compresa tra 0 e 3 anni, e cioè:
– Orario continuato per 30 giorni all’anno;
– Accumulo di un debito orario di massimo 72 ore annuali, in aggiunta ai permessi previsti dall’art. 25 del CCNL, da recuperare entro lo stesso anno; nel caso in cui non sia stato possibile effettuare il recupero l’Amministrazione provvede a trattenere una somma pari alla retribuzione spettante per il numero di ore non recuperate;
– Concessione della pausa timbrata minima di 30 minuti.
Commentiamo tre recenti episodi, il primo positivo e gli altri due negativi.
A seguito delle continue richieste di non stampare più la rivista “Sistema università”, rimaste sempre senza risposta, numerosi lavoratori si sono organizzati e hanno deciso di restituire la propria copia alla redazione, chiedendo di essere esclusi dall’indirizzario.
Pur non essendoci stata una risposta formale, ci sembra di capire che l’amministrazione abbia finalmente preso in considerazione l’idea di evitare, per lo meno, l’invio della rivista al personale interno, che potrà comunque leggerla on line. Uno spreco di carta e di risorse in meno.
Il CdA del 25/6 ha deciso di proporre una selezione per un contratto di diritto privato biennale per individuare il nuovo responsabile della comunicazione, con compenso di € 150.000 più oneri. Come in passato, questa figura non si occuperà dell’ufficio stampa, lasciando scollegati i due aspetti della comunicazione. Come abbiamo già sostenuto riteniamo sbagliato rivolgersi all’esterno. Tra i compiti istituzionali del precedente responsabile c’era la formazione di figure appartenenti ai ruoli dell’ateneo che, dopo 6 anni, dovrebbero essere state formate.
Chiediamo che un compito come quello del responsabile della comunicazione sia strutturale e quindi ricoperto da una persona interna ai ruoli dell’ateneo.
Il CDA del 23/7 ha approvato un nuovo contratto da dirigente, biennale, che “accompagnerà” alla pensione il dott. Federico Di Lauro, attuale Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP) e mobility manager dell’ateneo. Nel 2010, alla prima nomina, avevamo contestato la decisione di affidare contratti di diritto privato per dirigenti a persone che provengono dai ranghi dell’ateneo (vedi comunicato: Poco diligenti). Si tratta praticamente delle uniche figure che riescono a far carriera senza nemmeno lo sforzo di sostenere un concorso pubblico. Il sospetto, giusto o sbagliato, che tratti di “premi alla fedeltà” diventa subito vox populi e in molti provano sempre più insofferenza verso queste carriere. Coerentemente, in senato accademico, abbiamo contestato la scelta di prevedere nel regolamento generale queste figure (chi è interessato può leggersi il nostro resoconto: Resoconto Senato Accademico del 29042013)
Per quanto riguarda l’incarico di RSPP riteniamo che l’ateneo non dovrebbe affidarsi a contratti a tempo determinato, ma piuttosto rivolgersi a un interno, non un dirigente, che abbia un’ottima conoscenza dell’ateneo e svolga questo compito a tempo pieno.
Condividiamo comunque il giudizio dato dalla RSU. Oltre ad alcune inadempienze, come la mancata effettuazione delle prove di evacuazione, è percezione diffusa che molte strutture dell’ateneo presentino gravi problemi, e anche il rettore, dopo alcuni sopralluoghi, affermò in Senato di essere estremamente preoccupato per la sicurezza. Non possiamo attribuire all’attuale RSPP la responsabilità di una situazione dovuta a una pluralità di fattori, ma certo in questi anni i lavoratori non hanno avuto la percezione di un suo particolare impegno per affrontare almeno le situazioni più gravi.
Facciamo infine presente che, stante il limite di dirigenti a tempo determinato sul totale, previsto dall’art.19.6 del d.lgs.165/01 modificato dal d.lgs.150/09, la scelta operata dal CdA preclude la possibilità di affidare l’incarico di direttore generale con contratto a tempo determinato.
Ogni giorno la riforma Fornero (dal nome dell’ex ministro-coccodrillo che, dopo averli divorati, piangeva sui diritti dei lavoratori mentre li digeriva) ci regala simpatiche sorprese e novità.
L’ultima emersa in ordine di tempo chi colpisce secondo voi? Le pensioni d’oro? I privilegi di politici o manager di stato? La rendita finanziaria? Figuratevi! Le vittime questa volta sono nientepopodimeno che i donatori di sangue!
Ebbene sì, avete capito bene: le giornate di permesso per donazione non verranno conteggiate ai fini pensionistici. Ciò significa che un donatore che per 40 anni ha donato ogni 3 mesi si troverà 160 giorni in meno nei conteggi (l’equivalente di circa 8 mesi di permanenza in più in servizio). L’alternativa per chi ha versato litri e litri di sangue per gli altri (nel senso letterale del termine) è di vedersi la pensione decurtata del 2%.
Ma Elsa “Crocodile” Fornero non si è fermata ai donatori: nel calderone ha messo anche i permessi per assistere un parente malato, la maternità facoltativa e lo sciopero.
Chissà se il governo del Partito Unico, una volta risolte le grandi emergenze nazionali come la decadenza del Pregiudicato Nazionale, troverà anche il tempo di mettere mano a questa norma tanto subdola quanto immorale.
Quello che noi auspichiamo è che chi dona il sangue continui a farlo e che il buon senso abbia, per una volta, il sopravvento su chi ci governa e si dia un riconoscimento, anziché una penalizzazione, a questa anonima moltitudine di uomini e donne che donano disinteressatamente.
Il governo del Partito Unico ha molto a cuore l’Università e l’istruzione pubblica e non perde occasione per ripeterlo; talmente a cuore che quando deve reperire risorse per finanziare qualche grande e inutile opera o l’acquisto di aerei da guerra non si dimentica di sforbiciare il Fondo di Finanziamento Ordinario:
ecco quindi che per il 2013 vengono sottratti ulteriori 387.000.000 di euro alla maggiore voce di finanziamento degli atenei. Tutto ciò con buona pace della tanto sbandierata assunzione di nuovi ricercatori e docenti: si sarà anche alleggerito il blocco del turn-over, ma senza fondi con quali soldi si faranno le immissioni in ruolo?
Bisognerebbe magari chiederlo a chi ci governa, che quando si tratta di spremere le nostre tasche o di ingrassare qualche gruppo di potere si dimostra capace di una teutonica efficienza.
Bastano un paio di esempi per capire quante risorse di potrebbero liberare per rilanciare l’istruzione pubblica, ma che per una precisa volontà politica vengono destinate a spese tanto inutili, quanto dannose.
Il primo caso è di questi giorni: nel decreto IMU (ennesima vittoria del nostro Pregiudicato Nazionale), oltre alla solita valanga di accise che svuoteranno ulteriormente le nostre tasche, il nostro beneamato governo ha trovato le risorse per una sanatoria fiscale… indovinate a chi? Alle concessionarie delle slot machines! Così uno dei circuiti più torbidi e dannosi del paese si troverà graziato dal pagare il 75% di una multa di 2.500.000.000 di euro per evasione (inizialmente era di 98.000.000.000), pagandone appena 611.000.000; sempreché gli “amici degli amici” al governo non decidano qualche altro condono. Vien da pensare che potremmo provare anche noi a pagare un quarto delle nostre pendenze con il fisco, chissà se Equitalia sarà altrettanto comprensiva…
Il secondo è il ben noto caso dell’acquisto degli aerei da guerra F35 che ci costerà tra i 12 e i 14 miliardi di euro (basti pensare che con il costo di un solo esemplare si potrebbero istituire 400 asili nido o acquistare 20 treni per pendolari); sempreché i costi non lievitino ulteriormente nei prossimi anni… Eh sì, perché oltre ad essere un aereo pieno di difetti e superato da molti punti di vista (doveva essere operativo nel 2010), è anche molto dispendioso e con un costo in costante ascesa (si è passati dagli iniziali 100.000.000 $ ad esemplare agli attuali 153.000.000 $). Ma a quanto pare per i nostri politici l’Italia non può proprio fare a meno di questa velivolo prettamente offensivo; sia mai che San Marino decida di invaderci!
Noi non abbiamo nessuna intenzione di fare a meno di sanità, istruzione, trasporti pubblici, stato sociale e via elencando. E’ ora che una mobilitazione di massa spazzi via il partito unico che taglia a lavoratori e pensionati a favore di banchieri, trafficanti di armi e sfruttatori del gioco d’azzardo.