I nostri governanti speculano anche sul nostro sangue

Ogni giorno la riforma Fornero (dal nome dell’ex ministro-coccodrillo che, dopo averli divorati, piangeva sui diritti dei lavoratori mentre li digeriva) ci regala simpatiche sorprese e novità.

L’ultima emersa in ordine di tempo chi colpisce secondo voi? Le pensioni d’oro? I privilegi di politici o manager di stato? La rendita finanziaria? Figuratevi! Le vittime questa volta sono nientepopodimeno che i donatori di sangue!

Ebbene sì, avete capito bene: le giornate di permesso per donazione non verranno conteggiate ai fini pensionistici. Ciò significa che un donatore che per 40 anni ha donato ogni 3 mesi si troverà 160 giorni in meno nei conteggi (l’equivalente di circa 8 mesi di permanenza in più in servizio). L’alternativa per chi ha versato litri e litri di sangue per gli altri (nel senso letterale del termine) è di vedersi la pensione decurtata del 2%.

Ma Elsa “Crocodile” Fornero non si è fermata ai donatori: nel calderone ha messo anche i permessi per assistere un parente malato, la maternità facoltativa e lo sciopero.

Chissà se il governo del Partito Unico, una volta risolte le grandi emergenze nazionali come la decadenza del Pregiudicato Nazionale, troverà anche il tempo di mettere mano a questa norma tanto subdola quanto immorale.

Quello che noi auspichiamo è che chi dona il sangue continui a farlo e che il buon senso abbia, per una volta, il sopravvento su chi ci governa e si dia un riconoscimento, anziché una penalizzazione, a questa anonima moltitudine di uomini e donne che donano disinteressatamente.