In questi giorni un primo scaglione di lavoratori (quelli con cognome da A a D) sta facendo il corso di formazione on line sulla sicurezza. La formazione è uno dei tanti aspetti relativi alla sicurezza, disciplinato da legge 81 del 2008, sui quali il nostro ateneo è in forte ritardo, per non dire inadempiente.
Chi sta facendo il corso potrà confrontare, anche se solo in parte, la distanza tra quanto previsto e la nostra realtà.
Potremmo dire: finalmente si fa qualcosa! Ma non possiamo non chiederci: fatto così il corso è utile? Non si sarebbe potuto fare qualcosa di più attinente all’università e senza rivolgersi a una società esterna?
Il corso propone alcune informazioni superflue: a chi interessa quante ore di formazione dovrebbero fare i lavoratori dell’agricoltura, quelli delle raffinerie o quelli della gomma? Ma in compenso non cala per bene le altre informazioni, quelle utili per tutti noi, nella nostra realtà lavorativa.
Inoltre si dice esplicitamente che per essere efficace la formazione deve prevedere anche esercitazioni pratiche e discussioni, delle quali non c’è traccia.
Avremo solo una formazione soporifera, comprata da una ditta esterna.
Se il nostro è un “grande ateneo” possibile che non sia stato in grado di produrre internamente, dal 2008 a oggi, un corso di questo tipo? Perché non si è voluto valorizzare le competenze del personale interno? E possibile che la piattaforma di ateneo, Ariel, non possa essere utilizzata anche per i corsi a beneficio dei lavoratori?
In ogni caso anche questa prima formazione ci ha fatto sorgere delle domande:
• I responsabili della sicurezza, a partire dai Direttori di Dipartimento, hanno comunicato con chiarezza ai lavoratori, in ogni struttura, chi sono gli addetti al primo soccorso e alla prevenzione incendi? Hanno provveduto a sostituire chi si è trasferito o è andato in pensione?
• Esistono i DVR (documento di valutazione del rischio) per ogni struttura? Il rettore e i dirigenti li conoscono? E noi siamo al corrente dei rischi che corriamo?
• Si sono accertati che i piani di evacuazione della struttura di loro competenza siano ben noti a tutti e le vie di evacuazione siano mantenute a norma? Hanno organizzato, o chiesto di organizzare, l’effettuazione delle prove di evacuazione periodiche previste dalla legge?
Crediamo che l’amministrazione, anche per ottemperare agli obblighi di legge, dovrebbe al più presto darci le risposte.