L’unica cosa stabile è che paghiamo sempre noi

Una volta si chiamavano leggi finanziarie, oggi è più glamour chiamarle leggi di stabilità; cambiano i nomi, ma non cambia l’antifona: tagli ai servizi, aumento delle tasse e regali ad amici e sodali.

Ecco, quindi, cosa i nostri Nosferatu al governo hanno ideato per spremerci ancora un po’ di sangue; il tutto, ovviamente, condito dalla classica ossequiosa esaltazione dei “mezzi d’informazione” nostrani (ormai tra i peggiori del pianeta):

  • blocco dei contratti del pubblico impiego fino a tutto il 2014 e riduzione del monte straordinari del 10%;
  • per i dipendenti pubblici proroga fino al 2018 del blocco del turn over;
  • ben 14 € mensili al massimo (sic!) di riduzione del cuneo fiscale (ecco la tanto sbandierata riduzione delle tasse per i lavoratori);
  • forte diminuzioni delle detrazioni (spese mediche, universitarie, mutui, asili nido…) che porteranno da qui al 2016 ad un drastico innalzamento della pressione fiscale per i lavoratori; uniche detrazioni ad aumentare saranno quelle per le donazioni ai partiti (ma che strano);
  • tagli lineari al finanziamento alle regioni, con conseguenze sui servizi;
  • imposta di bollo del 2 per mille anche sugli estratti conto di depositi bancari e postali;
  • bollo di 16 € anche sugli atti telematici emessi dalle pubbliche amministrazioni;
  • aumento da 8 a 25 € il contributo per depositare un ricorso (in pratica prima ci spennano con le tasse e poi ci spennano pure se proviamo a contestarle);
  • sostituzione dell’IMU e della TARES sulla prima casa con il TRISE a sua volta composto da TARI (in futuro TARIP) e TASI… Beh, qui siamo nel campo della psicopatia;
  • contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro: figuriamoci, nemmeno toccate!

Questo è solo un primo assaggio della bozza della legge di stabilità che è uscita dal consiglio dei ministri del 16 ottobre.
Nei prossimi giorni e settimane analizzeremo nel dettaglio i punti più salienti per costruire un percorso di mobilitazione.