ANDREA CERINI
C2 – Area Amministrativa
Divisione Stipendi e Carriere del Personale
Via Sant’Antonio 12
0250313266
Diplomato nel 1998, mi scontro subito con la precarizzazione del lavoro (alla faccia di Fornero & Co) attraverso diverse esperienze lavorative spaziando da sistemista software a cameriere, da call center a fattorino fino ad approdare (come tempo determinato ovviamente) alla Divisione Stipendi di questo ateneo nel 2004.
Di ruolo dal 2006, svolgo attività sindacale dal 2007 anno del mio ingresso nella CGIL d’Ateneo ed elezione in RSU.
Da allora è stato un succedersi quasi ininterrotto di assemblee, scioperi, mobilitazioni che tra alti e bassi mi hanno portato a conoscere decine di storie di colleghi, a volte in contesti di gioia e socialità, a volte in situazioni di rabbia e di lotta; ma sempre con quel carico di umanità che mi ha spronato in tutti questi anni.
Ora sarebbe difficile spiegare in poche righe il perché del mio impegno sindacale e politico, perciò preferisco lasciar parlare una delle più grandi menti del ‘900 che in poche righe sintetizza perfettamente il mio sentire.
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. […]
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
A. Gramsci – 11 febbraio 1917