Non si può proprio dire che il rettore della Statale Gianluca Vago abbia portato a casa il risultato.
La recente decisione dell’Ateneo di rinunciare al contro-ricorso sulla decisione del TAR, quali che siano le motivazioni ufficiali, dimostra quanto le nostre ragioni fossero fondate.
Nel comunicato precedente sulla sentenza del TAR abbiamo spiegato perché avevamo ragione a sostenere l’irragionevolezza del numero programmato per i corsi di laurea in Lettere, Filosofia, Beni Culturali, Geografia e Storia e perché eravamo con gli studenti durante la mobilitazione.
Il rettore ha le maggiori responsabilità nella scelta di introdurre il numero programmato e a questo punto deve trarne le conseguenze.
Non può “salvare la faccia” con due semplici righe di comunicato sul sito dell’Ateneo, perché le sue azioni hanno oberato oltre modo
Segreterie Studenti, i responsabili dei corsi di laurea, le Segreterie Didattiche, il COSP e tutti coloro che hanno il compito di accogliere
e orientare gli studenti, nel periodo più intenso dell’anno accademico e hanno arrecato un grave danno d’immagine al nostro Ateneo.
Peraltro il disagio non terminerà con questo passo indietro, perché bisognerà rimborsare migliaia di studenti che hanno pagato l’iscrizione ad un test che non esiste più e di certo non provvederà a farlo il rettore.
Siamo abituati al fatto che gli errori di chi ricopre delle posizioni di vertice abbiano, come unica conseguenza, un limitato polverone mediatico.
Noi chiediamo le dimissioni del rettore, perché riteniamo che non possa essere lui a gestire una scelta impegnativa come quella che ci attende nei prossimi mesi, e cioè l’eventuale trasferimento di Città Studi nell’area Expo.
Qualora anche questa richiesta fosse ignorata dal “magnifico”, ci appelliamo al Senato Accademico, affinché lo sfiduci e non si renda complice di ulteriori gravi errori, dei quali pagheremmo tutti le conseguenze.
Invitiamo chi condivida le nostre posizioni a convergere in una lotta unitaria.
Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere