Trasferimento all’area expo di Rho

Dalla genesi all’esodo
prosegue la raccolta firme

Leggiamo a mezzo stampa, che il 10 maggio si sono riuniti a Palazzo Marino, il sindaco Sala, i 3 rettori degli atenei pubblici milanesi, Vago, Messa e Resta, l’assessore Maran e il prof. Balducci, il presidente dell’Agenzia del Demanio e l’assessore regionale Beccalossi, per sancire il destino di Città Studi.

Apprendiamo da questi articoli che il trasferimento delle facoltà scientifiche a Rho è diventato, in una sola mattinata, un esodo di proporzioni bibliche, che prevede non solo:

– il trasferimento delle facoltà scientifiche a Rho

– il trasferimento del Besta e dell’Istituto dei tumore

– Beni Culturali andrà a Veterinaria

ma anche:

– il subentro degli uffici del demanio, che porterebbe negli edifici dismessi dai due enti ospedalieri e il quadrilatero vendibile di proprietà della Statale (composto degli edifici tra Ponzio, Golgi, Celoria, Venezian).

Operazione che materializzerà 1600 impiegati del Demanio in Città Studi, con un risparmio di 10 milioni all’anno dei 50 che attualmente il Demanio paga come affitti.

Oltre ai 1600 impiegati che senza batter ciglio (?!) si trasferiranno in Città Studi, compariranno anche 4 mila studenti del Politecnico trasferiti da Bovisa, strano dato che Architettura è già stata trasferita in piazza Leonardo Da Vinci.

Confermato invece il mantenimento dell’orto botanico a Città Studi… in solitaria.

Certo, a fronte di un risparmio di 10 milioni del Demanio, dovremmo fare tutti un passo indietro e accettare questo trasferimento con senso civico, noi per primi, se non fosse per un ragionevole dubbio…

Se il punto è risparmiare soldi pubblici, utilizzare l’area Expo, mantenere la vocazione attuale di Città Studi e intervenire per ristrutturare alcune strutture di Città Studi, ha senso spostare tanti enti pubblici, migliaia di dipendenti, decine di migliaia di studenti, da una parte all’altra della provincia milanese, invece di studiare un’alternativa meno complessa?

Insomma, ci sfugge la logica di una tale impresa faraonica, se non quella che abbiamo sempre visto tra le righe, tappare il buco finanziario e di cubatura creato da Expo.

Ricordiamo inoltre, che sarebbe più onesto non licenziare il “progetto” come già fatto, perché ad oggi non c’è nessuna approvazione di CdA e Senato accademico in merito e non c’è neppure lo studio di fattibilità.

Per questo vi invitiamo a firmare presso i nostri banchetti che si terranno:

23 maggio in via Festa dal Perdono, 7 dalle 9 alle 15

24 maggio in Città Studi in via Golgi, 19 dalle 9 alle 17

 

In allegato la locandina  da stampare, affiggere, diffondere