COMPRO CASA, MA NON SO QUANTO COSTA!
LO STRANO CASO DEL TRASFERIMENTO…
Giovedì 6 aprile presso l’aula G24, alle 14.30 si è svolta un’assemblea sindacale in merito al trasferimento delle facoltà scientifiche all’area Expo di Rho.
Un’occasione di informazione, confronto e proposte che ha visto la pro attività e la collaborazione di personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, docente e della componente studentesca.
Come saprete l’esito della votazione in Senato Accademico della seduta straordinaria del 5 aprile, ha sancito un ampliamento del dissenso
rispetto a questo piano di trasferimento, che prevede un indebitamento di 380 mln di euro, a fronte di nessuno studio di fattibilità
e alcun dettaglio di spesa relativa al trasloco.
Questo progetto di “evacuazione”si muove nella più totale incertezza finanziaria e senza alcuna trasparenza.
Provate ad immaginare di fare una proposta per l’acquisto di una casa, senza sapere se costerà 380 o 600 mila euro. Assurdo, vero?
Eppure una delle motivazioni principali, addotte dal rettore per sponsorizzare il trasferimento a Rho, è il risparmio annuo che deriverebbe da gestire strutture moderne e spazi … ridotti del 45%, rispetto all’attuale.
Ci fa piacere che si ponga attenzione al risparmio, ma ci permettiamo di ricordare che l’affitto della sede di Sant’Antonio, che versiamo alla Curia di Milano, ammonta a 2,5 mln annui e che nel 2015 sono stati stanziati e in gran parte già spesi, ingenti somme per le seguenti opere:
– interventi di razionalizzazione degli spazi di Festa del Perdono, 2,5 milioni;
– la ristrutturazione di via Mercalli 23, 8 milioni;
– la ristrutturazione della biblioteca di lingue sita presso piazza Sant’Alessandro, 1 milione;
– l’edificazione di via Celoria 18, ovvero il palazzo d’Informatica , 4,9 milioni;
– ristrutturazione locali e facciata di via Saldini (matematica) 1,6 milioni;
– ristrutturazione dell’immobile di via Botticelli, sezione di Geofisica, 4 milioni;
– la ristrutturazione dell’immobile di via Canzio, 1 milione di euro;
– gli interventi di ristrutturazione degli immobili presso Gargnano, 1 milione;
– prevenzioni e incendi e gli interventi per la rimozione dell’amianto, 14 milioni;
– gli interventi previsti al LITA e al LASA di Segrate, 800 mila euro;
– gli interventi per la sistemazione della biblioteca di Medicina presso Città Studi e per la ristrutturazione dell’aula anfiteatro presso il Polo San Paolo, 1,2 milioni di euro;
Un totale di 40 mln già investiti per strutture dell’ateneo e di questi circa la metà, per Città Studi.
Insomma, l’unica differenza tra la buona gestione del patrimonio familiare e quanto sta accadendo in ateneo, è che si tratta di denaro pubblico.
La nostra preoccupazione è accresciuta dalle tempistiche di approvazione e realizzazione, infatti, il rettore vorrebbe avere il sì definitivo degli organi accademici, già a settembre !
Alla luce di tutte queste evidenze, l’assemblea ha deciso all’unanimità, eccetto un astenuto, di sostenere la lettera aperta e di avviare una raccolta firme in tutte le sedi dell’Ateneo, dato che sono coinvolti tutti i lavoratori e le strutture.
In allegato la lettera aperta e il foglio per la raccolta firme, pensata come proseguo della partecipazione e del confronto nei luoghi di lavoro, per essere protagonisti e non spettatori del proprio futuro lavorativo e del modo di ESSERE UNIVERSITA’ PUBBLICA OGGI!
LIBERA DAGLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI E DEGLI ISTITUTI PRIVATI
libera di dire…
NO ALL’INDEBITAMENTO
NO ALLO SMANTELLAMENTO DI CITTA’ STUDI
SI AD ALTERNATIVE CONDIVISE
Una volta raccolte le firme presso le vostre strutture, contattateci a cgil@unimi.it GRAZIE!
In allegato locandina, lettera aperta e foglio per la raccolta firme.