La farsa valutazione: chi ha inventato le pagelline?

Ricordiamo a chi si fosse distratto, o non ha partecipato alle assemblee, che la necessità assoluta e improcrastinabile della valutazione individuale, ovvero delle famigerate “pagelline”, è stata sostenuta dall’AMMINISTRAZIONE sulla base del CCNL e NON DALLA RSU e dalle ORGANIZZAZIONI SINDACALI che avevano sostenuto, al contrario, che non si dovesse fare nessuna valutazione (visto che si faceva riferimento a un periodo lontano nel tempo) o che, alla peggio, questa dovesse essere una scelta tra due soli criteri: soddisfacente e non-soddisfacente (quest’ultima corrispondente all’attuale valutazione C). Ma l’Amministrazione su questo ha fatto muro.

Ora che le graduatorie che riguardano la procedura PEO per il 2016 sono state pubblicate è il momento di fare alcune considerazioni…

CAPI CONTRO CAPI
Come tutti ormai sanno l’Amministrazione ha cercato in tutti i modi, attraverso riunioni e pressioni, di convincere i capi struttura a dare poche valutazioni “A”. Questa brillante idea partorita dai nostri vertici in piena autonomia ha determinato gran parte dei problemi. Infatti, hanno risposto “obbedisco” solo le amministrazioni centrali; mentre le altre hanno sostanzialmente fatto di testa loro, spesso dando a tutti la “A”. Questo, oltre a creare palesi disparità ingiustificate, ha mostrato un nervo scoperto, ovvero la crescente insofferenza anche da parte dei direttori verso i diktat che arrivano dall’alto dell’Ateneo. Della serie siamo stanchi di questa inconcludente gestione.

Ecco i dati
Per quanto riguarda i Dipartimenti sono stati valutati “A” (più che soddisfacente), sul totale degli aventi diritto il 50% degli EP, il 62,87% dei D, il 52,79% dei C e il 46,75% dei B.
È andata sicuramente peggio al personale delle Amministrazioni centrali: sono stati valutati “A” il 42,00% degli EP, il 36,07% dei D, il 16,85% dei C e il 19,35% dei B.
Diversa ancora è stata la valutazione degli altri settori (sostanzialmente le Biblioteche): sono stati valutati “A” il 30,77% degli EP, il 65,85% dei D, il 72,50% dei C e il 38,46% dei B.
Tutti gli altri sono stati valutati “B” (soddisfacente), salvo pochissimi valutati “C” (non soddisfacente).
Le domande di riesame in merito alla valutazione della prestazione lavorativa sono state in sostanza tutte respinte (salvo alcune di quelle per la valutazione “C” perché chiaramente senza giustificazione alcuna).

SENZA LOGICA
La valutazione in quest’Ateneo e con questi dirigenti non ha lontanamente un carattere di oggettività: i criteri di valutazione non sono stati neppure lontanamente presi in considerazione (qualche dirigente ha candidamente sostenuto che non vi erano stati i tempi per farlo! O che c’erano poche righe per motivare i giudizi) e l’attribuzione di una valutazione si avvicina più a un lancio di dadi che a una seria considerazione dell’attività lavorativa. Si può quindi parlare di una falsa valutazione che sconfina in una farsa valutazione! Questo comportamento di dirigenti e Amministrazione dovrebbe essere da monito per qualsiasi futura procedura di valutazione proposta da costoro: il rischio della farsa non diminuirà, infatti, anche se cambieranno le modalità e i parametri. Per parafrasare uno slogan di parecchi anni fa: “Vi fidereste a farvi valutare da questi personaggi?”.

SENZA GIUSTIZIA
Poiché i criteri di valutazione sono stati palesemente differenti tra strutture diverse, la graduatoria è falsata dai comportamenti più o meno bonarie dei responsabili. Sono quindi venuti a mancare l’indispensabile oggettività di uno dei parametri del punteggio, e il diritto ad una omogenea valutazione delle persone.

IL NOSTRO IMPEGNO
Abbiamo garantito il nostro supporto a chi ha voluto fare ricorso rispetto alla graduatoria delle PEO e per i lavoratori più giovani, che si lamentano comprensibilmente perché il criterio dell’anzianità, del tutto prevalente, li penalizza ora e rischia di farlo anche nel futuro, sarà compito della prossima RSU contrattare nuove tornate di PEO che possano risarcire chi resterà escluso da questa tornata.
Per quanto ci riguarda ribadiamo che, per quanto l’anzianità sia un criterio discutibile, è sicuramente preferibile all’arbitrio provocato da valutazioni che sono meritocratiche solo sulla carta, e ci consegnerebbero tutti agli umori o malumori di un capo.

Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere