Riposo scompensativo

A prima vista sembrerebbe che questa amministrazione abbia lanciato una crociata contro il riposo compensativo. Prima si sono impuntati su una sua limitazione, come contropartita per sottoscrivere l’accordo sulle progressione con copertura certa dell’83%, poi sono subito partiti a far rispettare rigidamente, al minuto, quanto previsto dal CCNL sul ticket. Così se usufruendo del riposo compensativo non si avrà lavorato per 6 ore più pausa si perderanno 7 euro di ticket.

In realtà a questa offensiva si aggiunge anche l’irrigidimento sulle 150 ore e un continuo richiamarsi a circolari e interpretazioni dell’ARAN o di altre agenzie preposte al bastonamento dei lavoratori. Da quel che ci risulta è in atto un’offensiva in tutti gli atenei, ed è evidente che manca una risposta nazionale all’altezza.

Qui in Statale, dopo aver dovuto firmare l’accordo sulle PEO per non perdere quasi un quarto delle risorse, registriamo il sempre più diffuso malumore dei lavoratori colpiti da questo stillicidio di misure che peggiorano e avvelenano quotidianamente la vita lavorativa.

Abbiamo sempre sostenuto la necessità della risposta collettiva: non bastano assemblee da 300 persone. Siamo oltre 1900 lavoratori, ci devono essere più di 1000 lavoratori pronti a scendere in assemblea e in corteo interno in rettorato. Ma, intanto, una cosa si può fare da subito.

L’amministrazione penalizza il riposo compensativo, chiede disponibilità a restare oltre l’orario di servizio, anche sistematicamente, ma poi pone dei freni quando il lavoratore ne vuole usufruire. Rispondiamo alla loro rigidità con altrettanta rigidità: quando ci chiedono di ultimare un lavoro rispondiamo di NO.

Sempre più spesso i lavoratori si sentono dire, magari nel pomeriggio, che c’è un lavoro urgente per il giorno dopo, che c’è una riunione o un’iniziativa da seguire fuori dall’orario, in pausa pranzo o nel tardo pomeriggio. Diciamo BASTA a questa flessibilità a senso unico. Il primo e più efficace segnale deve venire da TUTTI noi.

BASTA pretendere lavoro in più quando gli stipendi sono palesemente insufficienti per vivere decentemente a Milano.

BASTA pretendere lavoro in più quando poi si mettono mille ostacoli al godimento del riposo compensativo.

BASTA pretendere lavoro in più, sempre più mal gestito e confuso

BASTA pretendere che un responsabile, che spesso poco sa di quel che facciamo, ci possa valutare e penalizzare economicamente.

DICIAMO FINALMENTE BASTA A TUTTO QUESTO!


Facciamo corrispondere alla rigidità crescente dell’amministrazione verso i lavoratori una nostra rigidità crescente verso le richieste che ci vengono
fatte.


Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere