Nel comunicato stampa “Il Campus nell’area Expo: la manifestazione di interesse della Statale” pubblicato in tempi record, nella prima pagina del sito d’ateneo, si afferma che gli edifici di Città Studi sono una sorta di residuato bellico, costruiti prima del 1930, e che trasferirsi nella più florida e ridente ex zona Expo, di Rho, ci farebbe scalare nuove vette nelle classifiche internazionali della ricerca.
Peccato che il progetto in quanto tale non ci sia ancora: non sappiamo dove saranno le aule, i laboratori, gli studi, eccetera, né quanto misureranno, data la drastica riduzione degli spazi.
A quanto pare si insegnerebbe anche meglio, probabilmente per merito dei PM10 dell’attigua tangenziale.
Ma non basta, se andiamo a vedere le slide del “progetto” della “Science for citizens” scopriamo che il nostro ateneo è la prima università italiana generalista per innovazione, ha 65 000 iscritti, 126 corsi studio ed è tra il 10% degli atenei più produttivi al mondo
Beh, con questi numeri, verrebbe da pensare che anche in Città Studi, didattica, ricerca e servizi non vadano affatto male! Oppure, che le informazioni contenute nelle slide siano faziose e riportino il ranking a noi più favorevole. In ogni caso nulla che ci rassicuri in merito all’affidabilità e l’oggettività dei dati riportati, chiaramente finalizzati a far amare questo progetto, oltre ogni ragionevole dubbio e indebitamento.
A nostro avviso sarebbe più onesto e sensato ammettere che gli spazi in Città Studi sono mal gestiti, presentare un progetto, per riorganizzarli e non abbandonarli sperando che qualcuno li compri.
Inoltre, non di soli ruderi è fatta Città Studi.
Il settore didattico Golgi, con i suoi 4 piani, 5 ingressi e le sue aule moderne e climatizzate, al terzo piano ha laboratori didattici usati, al massimo del loro potenziale, per 3/4 settimane all’anno e spazi così inutilizzati da creare l’eco. Non solo, alcuni laboratori sono interdetti al pubblico e completamente abbandonati.
Siamo disponibili per gite organizzate, tanto siamo sicuri di ciò che affermiamo.
Solo Golgi? No, anche Mangiagalli, 25!
Un settore neonato, per il quale abbiamo appena speso 300 mila euro, per metterlo in sicurezza, a riprova del fatto che non tutto ciò che è nuovo è all’avanguardia! Anzi, la situazione è ancora aperta e andrebbe risolta il prima possibile, non lasciata in sospeso, per aprire un nuovo cantiere a Rho.
Solo Golgi e Mangiagalli?
No, anche il palazzo d’informatica!
Un cantiere che ancora non abbiamo inaugurato e già ha il cartello vendesi, al miglior offerente… “chi è Politecnico per intendere, intenda!”
Per non essere faziosi, come il comunicato stampa che campeggia sul nostro sito, non è nostra intenzione dire che tutte le strutture siano ultra moderne e solo mal utilizzate. Sappiamo che il palazzo di chimica ha bisogno di interventi onerosi e anche quello dell’ex DMU (ora Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute) di via Mangiagalli, 31, che però è in parte già ristrutturato, dato che le aule sono nuovissime e ulteriori rifacimenti sono previsti entro settembre.
Queste strutture resteranno coi loro problemi in attesa del nuovo Campus, magari per una decina di anni? Oppure si dovrà intervenire aggiungendo le ristrutturazioni di Città Studi alle spese per la nuova costruzione?
Continuando a parlare di nuove strutture e dati certi, non aleatori, non possiamo esimerci dal sottolineare che i costi per il polo di Lodi, a preventivo, erano pari a 13,9 mln a consuntivo, ben 43,5 mln, ovvero oltre il 300%, in più!
Qui il volantino da stampare, affiggere, diffondere