Citta’ studi a rho? se ne parla ovunque, tranne che in ateneo

In allegato la locandina da stampare e appendere.
Il Comitato degli iscritti della FLC CGIL dell’Università degli Studi di Milano, riunitosi l’8 settembre 2015, ha espresso le seguenti valutazioni riguardo la proposta di spostamento di una parte delle facoltà scientifiche nell’area dove attualmente si sta svolgendo l’EXPO:

  • L’operazione non può gravare, anche solo parzialmente, sul bilancio di un ateneo pubblico. Ipotesi come quelle pubblicate da alcuni quotidiani, relative a un indebitamento di milioni di Euro, non devono nemmeno essere prese in considerazione;
  • L’area interessata è stata bonificata solo molto superficialmente, quindi qualsiasi insediamento richiede un’ulteriore seria bonifica;
  • L’operazione, fortemente sponsorizzata da settori della Confindustria milanese, prevede un modello di compresenza pubblico/privato inedito in Italia, che deve richiedere molta chiarezza, al fine di evitare che, come accade abitualmente, il privato utilizzi gratuitamente strumenti e competenze del pubblico, magari in cambio di qualche stage sottopagato. Più in generale non è accettabile che il privato possa avere voce in capitolo nei contenuti di ricerca e didattica, se non in specifici casi ben disciplinati;
  • Un’operazione che prevede lo spostamento di decine di migliaia di persone da un quartiere a un’estrema periferia deve essere preceduta da seri studi relativi all’impatto sulla città e sulle popolazioni di lavoratori, studenti attuali e potenziali.

La proposta avanzata dal Rettore dell’Università degli Studi di Milano, nonostante l’importanza e la rilevanza rispetto a risorse da impegnare e personale da spostare, non è stata discussa, né condivisa con la comunità accademica: non vi è alcun deliberato di Consiglio di Amministrazione o Senato Accademico a riguardo. I fantasiosi progetti di polo scientifico tecnologico, presentati in varie occasioni, non sono certo il frutto di un’elaborazione maturata nell’ateneo. Ribadiamo la richiesta al Rettore, già fatta in senato accademico, di dare un’informazione ufficiale a tutti i lavoratori e di coinvolgere comunità accademica e organi di governo su tutte le decisioni fondamentali a riguardo.