Come avevamo previsto, e fatto presente in ogni modo all’amministrazione, la settimana di chiusura del 17-21 agosto è stata una totale presa in giro per il personale costretto a prendere ferie.
Difatti, in numerosi dipartimenti, docenti, ricercatori e studenti hanno liberamente avuto accesso ad uffici e laboratori, vanificando così i presunti risparmi energetici dietro cui si è barricata l’amministrazione per giustificare la decisione di chiudere l’ateneo ad agosto per un’intera settimana.
In questo modo il personale tecnico amministrativo ha pagato due volte: prima con il consumo di ferie obbligatorio in un periodo in cui tutto costa il doppio, secondo perché rientrando a lavoro spesso ha trovato che la struttura, in barba a qualsiasi disposizione d’ateneo o norma di sicurezza, ha continuato a far entrare studenti e ricercatori accumulando così lavoro da smaltire al rientro.
E che dire dell’orario “estivo” (o, meglio, “punitivo”) 8-17 della settimana precedente? Quando poi in sede si è tenuto un mega convegno che ha richiesto anche aperture serali e notturne (addirittura a diversi colleghi dei servizi generali è stato richiesto di rimanere fino alle 20).
Infine, in barba alla sua stessa circolare, l’amministrazione si inventa una chiusura il 29 agosto senza comunicare nulla a nessuno, salvo poi tenere aperta la sede quel giorno per l’ennesimo convegno.
Come sempre ci domandiamo se le regole in questo ateneo debbano valere per tutti o solo per i lavoratori tecnici, amministrativi e bibliotecari.