Al ritorno dalle ferie estive, il personale che frequenta la mensa di via Festa del Perdono ha trovato un paio di brutte sorprese: razioni ridotte all’osso e taglio del personale con conseguenti ripercussioni sul servizio.
Ricordiamo che la società che ha vinto l’appalto, oltre ad usufruire gratuitamente dei locali dell’ateneo, riceve anche dal nostro bilancio circa 80.000 € annui a garanzia del rispetto della qualità degli alimenti e della professionalità del personale.
Per questo motivo a settembre ci siamo rivolti come sigla sindacale all’amministrazione affinché intervenisse sulla società appaltatrice per far rispettare i termini contrattuali.
Ora che ci è giunta la risposta dell’amministrazione ci chiediamo se ci sono o ci fanno.
In prima istanza la questione delle grammature per le quali si rimanda a dei modelli pensati per “una popolazione adulta con attività sedentaria” e che sono difficilmente confrontabili con la realtà delle porzioni servite, date tutte le equazioni tra apporto calorico, peso a crudo e peso a secco (insomma, per gli amanti del conte Mascetti di monicelliana memoria, la classica supercàzzola). Noi che non siamo dietologi, rimaniamo un po’ perplessi di fronte ad un secondo da 4,20 € che prevede “ben” 65 gr. di arrosto di vitello (più un mini panino e contorno)! Inoltre per gli studenti sono previste razioni più abbondanti che per i lavoratori (tanto per complicare ulteriormente la vita a chi deve servire i piatti), chissà poi come ci si deve relazionare nei confronti degli studenti-lavoratori!
L’altra questione è il mantenimento dei livelli professionali del personale della mensa e il monte ore lavorate complessivo. L’amministrazione prende per buono quanto detto dalla società e ci riferisce che le professionalità sono salvaguardate e che il monte ore, anzi, è cresciuto. Noi, che non diamo decine di migliaia di euro a fondo perduto alla società appaltatrice, ma che abbiamo a cuore la sorte lavorativa dei colleghi della mensa e delle centinaia di utenti che quotidianamente vi pranzano, abbiamo voluto verificare se tali affermazioni sono vere. Ovviamente no, sarebbe bastato vedere le file che quotidianamente si formano per capirlo, ma per essere precisi il monte ore lavorative giornaliero è diminuito di 8 ore (da 92 a 84) dal 31/12/2013 con in più il trasferimento di 4 unità di personale qualificato, sostituito da 3 unità di personale non qualificato. A questo punto ci domandiamo come l’amministrazione (o chi per essa) abbia potuto prendere per buone delle affermazioni senza avere un prospetto dettagliato del personale operante con numero di ore, tipologia di contratto e professionalità pregressa.
Purtroppo ci spiace constatare come l’amministrazione, sempre tanto pignola quando si tratta di fare i conti in tasca ai lavoratori, si lasci sfuggire incongruenze tanto gravi nell’applicazione degli appalti; fatto ancora più grave dal momento che ciò si accompagna ad una consistente uscita di denaro pubblico.
Chiediamo quindi 2 cose, semplici ed elementari: ritorno a delle razioni decenti e rispetto degli obblighi contrattuali per quanto riguarda la gestione del personale della mensa.